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The Vampire Diaries | Recensione 8×09 – The Simple Intimacy Of The Near Touch

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The Vampire Diaries | Recensione 8×09 – The Simple Intimacy Of The Near Touch

Devo dare atto di una cosa a The Vampire Diaries: per quanto siano ormai tre stagioni e mezza ormai che non fa altro che seguire una spirale sempre più discendente a livello narrativo, la serie continua a farsi guardare. Prendo me come esempio, ovvero una persona completamente esasperata da storyline che non hanno né capo né coda, e personaggi che non sanno più nemmeno quale sia il loro posto nel mondo, ma che continua imperterrita a seguirlo perché… be’, non che ci sia un motivo veramente valido, ma non mi è mai passato per la testa di archiviare la serie – il massimo che mi è successo è di lasciare le puntate ad accumularsi per tempi di noia – e non mi è mai nemmeno capitato di continuare a guardare l’orologio in maniera ossessiva compulsiva perché insomma, quando finisce sta puntata infinita? Parliamoci chiaro, non sto difendendo  la serie, sto solo dicendo che, nonostante tutto, ha il pregio di riuscire a continuare a farsi guardare.

Fatta questa considerazione completamente randomica, passiamo all’episodio della settimana, che non brilla certo per originalità ma che è stato senza ombra di dubbio nettamente migliore di quello di settimana scorsa.

Non ho mai capito bene perché in alcuni – molti – telefilm americani, i personaggi non riescano mai a uscire veramente dalla fase adolescenziale delle superiori, ma so che TVD non è sicuramente la serie nata per rompere questo cliché narrativo, come sottolinea fin troppo bene Stefan quando si diverte a far notare a Caroline quanto sia triste che non abbia niente di meglio da fare che rivivere i suoi giorni di gloria passata. Quindi ecco che ci viene riproposto il concorso per Miss Mystic Falls che, come ricorderemo tutti – e nel caso l’avessimo scordato, gli sceneggiatori hanno pensato bene di far passare trentanove minuti di screen time su quaranta a farlo ripetere a ogni singolo personaggio – fu l’occasione nella quale Damon ed Elena si avvicinarono, dando finalmente una gioia vera a tutti gli shipper Delena – che ancora vivevano felici e beati nell’inconsapevolezza che la storia d’amore più agognata di quel periodo telefilmico si sarebbe trasformata in una… vomitevole storia d’amore – parole di Stefan eh, non mie! Quindi siamo di nuovo a Mystic Falls, Damon è di nuovo a Mystic Falls e Sybil fa il surrogato cattivo di Elena con tanto di abito uguale a quello che la ragazza ha indossato anni prima. C’è anche Caroline, che in onore dei vecchi tempi usa il potere del cristallo di luna e si ritrasforma in Moraline, e quanto non ci era mancata questa irritantissima versione di lei!

E insomma, Elena, Elena, Elena e di nuovo Elena. Moraline che tenta di ricordare a Damon quanto fosse tutto rose, unicorni e arcobaleni quando lui era innamorato di Elena; Sybil che invece tenta di ricordargli quante atrocità ha commesso negli ultimi tempi e quanto Elena avrebbe disapprovato la sua condotta – e devo dirlo proprio apertamente, sono al mille per cento d’accordo con Sybil sul fatto che Damon stia mille volte meglio senza Elena, senza il ricordo di Elena, senza una vita vissuta in virtù di Elena. Se solo gli autori fossero d’accordo con me e la smettessero di farlo esistere e agire solo ed esclusivamente in simbiosi con il ricordo della Gilbert! Non ripeterò il discorso già fatto, ma santissimo cielo, sapete cosa c’è di peggio di una donna completamente dipendente dal proprio uomo? Un cavolo di vampiro che dovrebbe avere due palle grosse così, e che non solo non le ha, ma lascia che ogni sua azione – nel bene o nel male – abbia come motivazione di fondo una che in confronto a lui, è una ragazzina.

Mi verrebbe da dire che lo sviluppo finale mi sia piaciuto, che il fatto che Sybil abbia costretto Damon a riattivare l’umanità porta con sé la promessa di risvolti interessantissimi – ma non lo dico, perché so che da qui in poi sarà un piagnisteo unico sul genere, Elena non mi perdonerà maiiii, con che faccia mi potrò ripresentare di fronte a lei quando Bonnie avrà la decenza di morire?, fino a quando poi Elena – o una tizia che vedremo solo di spalle nella scena finale, con una parrucca e le vaghe sembianze della Dobrev – non ricomparirà e lo assolverà da tutti i suoi peccati con tre Ave Marie e un Padre Nostro. Per farla breve, boccio in toto questo arco narrativo.

Ciò che invece ho deciso di promuovere a pieni voti, è tutto quello che abbiamo visto di Bonnie ed Enzo. Non negherò di aver pensato che sarebbe un plot twist meraviglioso se Enzo vampirizzasse Bonnie annullando completamente la promessa del ritorno di Elena – perché, come disse il buon Kai, niente scorciatoie o inganni – ma quello che accade in questi quaranta minuti è perfino meglio.

Piccola premessa: ho sempre odiato visceralmente il personaggio di Bonnie, non ho mai sopportato né lei, né gli archi narrativi che la riguardavano – questo fino alla sesta stagione. Non sto ad annoiarvi su tutti i motivi che mi hanno portato a cambiare idea sul suo personaggio, ma da lì in poi, ho incominciato davvero a rivalutarla – fino ad arrivare al punto di ritenerla il personaggio femminile migliore della serie. In questo episodio succedono ben due cose che sono così in linea con il suo personaggio, e che ne mostrano in maniera così chiara e limpida l’evoluzione subita, che  – per una volta me lo permetto – voglio davvero fare i complimenti a chiunque abbia scritto queste scene. Innanzitutto, Bonnie rifiuta l’immortalità offertagli da Enzo. La rifiuta perché, come abbiamo detto, lasciarsi vampirizzare significherebbe tentare di raggirare Kai, il che automaticamente risulterebbe nel non ritorno di Elena. Bonnie sacrifica – per la centomillesima volta – la propria felicità, per amore dell’amica, perché per lei quell’amicizia significa molto più della prospettiva di poter finalmente avere una felicità piena. E il suo gesto vale mille volte tanto se pensiamo che lei comunque non sta sacrificando la proprio felicità totale dopo aver avuto una vita piena solo di essa, ma la sta sacrificando dopo aver passato letteralmente l’inferno più e più volte. Sarebbe così facile dire di sì ad Enzo, essere egoista per una sola volta nella vita, ma non lo fa. Alla stessa maniera però, ammette che in circostanze differenti accetterebbe l’offerta: lei che ha perso letteralmente tutto per colpa dei vampiri, lei che più di chiunque altro li ha odiati, lei che più di chiunque altro ha un’enciclopedia piena di motivazioni valide per vederli tutti sterminati. E qui capiamo la portata del suo amore per Enzo. E mi si è stretto il cuore a vederla così, a vederla pronta a sacrificarsi nuovamente senza nessuna esitazione, ma allo stesso tempo pronta a lasciarsi completamente alle spalle ogni briciolo di rancore e tutta l’amarezza per le sofferenze subite. Ladies and Gents, Bonnie Bennett. E potrei fare un discorso analogo anche sul personaggio di Enzo – che pare essere l’unico vampiro non borderline/bipolare/psicolabile della serie – pronto ad accettare e rispettare il volere dell’amore della sua vita, anche se questo significa che a un certo punto di questa vita sarà costretto a dirle addio. A vederla invecchiare, ammalarsi e morire – con la consapevolezza di poterlo prevenire ma di non avere il diritto di farlo.

L’unico punto che mi lascia perplessa, è la proposta di Bonnie: torna in tavola la fantomatica cura, ma perché nessuno sembra ricordarsi degli effetti che ha avuto su Katherine? Okay, su Elena non può avere lo stesso effetto perché la sua età anagrafica è molto giovane, ma Enzo? Enzo è più giovane di Katherine, ma ciò non toglie che a questo punto della sua esistenza sarebbe dovuto essere morto se fosse rimasto umano. Trasformato nel 1903, quanto potrebbe passare prima che il suo corpo inizi a degenerare come quello di Katherine? Ti prego, Enzo, non fare l’idiota.

Parliamo infine della ciliegina sulla torta, il mio amico Ripper – ragazzi quanto lo amo, quanto lo amo!

Fanculizza Caroline e tutti i suoi discorsi da ipocrita moralista, fanculizza Damon perché non ne può più di vederlo fare da zerbino a Elena, fanculizza Sybil perché è Sybil, per l’appunto. Fa tutto quello che vuole, come vuole, quando vuole – Cade was right, this is fun. I don’t want to quit. Non nego che non disdegnerei uno scenario in cui alla fine la rendenzione non dovesse arrivare per tutti quanti, uno scenario in cui magari Stefan non può essere salvato. Sarà che tendenzialmente odio i lieti fini, perché in molti casi mi sembrano falsi e forzati, ma in questo caso particolare sono fermamente convinta che un finale amaro sarebbe molto più appropriato –  e sicuramente meno banale e scontato – di uno lieto con la finta Dobrev di spalle (perché io continuo a non credere in un ritorno della Nina, che non ho ancora capito se sia stato definitivamente confermato e o definitivamente escluso o si navighi ancora nel limbo dell’incertezza giusto per tenere la gente incollata al televisore). Staremo a vedere.

Menzione speciale per Matt che, udite, udite! È l’unico che può far suonare la campana, quindi dopo otto stagioni forse ci verrà rivelata l’utilità di Mister Donovan. Sottolineo il forse.

Vi lascio con il promo del prossimo episodio, “Nostalgia’s Bitch” – che vista la citazione, immagino incentrato tutto su Damon e la sua ritrovata umanità – e vi do appuntamento a settimana prossima!

https://www.youtube.com/watch?v=jdlqJJBkySg

2 COMMENTS

  1. La cura non avrebbe lo stesso effetto di Kathrine su Enzo, perché Kathrine ha iniziato ad invecchiare solo dopo che Silas ha bevuto il suo sangue.Quest’azione è stata la causa del suo invecchiamento repentino.

    • Mi ero completamente dimenticata questa parte! Comunque mi ricordo di aver letto una polemica simile anche quando Damon stava valutando di prendere la cura per Elena… in ogni caso, io per precauzione mi rifiuterei di prenderla a priori,non si sa mai xD

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