
Perchè l’Australia? L’apocalittico drama di HBO, The Leftovers, dopo essere stato ambientato nello stato di New York e in una città del Texas, rispettivamente nella prima e nella seconda stagione, ora, per la sua terza ed ultima corsa, Kevin (Justin Theroux) si prepara per un nuovo ed improvviso trasferimento giù verso Oz.
“L’Australia è alla fine del mondo geograficamente parlando ed il nostro show parla dell’emotiva fine del mondo,” ha spiegato lo showrunner, Damon Lindelof. “Ed inoltre c’è qualcosa che riguarda il cinema australiano – è primitivo, antico e spirituale – che ci sembrava si adattasse perfettamente a The Leftovers, sia che si tratti di Mad Max, Walkabout, Waking Fight o dei film di Peter Weir.”
Lindelof sta proteggendo i segreti degli episodi finali, ma lo showrunner ci ha detto che Kevin inizialmente pianifica una visita piuttosto breve laggiù insieme ad altri personaggi – come potrete aspettarvi da uno show che parla di un evento simile alla Dipartita, non tutti infatti possono partecipare a questo viaggio (“Non sono certo i Bradys che vanno alle Hawaii,” ha detto Lindelof).
Ma una volta arrivato, il problematico padre di Kevin (Scott Glenn), che forse sente dei messaggi da parte di Dio, lo trascina in una situazione piuttosto inaspettata. “È come ne Il Padrino,” ha detto Lindelof. “Marlon Brando continua a dire a suo figlio, Michael, ‘Non voglio che tu faccia questi affari’, ma ogni volta che succede qualcosa di brutto, Michael è presente. Quindi Senior è invischiato in qualcosa e ci trascina dentro anche Kevin.”
Anche se ci sono solamente otto episodi nell’ultima stagione, potete comunque aspettarvi degli episodi con una storia incentrata su un singolo personaggio. Il ritmo della stagione, ha poi aggiunto Lindelof, vi farà sembrare come se lo show fosse stato costruito per arrivare ad un atto finale. “Anche se ci sono delle idee piuttosto pazzesche in questa stagione, abbiamo voluto costruirla in modo da avere qualcosa di conclusivo,” ha detto. “Voglio esattamente che quando gli spettatori vedranno il primo episodio della terza stagione, sapranno che si tratta dell’inizio della fine. Non volete che sia un epilogo, ma un climax.”
Detto questo, i fans di The Leftovers sanno già che non avranno tutte le risposte ai tanti misteri del dramma. L’ultima serie televisiva di Lindelof è stata infatti Lost di ABC, e prima che The Leftovers andasse in onda, lui aveva avvertito i potenziali spettatori di non guardare il dramma (la cui prima stagione era basata sul romanzo di Tom Perrotta) se volevano una narrazione causa- effetto. Tuttavia, il produttore/autore non vuole neanche che i leali spettatori di questo show rimangano disorientati. “Si tratta di un processo di narrazione molto attento, perché non vuoi che un pubblico frustrato,” ha detto Lindelof. “Una cosa è dire, ‘Ti darò questa scatola con un regalo all’interno e non lo aprirai mai’ – chi accetterebbe questo regalo? Noi cerchiamo continuamente di modulare e mantenere le promesse che abbiamo fatto. E non è abbastanza, dire che tutti noi teniamo più ai personaggi che alla mitologia. Ma credo fermamente che in The Leftovers, la parola “mitologia” non viene necessariamente applicata nello stesso modo di Lost o Westworld o Stranger Things o True Detective. Questi show hanno chiaramente definito le loro mitologie. Non voglio rendere frustrato il pubblico, ma The Leftovers ha le sue regole e continuerà ad essere così.”
The Leftovers ritorna ad aprile con la sua terza ed ultima stagione.