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The Walking Dead│Recensione 6×13 – The Same Boat

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The Walking Dead│Recensione 6×13 – The Same Boat

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“The Same Boat” è uno degli episodi meglio riusciti della stagione, un sollievo considerando il fatto che di vedere Negan ancora non se ne parla.
Questa 6×13 è incentrata su Carol e Maggie che, rapite da un gruppetto di sgherri del villain di stagione, cercano di sopravvivere e si ritrovano a confrontarsi con il nemico. E qui sorge la domanda: chi è davvero il cattivo?
Maggie è una futura mamma esausta per tutto quello che ha passato e sta passando, che prova a difendere come una tigre se stessa e il bambino che attende da Glenn. Non ha giustamente pietà dei suoi rapitori e sul finire sbdell’episodio pare cedere alla fatica e allo stress accumulati.
Carol, ancora una volta, è il personaggio più sfaccettato che abbiamo sotto mano: dopo essere stata impassibile e tutta d’un pezzo per stagioni, inizia a mostrare evidenti segni di cedimento. Forse sotto l’influsso dell’ideologia pacifista di Morgan, le azioni compiute iniziano a pesare sulla coscienza della donna che tentenna al punto da ripetere più volte ad una delle sue carceriere di scappare e mettersi in salvo. Per tutto l’episodio ci chiediamo se Mrs. Peletier stia fingendo o facendo sul serio, ma la verità sta nel mezzo: di certo Carol non si è rammollita, ma sente sempre più il fardello del proprio vissuto.
Ma veniamo al personaggio cardine di “The Same Boat”, Paula: una donna forte quanto e più degli uomini, interpretata dalla talentuosa Alicia Witt (Justified). La rossa tiene sotto scacco Rick e gli altri e comanda un piccolo gruppetto composto da un uomo (ferito gravemente da Carol) e due donne, di cui una gravemente malata; ma Paula non è un villain qualsiasi, non è un mostro senza emozioni né background: finalmente, in una serie che ci ha sempre insensatamente lesinato dettagli sul passato dei suoi personaggi, ecco che ben tre di loro (non solo Paula, ma anche le sue amiche ‘Chelle e Mollie) si aprono con gli ostaggi sino a raccontare di sé. The Walking Dead è uno show che dovrebbe puntare molto sull’empatia tra spettatore e personaggi e che inspiegabilmente non ha mai lavorato moltosb2 sulla costruzione degli stessi: poco sappiamo su di loro, abbiamo udito pochi racconti e visto pochi flashback, per cui quanto fatto in “The Same Boat” sembra chissà cosa.
Questo sedicesimo episodio, in fin dei conti, è un grande confronto tra sopravvissuti: da un lato due dei nostri e dall’altro i loro presunti nemici. Ma chi è il “cattivo”, arriviamo a domandarci? Paula e le altre minacciano Carol e Maggie, ma è il gruppo di Rick che ha iniziato questo sporco gioco massacrando a sangue freddo decine di uomini sconosciuti. I confini, dunque, si fanno sempre più labili e per un momento viene da parteggiare per i Saviors. I “buoni”, ormai, non esistono più.
Con un’ambientazione claustrofobica, validi interpreti (la Witt su tutti) e un ritmo incalzante, questa 6×13 ci fa compiere un altro passo verso il finale di stagione e Negan, che scopriamo essere “ovunque e chiunque”. Piccola postilla per la pessima idea di Rick – una delle tante! – di fare il duro uccidendo Primo pensando che fosse Negan, perché lasciarlo vivere per carpire preziose informazioni sui Saviors pareva ovviamente una brutta alternativa…

Vi lascio con il promo del prossimo episodio:

https://www.youtube.com/watch?v=kleTpBaUYiE

1 COMMENT

  1. La puntata è stata per me un’occasione persa.
    Tanti nuovi personaggi appena costruiti, potenzialmente interessanti e subito eliminati.
    Carol che inizia a cedere… Maggie che fa la spietata… una strage insensata, quando Rick e i suoi avevano insegnato che va bene uccidere ma ci deve essere una ragione. Soprattutto quest’ultima cosa, la strage di estranei sconosciuti, massacrati solo stando in fiducia su Jesus, mi è sembrata gratuita, non in linea con il passato, e, se mi permettete, non in linea nemmeno con il fumetto, che da questo punto di vista è molto più coerente.
    In conclusione, un po’ pochino nel complesso ed una occasione persa.

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