Bentornati, Shannara addicted! Spero che siate pronti a commentare con me un episodio che potrei definire solo… particolare. Una puntata ancora una volta di transizione, ma assolutamente necessaria a delineare in maniera definitiva il personaggio di Eretria.

Fin dalle prime scene apprendiamo subito una nozione di importanza vitale: i troll, pur essendo creature crudeli e sanguinarie, hanno una segreta passione per la musica country e, proprio per questo motivo, hanno permesso a un piccolo manipolo di giovani e attraenti cowboy ripuliti di insediarsi nel loro territorio. Che il suddetto insediamento prenda il nome di Utopia, mi sembra solo coerente e ragionevole.
Fatto sta che il capo di questo surreale villaggio rimane affascinato da Eretria (e come dargli torto) e decide di comprarla dai cacciatori di elfi, assieme alla mappa per raggiungere il Fuoco di Sangue e ad altre merci.

L’avventura in solitaria con la nomade sembra aver cambiato definitivamente in meglio l’atteggiamento di Amberle, che adesso pare capire la sua compagna di viaggio perfino meglio di Will. La sua ansia di trovare Eretria è dettata, oltre che dal desiderio di saperla al sicuro, anche dalla paura che l’altra, abituata nella sua vita a essere abbandonata, finisca per pensare che anche loro l’abbiano lasciata indietro con una scrollata di spalle.
In pratica questa scena è stata l’ennesima musica per le orecchie di tutti i fan della Princess Rover!
Devo ammettere che quest’evoluzione del personaggio di Amberle mi sta piacendo parecchio: abbandonata la facciata da donna dura a cui tutto scivola addosso, sta finalmente facendo ciò che davvero l’Eterea le aveva chiesto, cioè fidarsi dei suoi alleati e considerarli una parte fondamentale per la riuscita dell’impresa che sta cercando di portare a termine.
Will le fa poi compiere un ulteriore passo, facendole capire che i sentimenti che prova non sono un ostacolo, qualcosa che può indebolire la sua determinazione e la sua dedizione alla causa, ma sono anzi un ulteriore motivo di forza. Amberle abbraccia questa nuova teoria con entusiasmo e lo dimostra tentando di copulare con il mezzelfo in un boschetto. I due però vengono interrotti dal ritorno di Cephelo… il motto #mainagioia scorre potente e prepotente in questo show.
Dopo gli eventi di Piken, Will sembra finalmente aver capito che la pietà nei confronti del capo dei nomadi è soltanto fatica sprecata (nonché indizio di stupidità indicibile), ma Amberle insiste per liberare l’uomo, aggrappandosi alla seppur tenue speranza che possa in qualche modo aiutarli a ritrovare Eretria.

Questo atteggiamento cinico non si addice a Will, che è sempre stato il personaggio maggiormente dotato di compassione e di empatia. Da un lato mi fa piacere che stia cominciando a ragionare e a comportarsi in maniera meno avventata, dall’altro un po’ mi dispiace questa perdita dell’innocenza e della bontà pura che caratterizzava la sua figura.

Ad Arbolon, nel frattempo, Allanon e Bandon giocano a fare i Capitan Ovvio della situazione e il druido, sentendosi forse minacciato dal giovine allievo, non perde occasione per mostrare il bicipite per riaffermare in maniera prepotente la sua mascolinità, in effetti vagamente minata dall’essere diventato una vera guerriera Sailor.
Poi, dopo aver raccontato al ragazzo la storia strappalacrime della sua gioventù e dell’inizio del suo addestramento, lo pone di fronte a una scelta: o accetta di diventare il prossimo druido o l’oscurità imminente se lo porterà via, e tanti saluti a casa.
Devo ammettere che, fra tutti i personaggi, al momento Bandon è quello che mi fa più pena: è stato strappato da una vita fatta di reclusione per essere gettato in una situazione del tutto analoga, per quanto le catene, in questo caso, siano puramente simboliche (ma non per questo meno opprimenti, anzi).

Il… “Salvatore” di Eretria non perde tempo e mostra alla nuova arrivata tutte le gioie della vita campestre di Utopia. Cerca anche di offrirle qualcosa di commestibile ogni dieci metri, il che mi fa pensare che il suo scopo recondito sia metterla all’ingrasso per poi usarla come piatto principale nella sagra del raviolo al sugo, o qualsiasi sia la pietanza preferita da quel covo di villici (citazione necessaria da Kuzco).

L’affascinante contadinotto dimostra subito di aver capito com’è fatta Eretria e, per far colpo su di lei, le mette in mano una pistola e le insegna a sparare (a parer mio non la scelta più lungimirante che potesse fare, ma quando si dice l’ormone impazzito).
Il desiderio galoppante sembra però non andare a senso unico e la nomade, colta da un momento di amberlite acuta, rivela a Tye tutto quello che sa sul Fuoco di Sangue… quando si dice un colpo di genio!
Il suo ospite sembra più che disposto a lasciarla andare, ma in una maniera o nell’altra continua a procrastinare il momento dei saluti… sarò diventata diffidente io a forza di guardare telefilm, ma se questo è davvero un benefattore dell’umanità disposto a lasciar andare Eretria con la sua benedizione io sono un capitello Corinzio!

Ander, nel dubbio, ha deciso di tornare ad essere un alcolizzato e di indossare pantaloni talmente attillati da renderlo il candidato ideale per il ruolo di modello per un atlante di anatomia umana.
Allanon interviene prontamente per interrompere questo spensierato momento “Spacchiamoci a bestia” e comincia a tempestare il re con un diluvio di ovvietà, ricordandogli i suoi millemila doveri e non prendendo in considerazione nemmeno per un secondo che il poveretto ha perso tutta la sua famiglia nel giro di una settimana.
È vero, il momento è incredibilmente critico, ma il druido dovrebbe imparare a mostrare un po’ più di compassione. Sicuramente i suoi metodi sono efficaci, ma non è detto che non esista un modo di arrivare agli stessi risultati senza calpestare il cuore delle persone che gli stanno accanto.

Sorpresa sorpresa, al villaggio sembra essere davvero in corso la sagra del raviolo ed Eretria si lascia prontamente trascinare in un delirio trash/country fatto di vestiti di mussola e scatenati balli di gruppo, senza insospettirsi minimamente alla vista delle identiche collane con l’occhio indossate da tutti i presenti, che sembrano urlare setta satanica come se non ci fosse un domani.

Eretria, ti credevamo una persona migliore, ma ti sei fatta fregare da due lucine colorate e dai capelli imbrillantinati del primo fusto di passaggio: non venire a piangere da noi quando finirai sgozzata come un capretto su un altare in pietra dedicato a un’imprecisata divinità X. Nel frattempo godiamoci questo remake di serie B del film Footloose.
Per fortuna Amberle e Will sembrano capire subito la gravità della situazione e si tuffano senza indugi in un intenso momento Barbie Gira La Moda: Country Edition per mimetizzarsi al meglio in mezzo alla torma di bifolchi sudati.
Quello a cui non sono di certo pronti è a scontrarsi con le rinnovate paure di Eretria, la cui insicurezza e la cui ansia di essere abbandonata sono state ravvivate dalle parole di Tye, che ha insinuato ancora una volta in lei il dubbio di non essere abbastanza, di non fare davvero parte di qualcosa, di non essere benvoluta da nessuno.

Mentre ruba la mappa con il percorso per raggiungere il Fuoco di Sangue, però, Eretria incontra Hebel, un esploratore che, secondo il racconto di Tye, è rimasto gravemente ferito proprio mentre perlustrava la zona della Malaterra vicina alla meta della spedizione. L’uomo, seppur inquietante, sembra essere dalla parte dei nostri eroi e avverte la nomade di non fidarsi del suo nuovo amico e che i suoi compagni sono in grave pericolo. La invita inoltre a proseguire il suo viaggio con un criptico avvertimento:

“Il tuo corpo è il contenitore, il tuo sangue è la chiave.”

La nomade si riscuote, capisce cosa vuole davvero e corre a salvare i suoi amici, giusto in tempo per evitare che finiscano per diventare uno spuntino per troll. Rendendosi conto del suo errore, Will si scusa con Eretria per aver dubitato di lei, risvegliando a mio parere un pizzico dell’antica gelosia in Amberle.

Cephelo, colpito a morte dagli abitanti di Utopia, decide finalmente di riscattarsi e di comportarsi come il padre che non è mai stato, sacrificando la sua vita per consentire alla figlia adottiva, la parte migliore di lui, di portare a termine la sua importante missione, proteggendola mentre i troll calano finalmente su Utopia, scrivendo la parola fine al malato progetto di ricostruzione del regno umano.

Ander riesce finalmente a liberarsi delle sue insicurezze e, con il sostegno di Diana e Allanon, si erge coraggiosamente di fronte al consiglio, assumendosi le sue responsabilità e giurando di combattere a fianco del suo popolo nella guerra imminente. Sarà in grado di dimostrarsi all’altezza dei suoi predecessori? E, soprattutto, i generali e gli alti dignitari del regno saranno disposti ad accettarlo come nuovo sovrano?
Lo scopriremo solo vivendo (e continuando a seguire le cronache). Alla prossima settimana!