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The Marvelous Mrs Maisel – Così si crea una serie di successo!

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The Marvelous Mrs Maisel – Così si crea una serie di successo!

Sono felice di poter affermare, dopo aver visto tutte le puntate della prima stagione finita ahimè troppo presto, che The Marvelous Mrs Maisel è una serie assolutamente meravigliosa e godibilissima, proprio come suggerito nel titolo e premesso da un pilot che aveva messo subito in chiaro che la qualità sarebbe stata molto, molto elevata. Come infatti si è mantenuta per tutte le restanti puntate, che sono anzi migliorate strada facendo, diventando un capolavoro negli ultimi minuti dell’episodio finale. Non ci aspettavamo niente di meno dai coniugi Palladino, ma questa loro nuova creazione è perfino superiore alle mie aspettative.

Con queste premesse non stupisce nemmeno il fatto che la serie, ancora calda e fumante (è stata mandata in onda da Amazon il 29 novembre scorso), ha ricevuto tre nomination per i Critics Choice Awards, così come twittato dall’account ufficiale. Un applauso per le sue protagoniste che hanno davvero fatto un lavoro eccellente!

Edit: mentre scrivevo l’articolo, è usita la notizia delle due nomination di Mrs Maisel per i Golden Globe, nelle categorie: Best Television Series – Comedy, Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy. Perfino io a questo punto sono senza parole!
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Dopo averlo visto e rivisto, con il quaderno degli appunti in mano, pronta a sottolineare pregi e difetti, sono arrivata alla conclusione, in tutta onestà e un po’ di sorpresa, che non abbia difetti. Non rilevanti, quanto meno. (Lo dico solo per mantenermi possibilista, in realtà mi è arduo trovare qualcosa che non abbia funzionato,  o che possa essere migliorato in una seconda stagione che, per fortuna, è già stata ordinata).

Di seguito una lista degli ingredienti che, secondo me, hanno determinato il grande successo di questo piccolo capolavoro.

1. Una magnifica protagonista aka The Marvelous Midge
Midge è una donna straordinaria e il suo percorso di “costruzione di una una nuova se stessa” lo riflette perfettamente. Ma non nel senso che è una donna con una marcia in più, perché è innegabile che quella ce l’abbia, è sotto gli occhi dello spettatore. È molto intelligente, arguta, dotata di buonsenso, e ha talento da vendere, che è il motivo stesso per cui intraprende una carriera creativa molto particolare e ostica. Senza avere doti da cabarettista, come ci insegna Joel, non si diventa cabarettisti e non si va da nessuna parte.

No. Midge è straordinaria perché è una donna figlia del suo tempo e di una precisa educazione, che in fondo voleva solo una vita normale, senza troppi scossoni, simile a quella dei propri genitori (differenziandosi quindi in partenza da Lorelai Gilmore) e che invece si trova, molto poeticamente, con il sedere per terra, costretta a ricominciare da capo, senza quel riconoscimento sociale da donna sposata che nel 1958, perbacco, aveva ancora un valore consistente, dobbiamo ammetterlo.

Midge si rimbocca le maniche e fa il meglio che può con quello che ha, molto banalmente, anche se di banale non c’è proprio nulla nella forza con cui non si fa abbattere, ricerca nuove soluzioni creative ai suoi problemi (anche se non sempre le azzecca), sbaglia, fallisce, si reinventa, riparte da capo, trova un lavoro nonostante sia quasi una vergogna, si dedica alla propria passione, mediando tra la donna che era stata costruita per essere e quella che si fa viva dentro di sé, prima timidamente e poi con sempre maggiore sicurezza. Lo fa senza lamentarsi, senza inverire contro il destino avverso, senza appoggiarsi totalmente ai genitori o farsi viziare, senza piangersi addosso, senza in sostanza fare mai la vittima. Onestamente, dei motivi per farlo ne avrebbe e non pochi.  Per esempio rendersi conto di aver sposato un uomo di cui non ha colto la caratteristica primaria che avrebbe portato a un fallimento coniugale certo: essere convinto di essere predestinato a grandi avventure, senza essere supportato da una robusta autoconsapevolezza che gli permetterebbe di guardarsi con un minimo di realismo. E un applauso a Midge che si trova suo malgrado coinvolta nella sua prima protesta pubblica!

2. Un legame femminile improbabile, ma vincente
Sono molto onesta nel dire che io sarei stata molto, molto meno paziente di Midge nel trattare con Susie che, sebbene mi faccia morire nelle sue uscite, sia molto leale, che è la qualità più apprezzabile in un’amicizia, schietta, autentica e abbia sinceramente a cuore le sorti dell’amica, senza un minimo di ipocrisia, qualche volta ha esagerato nelle sue esternazioni, passando dall’essere schietta all’essere aggressiva senza poterselo permettere, o semplicemente quando ha fatto il cane da guardia con troppa enfasi. Susie ha infinite ottime qualità in potenza, ma manca decisamente di quelle social skill di empatia e umanità che Midge possiede in gran numero e ha sempre allenato. Ed è proprio lì che il duo funziona perfettamente sullo schermo. Si tratta dell’incontro di due personalità opposte, che tentano di venirsi incontro, che provano dell’affetto autentico l’una per l’altra e che si sostengono a vicenda. Midge non ha nessun problema nell’avvicinarsi e gestire le spine di Susie e a trasformarla in una versione più morbida di se stessa, quando, di fronte all’ennesima sfuriata dell’altra, le spiega con grande chiarezza che non può solo sgridarla e mollarla non appena si rende conto che è necessario essere supportiva, avvicinarsi, condividere, mostrarsi vulnerabile. Tra spronare in modo proficuo e prendere a bastonate in testa la gente c’è un oceano. E nel trattare le persone, serve mettersi nei loro panni e fare/dire quello che è meglio per loro, non quello che pensiamo sia giusto. Bisogna avere una certa grazia nell’entrare nella vita altrui invece di irrompere e pretendere di dare consigli, anche se a fin di bene.

Meravigliosa la scena in cui si commuovono entrambe al tavolino della tavola calda, nel riconoscere la bravura di Midge da parte di Susie e dirlo apertamente, senza nessuna remora, senza pensare di essere sminuita quando si sottolinea il successo altrui. Non è meraviglioso vedere rappresentato in scena un rapporto femminile non basato sul solito cliché della competizione? Quelle due donne sono alleate e si sostengono a vicenda, ed è questo il cuore del racconto: nonostante la diversità, trovano un punto in comune nel mutuo interesse di farcela insieme, non a scapito dell’altra. Così come succede con le colleghe del grande magazzino, che accolgono Midge e si offrono di aiutarla per farla ambientare. È un punto di vista sul femminile che si vede raramente, di solito non sarebbero mancate occasioni di accoltellarsi alle spalle.

3. Joel: l’uomo debole che non odiamo per forza
Joel poteva facilmente diventare il capro espiatorio della qualunque, l’uomo-piagnone che non ha talenti, che spreca la sua vita, che non sa quello che vuole, ma è convinto che il mondo gli debba la gloria senza motivo, che fugge, che non regge il confronto con una moglie piena di qualità, andando quindi a cercare conforto in una versione meno minacciosa per il suo ego maschile. Invece il suo percorso è ricco di umanità e privo di stereotipi. Le donne sono valorizzate, in questo telefilm, senza che gli uomini vengano sminuiti. Comprendiamo che Joel ha meno forza di Midge, ma che questo non è necessariamente una colpa. Non ne ha lo stesso talento, non solo creativo, ma proprio di saper stare al mondo e non ha la stessa resistenza e spinta all’azione. È più fragile, più confuso e non sa trovare la sua strada con la stessa determinazione. È sicuramente più lagnoso, meno capace di sopportare la frustrazione, che non esita a scaricare su chiunque e manca di parecchia, ma parecchia autostima. Ma non è presentato come il “nemico”. Mi ha anzi fatto un po’ di umana pena vederlo rendersi conto che Midge è molto più brava di lui a perseguire il suo sogno, che anzi lui probabilmente non realizzerà mai e vederlo prendersi dei meritatissimi schiaffoni metaforici da Susie, che ha sempre tollerato poco le sue lagne e ha sempre capito che la necessità di giornaliera spazzolata del suo ego avrebbe impedito la realizzazione personale dell’amica. Nonostante io gli riconosca una serie di qualità non proprio edificanti, è pur sempre presentato come un essere umano alla ricerca della propria felicità, semplicemente con meno strumenti a disposizione. Con questo non sto dicendo che non sia responsabile di quello che ha combinato, perché giustamente paga le conseguenze delle sue azioni avventate e ovviamente aiuta ad aumentare un minimo di simpatia anche il fatto che la vita non gli risparmia le sue belle batoste nel corso degli episodi, esprimendo un po’ di giustizia generale. (Povera Penny Pan, comunque).

4. Una nuova, brillante, evoluzione di Emily e Richard Gilmore
Anche voi, come me, avete paragonato Rose e Abe Weissman ai coniugi Gilmore? Ammettiamolo, entrambe le coppie sono spettacolari, anche se ho avvertito nei Weissman una caratterizzazione meno spiccata, con una ridistribuzione di pregi e difetti più equilibrata, rendendoli una versione meno tagliente ed estrema dei Gilmore. Li ho trovati magnifici, divertenti, brillanti e assolutamente godibili nella loro vita domestica, nei loro siparietti, ma anche nelle occasionali prese di coscienza, e nelle confessioni di parti più intime di sé (soprattutto nel caso del padre) che ci hanno permesso di dare un’occhiata più approfondita alla loro complessità psicologica, rendendoli meno stereotipati. Impagabile il loro timing comico, soprattutto quando si aggiunge la presenza di Midge, capace di parlare il loro stesso linguaggio e aderire al loro particolare registro comunicativo senza alcuna difficoltà. Li ho amati entrambi, ma la mia predilizione va ad Abe. Come dimenticare la scena della cena a base di cibo frullato, o il suo entusiasmo per la nuova offerta di lavoro, quando ce lo siamo immaginato saltare sul marciapiede per guardare dentro i laboratori, suo grande sogno? È un uomo attaccato alle sue abitudini, alle sue manie, ma capace di amore e protezione per la sua famiglia, sapendo farsi da cuscinetto perché la realtà non colpisca troppo duramente la moglie. Abe è un uomo assolutamente adorabile, ma anche Rose non è quella donna troppo attaccata alle convenzioni fino al punto da diventare cieca e crudele davanti al percorso della figlia, a cui è invece vicina e che cerca di capire, nonostante significhi allontanarsi di parecchio dai valori in cui crede (indimenticabile la scenata dentro la sinagoga!).

5. Tutto il resto.
Tutto funziona, tutto si incastra perfettamente: un copione spettacolare, le continue battute, l’umorismo quando non te lo aspetti, la capacità di rendere involontariamente comiche scene importanti, le riflessioni mai banali, il puntare i riflettori sulla condizione delle donne di quel periodo, costrette a essere “qualcosa” perché non potevano essere “qualcuno” e su un palco non sarebbero state prese in considerazione, come Sophie Lennon insegna e Midge svela pubblicamente. Ecco, magari su questo aneddoto avrei qualcosa da dire: se ho trovato esilarante l’intera scena a casa della cabarettista, che si conclude con il regalo di una pelliccia (era simpatico perfino il maggiordomo!), mi chiedo se Sophie – la cui carriera si basa su una menzogna – possa davvero invitare Midge a casa propria, svelando così il mistero alla prima che passa? Forse non si sarà aspettata di essere sbugiardata pubblicamente, ma non può davvero essere stata tanto ingenua. Ma sono solo dettagli. Continuiamo con l’elenco dei successi sottolineando la perfetta ricostruzione storica, un guardaroba notevole, una incredibile cura dei dettagli, una colonna sonora ragguardevole, personaggi ben caratterizzati (non dimentichiamo le cartomanti!!). E New York, che fa da spettatrice sempre attiva delle vicende di Maisel.

The Marvelous Mrs Maisel è un racconto moderno, vero, spassoso, qualitativamente eccellente che non scade nel banale, nell’artefatto o nell’esagerazione (tipo il musical nel Revival delle Gilmore: grazie per averci risparmiato). Come dicevo, è tutto perfetto. Non è solo un prodotto molto ben costruito, ma è anche una storia che coinvolge emotivamente e che ci fa affezionare ai suoi personaggi che non stancano mai. 

Una delle migliori serie di quest’anno, una vera e propria boccata di aria fresca.

 

– Syl

3 COMMENTS

  1. Visto solo adesso. Assolutamente molto bello e raffinato. Gli autori hanno sicuramente letto The importance of being earnest, di Oscar Wilde. Si respira la stessa atmosfera dissacrante con classe e arguzia. Ottimi personaggi e interpreti. E pure la colonna sonora, che io ci tengo.

  2. Non posso che condividere TUTTO. Arrivo forse tardi alla festa (?) perché ho avuto la possibilità di recuperare questo gioiellino solo di recente ma hai riassunto davvero tutto il mio pensiero e la maggior parte dei motivi per cui ho amato questo show, la sua protagonista, i suoi personaggi, i DIALOGHI, le musiche, gli arredi, il tuffo nel passato, insomma davvero TUTTO.

    Gran bell’articolo! E se non lo avessi sottolineato abbastanza vorrei dire anche io a tutti di correre a recuperare questa serie e farsi incantare da Midge e il suo MERAVIGLIOSO MONDO.

    • Grazie! Sì, ripensandoci anche a distanza di tempo, la mia ottima impressione è anche migliorata. Sono anzi felicissima che si sia aggiudicato tutti quei premi, la qualità è davvero eccellente. Non c’è niente che non sia stato curato, messo al punto giusto, perfezionato. Non vedo l’ora che arrivi la seconda stagione! Grazie per essere passata 🙂

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