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The Originals 5×09 – Abbia inizio la resa dei conti

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The Originals 5×09 – Abbia inizio la resa dei conti

Ci stiamo avvicinando alla parte finale di questa stagione conclusiva di “The Originals”.
“We Have Not Long To Love” ha riportato insieme, dopo tanta attesa, Klaus ed Elijah e, nonostante alcuni passaggi un po’ lenti, ha anche riservato momenti toccanti e qualche colpo di scena.

Potremmo subito aprire con la domanda che di certo assilla tutti noi: perché Marcel non ha semplicemente fatto fuori Emmett e tutti i vampiri dalla sua parte? Almeno un problema sarebbe risolto.
La risposta, ovviamente, è che non ci sarebbe storia da raccontare senza questa componente e, da un punto di vista interno alla storia, il fatto è che nel momento in cui Marcel, Vincent e Josh si sono trovati Emmett e gli altri davanti a loro c’erano licantropi e streghe che sarebbero morti e, invece, l’intento di Marcel era proteggerli tutti.
“Non ci sarebbe storia da raccontare”: perché? Perché è probabile che tutta questa linea narrativa serva a creare un’unità definitiva tra le razze, invece delle costanti divisioni a cui abbiamo assistito negli anni, interrotte solo da temporanee alleanze fragili come il cristallo. E, se fosse così, sarebbe un bel modo di chiudere la storia, quantomeno quella di New Orleans.
Inoltre, in questo modo la trama è più diversificata, non dovendosi concentrare solo sull’Ombra, la cui storia ci è stata già narrata e spiegata la scorsa stagione. Sebbene fosse ovvio che questa dovesse ancora essere il nemico, perché la Magia è ciò che ha creato le razze soprannaturali, come ci spiegò il Professor Shane nella quarta stagione di “The Vampire Diaries” (e dunque non può esserci nemico più grande, la Magia deve per forza essere l’ultimo nemico e visto che l’Ombra è la creatura magica più potente mai esistita – almeno sinora – era altrettanto ovvio, all’annuncio di questa quinta stagione, che sarebbe stato ancora il nemico da sconfiggere, anche perché non era stato affatto sconfitto alla fine dello scorso anno), questo non ha mai implicato che dovesse essere l’unico avversario da battere e che dovesse esserci solo questo filone narrativo.
Certo, la parte dei nazi-vampiri poteva essere sviluppata un po’ meglio, contestualizzando anche Emmett, dandogli spessore. Questa è di certo una carenza, forse dovuta al ristretto numero di episodi.
E dov’è finito Roman? E Antoinette?

Tuttavia, la puntata ha avuto anche dei momenti davvero belli.
Innanzi tutto, abbiamo visto Hope alle prese con l’Ombra dentro di sé e questo non è affatto un male, perché non basta dire che in quanto ibrido di tre razze, figlia di un Originario, questa ragazza sia la creatura più potente mai esistita, dobbiamo vederlo. E poiché lei ha solo quindici anni, è giusto vederla commettere errori, imparare da essi e imparare man mano che il suo ammontare di potere non equivale a onniscenza della Magia.
Dall’altra parte, però, lei ha compiuto questo sacrificio per poter riunire la sua famiglia, non solo per avere suo padre con sé (visto che, come ha detto Freya, dopo la morte di Hayley con Klaus lontano lei sarebbe stata in pratica un’orfana – visto che nemmeno gli altri suoi zii avrebbero potuto starle accanto), ma per poter permettere a Klaus, Elijah, Rebekah e Kol di stare insieme e, ovviamente, per poterli vedere (Elijah a parte, al momento). E questo è un gesto d’amore nei confronti della sua famiglia, reso più significativo proprio dal fatto che lei ha solo quindici anni e cerca di prendersi cura degli adulti che dovrebbero prendersi cura di lei.
La sua reazione nei confronti di Elijah è del tutto comprensibile, in quanto Hope è molto giovane, sua madre è morta ed è stato anche perché suo zio, non ricordando nulla, non ha aiutato a salvarle ma, anzi, ha complicato le cose. E’ normale che lei sia furiosa, visto che sapere che una persona non ha colpe non cambia il fatto che quella stessa persona abbia contribuito al danno e Hope è ancora in fase di elaborazione del lutto, comprensibilmente. Il tutto, poi, è aumentato dall’oscurità che porta dentro di sé.


(Tra l’altro questa scena rispecchia quella che abbiamo visto in precedenza, con Klaus.)
La sua parte ha permesso a noi di vedere dei confronti davvero toccanti tra Klaus e Freya, momenti che hanno dimostrato come Klaus sia cambiato: può essere furioso, ma non minaccia più i suoi familiari, la cosa si ferma alla sfuriata.


In secondo luogo, splendida la parte inerente a Elijah, in particolare nel suo confronto con Declan, così delicato, pacato eppure sentitissimo, con il dolore evidente dal tono basso della voce, dallo sguardo che si abbassa, dai movimenti lenti e appena accennati.
Dal gesto di altruismo di Elijah, compiuto per alleviare il dolore di Declan, che è stato vicino a Hayley e si è preso anche cura di Hope mentre lui, Elijah, era lontano, fisicamente, con l’anima e con la mente. Nessuno può alleviare il dolore di Elijah, ma lui può alleviare quello altrui. Davvero un bellissimo gesto.
Ma.
Un pensiero mi tormenta dall’inizio di questa stagione: davvero Declan non è nient’altro che il cugino di Camille? E’ davvero questo personaggio positivo… e sostanzialmente inutile?

Infine, Marcel.
Nonostante la questione Emmett, questa parte ha avuto il merito indiscutibile di riaffermare ancora una volta quale favoloso personaggio sia Marcel. Un vero leader, capace di ispirare, di imparare dai propri errori, di cambiare.
Sì, la regola secondo la quale il Quartiere Francese era territorio dei Vampiri e le altre razze l’aveva inaugurata lui ed era sbagliata, ma quelli non erano tempi di pace: i Licantropi avevano dominato il Quartiere, la città, a lungo, dando la caccia ai Vampiri; le Streghe tentavano di sterminarli da sempre. E Marcel, che ama così tanto New Orleans, aveva deciso di difendere i suoi. Inoltre, c’era la questione Davina, che all’epoca aveva solo sedici anni. Marcel voleva proteggere Davina, la sua bambina, una strega. Ha sbagliato e ha commesso delle azioni terribili, ma come abbiamo visto per i suoi vampiri era un leader degno di essere seguito, perché non li governava con la paura, ma con la fiducia, dandola per chiederne in cambio. Il fatto che ora si sia reso conto che, nonostante per lui e i suoi ragazzi (come li aveva chiamati all’arrivo di Klaus in città) le cose andassero bene, la guerra tra le razze sia un errore e che la via, invece, siano la collaborazione e la pacifica convivenza dimostra la sua evoluzione, da leader di una razza a potenziale leader di tutte le fazioni. E questa sua evoluzione ha avuto luogo anche grazie a Hayley e a Hope, poiché è tramite loro che Marcel ha sviluppato una considerazione e il rispetto di Licantropi e Streghe.


“These people want violence for the sake of it, and I’ll be damned if I let them use my name to do that.”

Inoltre, c’è da sottolineare come, nonostante i difetti, la parte di Emmett rispecchi la realtà americana del momento (e non solo quella americana), volendo essere un’allegoria per un’aperta condanna di determinate politiche. Infatti, per mezzo di Marcel e di Emmett abbiamo visto anche Josh e Vincent, con quella che è LA questione: scegliere una parte. Questo perché ci sono momenti in cui, come gli ha detto Ivy, non si può non scegliere, in quanto la non scelta, la neutralità, è in realtà un lasciare campo libero a coloro che vogliono fare del male. Un bellissimo concetto. Vincent ha scelto di fare la cosa giusta e purtroppo sembra che Emmett abbia voluto punirlo per questo: Ivy è davvero morta? Se sì, cosa farà Vincent? E chi è la strega che sta collaborando con Emmett?

Bene, per questa puntata è tutto, vi lascio con il promo del prossimo episodio, “There In Disappearing Light”, del quale si occuperà Gnappies_mari e che, vi ricordiamo, andrà in onda solo tra tre settimane, ovvero l’11 luglio! Ci aspetta una lunga attesa.

 

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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