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The Shannara Chronicles | Recensione 1×10 – Ellcrys

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The Shannara Chronicles | Recensione 1×10 – Ellcrys

Carissimi Shannara addicted, siamo arrivati alla fine del nostro viaggio. Alcuni saranno rimasti delusi, altri (spero molti) si saranno ritenuti soddisfatti, ma una cosa è certa: la conclusione della storia di Amberle difficilmente vi avrà lasciati indifferenti.

Partiamo dal principio, che poi è anche la fine. Sì, perché gli autori hanno fatto una scelta coraggiosa e hanno deciso di rivelare alla principessa che è lei stessa il seme tanto necessario alla rinascita dell’Eterea fin dall’inizio dell’episodio.  Scelta che si dimostra oltremodo efficace, perché trasforma tutta la puntata in un lungo requiem, una sorta di calvario che accompagna Amberle verso la fine della sua vita umana, una canzone in onore del suo sacrificio. E proprio il sacrificio sembra essere il tema portante dell’intero season finale.

Non ne rimane estranea neppure Eretria, che prima, nonostante la stanchezza e i rischi che ha corso, decide di riaprire il fuoco di sangue per permettere ad Amberle di ricongiungersi con loro e poi rimane indietro ad affrontare una probabile morte per consentire agli altri di proseguire.
Il gesto di Eretria è importante in più di un senso, perché sono le sue parole a far capire alla compagna che non può sfuggire al suo destino e voltare semplicemente le spalle alle sue responsabilità e che l’importanza della loro missione va semplicemente al di là di tutti loro e dei loro desideri.

“Non capisci?
Abbiamo tutti il nostro ruolo da svolgere.
Io sto facendo la mia parte.
Adesso tocca a te.”

La scena d’addio con Will è toccante e allo stesso tempo emblematica del tipo di rapporto che ha finito per legarli. Alla fine ci sono diversi tipi di amore e, mentre quello che Will prova per Amberle è sicuramente il genere di amore romantico di cui tanto cantano i poeti, resta il fatto che con la nomade c’è una sorta di profonda comunione, un qualcosa che li unisce istintivamente al di là delle diversità e degli errori passati.
Proprio in virtù di questa connessione, il mezzelfo promette alla ragazza che tornerà a cercarla e sempre in virtù di questa connessione lei, da sempre abituata al tradimento e all’abbandono, gli crede e si avvia verso una probabile morte con un sorriso sereno e un ultimo bacio rubato.
In sostanza, massimo rispetto per Eretria, che è riuscita indubbiamente a superare i limiti del suo stesso personaggio e a maturare in maniera assolutamente inaspettata.

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Ander si conferma ufficialmente il #mainagioia della compagnia. Ignaro del suo status di menagramo, alla vigilia della battaglia fa il piacione con Diana, se la limona di brutta maniera e blatera frasi sconnesse su un fantomatico matrimonio… per la serie, alla faccia del rispetto per il fratello che è morto tipo da dieci minuti.
Trovandosi fortunata destinataria di un siffatto amore, al capitano delle guardie non resta che buttarsi in battaglia in modalità kamikaze e farsi sventrare (roba che neanche Michonne con gli zombie in The Walking Dead) da un Arion selvatico che passava di lì per caso.
Per fortuna da demone Arion è perfino più pippa di quando era vivo (sì, frenate lo stupore, lo so che sembra impossibile) e ad Ander tocca pure dargli il colpo di grazia in stile Mortal Kombat, ci mancava giusto il vocione di sottofondo che tuonava “Finish him!”.

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Come ho detto, però, #mainagioia (e mi riferisco alla mancanza del “Finish him”, perché vedere morire Arion una seconda volta è stata una perla di gioia inaspettata nell’abisso di depressione che è questo episodio, son ancora qui che ballo la conga).
Fra parentesi, secondo me nel “Goodbye, brother” di Ander c’era un “Col cavolo che ti ridò il regno” inespresso grosso come la casa al mare di Barbie (e la mia Barbie era ricca come Creso, sapevatelo).

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A Will e Amberle, che ci hanno messo nove episodi e una serie di tragedie inenarrabili a trovare la Cripta, bastano cinque minuti e un sottofondo danzereccio per raggiungere i boschi che circondano Arbolon (perché gli elfi, in quanto tali, devono vivere necessariamente in mezzo ai boschi, è un cliché tassativo).
Sta di fatto che, proprio a un passo dalla meta, i due trovano un piccolo intoppo nella forma di un esercito di demoni e decidono di nascondersi in attesa del calare della notte per superare le linee nemiche. Che poi i demoni ci vedono benissimo anche al buio, eh, è solo che per contratto qui ci andava una scena romantica e in qualche modo dovevano tirarla fuori.
Torno un secondo seria (lo so, è sconvolgente) per analizzare la suddetta scena.
Come ben sapete, io non sono una grande fan della coppia Will-Amberle, ma, udite udite, l’ho trovata perfetta. Lo strazio di Amberle, che sa di dover lasciare andare Will, di dover lasciare andare tutto quanto, ma che vuole concedersi per l’ultima e forse per la prima volta di essere pienamente viva, è assolutamente palpabile.
Ironia della sorte, tocca proprio a Will, ansioso di portare a termine il proprio compito per cominciare finalmente una nuova vita con la sua compagna, suonare la campana che la accompagna verso la fine della sua vita, annunciando il calare delle tenebre.
Dopo quell’unico momento di perfetta felicità, la principessa si sente finalmente pronta ad affrontare il proprio destino e il mezzelfo la incita a correre verso l’Eterea, inconsapevole di spingerla verso la fine della proprio esistenza così come lei, come loro l’hanno sempre conosciuta.

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Il tempo degli indugi è finito e i due si ricongiungono finalmente ad Allanon, che li accoglie con il consueto calore (roba che il circolo polare Artico al confronto sembra la pubblicità della Costa Crociere).
Lo sguardo significativo che si scambia con Amberle quando le chiede se è pronta ci dice tutto: Allanon sa quale sia il sacrificio richiesto alla ragazza e a cosa le sta chiedendo di rinunciare.

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Il druido guida il gruppo verso il Santuario, ma fra loro e l’ingresso si frappone il Dagda Mor, impaziente di estirpare anche l’ultimo barlume di speranza del popolo elfico.
Il demone e Allanon inizialmente si calano in un combattimento stile Harry VS Voldemort, ma poi si chiedono giustamente perché sprecare tempo ed energia a sparare raggi gamma potentissimi che manco Mazinga quando ci sono due cari, vecchi bastoni a portata di mano. Decidono quindi di legnarsi alla vecchia maniera e di non pensarci più, che gli effetti speciali costano e non è che siamo qui a smacchiare i giaguari.
Comunque seriously, i raggi colorati li han rubati alla produzione di Harry Potter e i Doni della Morte.

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Digressioni sui raggi fotonici a parte, i nostri eroi riescono finalmente a raggiungere l’Eterea e Will se ne esce con un esultante quanto fuori luogo “Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta!”. Eh, pensa te che cul…. ehm, che fortuna, porti proprio una sfiga che manco Legolas ne Il Signore degli Anelli!

Veniamo ora al personaggio di Will, adorabile e fedele fino all’ultimo, che si rifiuta di capire anche di fronte all’evidenza, perché l’evidenza è qualcosa di così enorme da accettare da risultare inconcepibile. Amberle chiede al suo protettore di fare l’impossibile e di aiutarla un’ultima volta, perché, nonostante la sua determinazione, per compiere quell’ultimo passo ha bisogno dell’aiuto e del sostegno dell’uomo che ama. E qui sta l’unico errore nella predizione dell’Eterea, l’amore della principessa per Will non è stato, in ultima analisi, un ostacolo, ma è stato anzi la motivazione che l’ha sostenuta, il fuoco che ha alimentato la sua convinzione, l’unico appiglio a cui aggrapparsi per trovare il coraggio di compiere quegli ultimi passi.

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E così, quando le porte esplodono in un turbinio di schegge, quando Allanon cade, abbattuto dall’oscura potenza del Dagda Mor, Will risponde all’appello della donna amata e dimostra di essere veramente un eroe, opponendosi strenuamente al demone per permetterle di compiere l’estremo sacrificio. Senza nemmeno il tempo di dirle veramente addio, con appena un attimo di esitazione prima di rassegnarsi all’inevitabile.

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Con la sua purezza, con la sua coerenza e innocenza, Will è forse l’unico ad avere veramente il diritto di affrontare Allanon per chiedergli conto delle sue azioni e il druido può cercare quanto vuole di essere ragionevole, ma la vergogna per aver sacrificato Amberle senza battere ciglio, anche se per un bene superiore, se la porta comunque addosso, gliela si legge negli occhi. Perché Allanon è molto meno freddo e molto più umano di quanto lui stesso ami ricordare e questa è la sua croce e la sua dannazione.
Alla fine, però, Will supera di nuovo se stesso e arriva a ringraziarlo per averlo aiutato a raggiungere piena consapevolezza della propria identità. Allanon, che ovviamente deve portare sfiga a ogni respiro, si ringalluzzisce subito e preannuncia grane a non finire. Il mezzelfo promette in un certo senso di tornare quando le Quattro Terre avranno nuovamente bisogno del suo aiuto, ma prima ha una promessa da mantenere.
Deve tornare alla cripta per cercare di salvare almeno Eretria: non può perdere anche lei, non ora, non dopo aver rinunciato ad Amberle. La nomade e lo strano rapporto empatico che li lega sono le uniche cose che gli sono rimaste su questa terra e lei è la sola che possa capire la vera entità della sua perdita, perché ha conosciuto e compreso fino in fondo chi erano Will e Amberle e perché, nonostante tutto, nonostante la gelosia e le differenze, alla fine aveva imparato a voler bene alla principessa e condivide il lutto del mezzelfo.

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Questo finale di stagione mi ha soddisfatto quasi completamente. Non era facile rappresentare il sacrificio di Amberle senza risultare ridondanti o eccessivamente smielati. Gli autori di The Shannara Chronicles ci sono riusciti e ci hanno regalato un episodio conclusivo praticamente perfetto.
Ci sono solo alcuni nei, che non arrivano però a scalfire la qualità generale.

  • alcune scene sembrano un po’ scollegate da tutto il resto, come se la possibilità di un rinnovo fosse stata ventilata solo dopo che il resto dell’episodio era già stato girato. Parlo della liberazione di Bandon e dell’incontro fra Allanon e Ander, in cui il principe comunica al druido la scomparsa della spada del Signore degli Inganni. Ci ho visto troppo la necessità di trovare in fretta e furia un antagonista che alimentasse l’hype per un’eventuale seconda stagione. Stessa cosa per la scena finale, in cui vediamo Eretria prigioniera di fronte a un misterioso personaggio dal volto coperto.
  • avrei preferito che la scena in cui Amberle diventa l’Eterea fosse resa in maniera più suggestiva. Nel libro (sì, perché succede anche nel libro, quindi non prendetevela con gli autori) la fanciulla abbraccia l’albero morente e si fonde pian piano con esso. Non dico che avrei voluto la stessa cosa, ma il semplice ingresso in una porta mi è sembrato troppo semplice, quasi riduttivo e privo di pathos.
  • avrei voluto che si accennasse almeno in minima parte alla filosofia elfica di restituire alla terra parte di ciò che essa ci ha donato, perché è parte integrante del personaggio di Amberle e una delle motivazioni fondamentali che la spingono ad accettare il suo destino con almeno un briciolo di serenità.

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E con questo, i miei deliri su questa stagione delle cronache sono ufficialmente finiti. Chi ci sarà dietro la maschera del misterioso rapitore di Eretria (alzi la mano chi ha pensato a Cephelo)? Amberle tornerà? Francamente spero di no, perché non riesco a pensare a un solo modo narrativamente valido per separarla dalla pianta. Sicuramente parlerà, sicuramente interverrà e aiuterà a modo suo, ma non credo che riassumerà forma umana per prendere parte attiva alle vicende. I dubbi insomma sono tanti, ma una certezza la abbiamo: adesso che Bandon è libero e ha la spada del Signore degli Inganni sono davvero ca… voli amari per tutti.
Alla prossima!

3 COMMENTS

  1. Ho visto oggi l’episodio.

    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Che tristezza infinita.
    Ho passato tutto l’episodio a pensare: no, non è possibile, c’è un trucchetto, non è possibile… e invece…!!!!!!!!!!!!!
    Che tristezza, non ci posso credere. Povera Amberle. E allora con chi si sposa, Will? Un personaggio nuovo? Eretria?
    Che famiglia sfigata, gli Elessedil: due figli, il padre e l’unica nipote.
    Ah, e pure Diana.

    Ma allora perché dare ad Amberle un effettivo seme, se non serviva a nulla? Se la risposta è nel libro, non dirmelo.

    Immagino che il finale di Eretria sia innovativo rispetto al libro.
    E Bandon!!! Povero Bandon.
    Quindi c’è una pericolosa carenza di Druidi, visto che lui è perduto.

    Il tuo recap, divertentissimo come al solito! (Ho adorato il pensiero di Ander che non vuole mollare il regno!) 😀

    • Ciao! ^^ Purtroppo la maledizione degli Elessedil ha colpito pure la povera Amberle 🙁
      Il finale di Eretria è decisamente innovativo, così come quello di Will e Bandon, che nel libro nemmeno esisteva. La mia personale opinione è che in una seconda, eventuale stagione creeranno una storia per la maggior parte originale, attingendo però ad altri libri di Brooks, come hanno già fatto con l’accenno ai figli dell’apocalisse.

      • Sì, ma veramente, una famiglia sfigatissima.

        Concordo con te sulla seconda, eventuale stagione. E’ quello che si deduce facilmente.

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