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The Flash | Recensione 3×15 – The Wrath of Savitar

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The Flash | Recensione 3×15 – The Wrath of Savitar

Un vecchio adagio recita: “La Paura fa brutti scherzi”.

Credo proprio che sia questo il leit motiv della nostra storia. Il timore di qualcosa ha fatto da deus ex machina per tutto l’episodio (e per tutta la stagione, direi) ed è qualcosa di così insito nell’animo umano che per me è impossibile condannare del tutto le scelte sbagliate fatte in conseguenza di ciò.

L’episodio di The Flash di questa settimana si è distinto, ancora una volta, per aver affiancato cose assolutamente ottime ad altre che avrebbero richiesto un approfondimento. Se è vero che le puntate durino solo 40 minuti circa e che bisogna condensare tutto in quel minutaggio, è anche vero che non si può lasciare il «lavoro pregresso» al solo “Previously on…”.

La cosa migliore di tutte direi sia stata senza dubbio Savitar. Se la sua comparsata breve di inizio stagione ci aveva incusso –ebbene sì, incutere ha un participio passato ed io sono andata a controllarlo prima di scriverlo!Ahahah!– non poco timore, è la sua ricomparsa in questo episodio a farci capire quanto incredibilmente intelligente e scaltro sia questo villain. Ammetto di nutrire un’ammirazione sconfinata per coloro in grado di dipingere un manipolatore senza che il pubblico se ne accorga, anche perché nella realtà accade proprio così. Savitar è una conseguenza di Flashpoint, è qualcuno che per colpa del giochino col tempo/spazio fatto da Barry è rimasto intrappolato nel vortice del tempo, subendone le infinite torture. Le prime persone che mi vengono in mente sono le più ovvie: Zoom/Black Flash e Eddie Thawne, il cui corpo era stato risucchiato dal vortice al termine della prima stagione, anche perché Savitar pare conoscere tutti molto bene.

Ho trovato assolutamente grandioso il modo in cui Savitar ha manipolato tutti sin dall’inizio, soprattutto quel poverino di Wally. Ha giocato una partita a scacchi col team Flash, usando ciascuno dei personaggi come delle misere pedine, tutto per poter avere la propria vendetta su Barry. È anche interessante come, in un parallelo con quanto Prometheus – bella eh la grande scoperta sulla sua identità, vero?Non ce l’aspettavamo per nulla. Ma proprio per niente. = Sarcasmo – sta facendo in “Arrow”, Savitar abbia capito (non che ci volesse il Nobel, sia chiaro) che la chiave per distruggere Barry è togliergli anche Iris.

E cosa usa Savitar per ottenere ciò che vuole? La paura.

La paura di Barry di perdere coloro che ama, la paura di Caitlin di trasformarsi in Killer Frost (anche se in questo caso, non è del tutto responsabile delle azioni della donna), la paura di Cisco dei propri poteri, ma soprattutto la paura di Wally di non essere abbastanza. È un tratto comune di coloro che hanno un ego spropositato come quello di Wally, di voler sempre dimostrare qualcosa, di cadere in maniera rovinosa e nel tentativo di porre rimedio ai propri errori, di precipitare ancora più in basso. È tipico della sua età – Wally ha sì e no 20 anni – e soprattutto della sua inesperienza. Savitar ha usato tutto ciò che conosceva di Wally, ogni singolo dettaglio della storia personale e della personalità del ragazzo, per raggiungere il suo obbiettivo. E la cosa più incredibile è che gran parte della manipolazione è stata evidente solo alla fine.

“Qualcuno soffrirà un destino peggiore della morte”

Quando Wally è stato trascinato nel vortice spazio-tempo davanti agli occhi di un Barry pietrificato dalla paura (non mi spiego altrimenti il suo non aver nemmeno provato a tendergli la mano), io sono rimasta impietrita davanti allo schermo del pc esattamente come lui. Non ce l’aspettavamo, diciamocelo chiaro e tondo. E anche se sono sicura che troveranno il modo di riportare indietro Wally, non ho potuto non chiudere l’episodio con la morte nel cuore perché affezionarsi a Wally è stato molto facile. E forse è anche per questo che non ho ben capito perché non abbiano concesso più spazio alla parte emotiva che ha seguito la sua scomparsa.

 

Ciò che ho perfettamente capito è il perché del suo scontro con Barry.

Da un lato abbiamo un Allen talmente terrorizzato all’idea di perdere Iris da non accorgersi di essere insensibile nei confronti degli altri, da non rendersi conto che Iris sarà anche la sua (?) fidanzata ma è anche la sorella di Wally e che non può comportarsi come un leader solitario e prendere decisioni anche per gli altri (come ha fatto dalla fine della scorsa stagione). Dall’altro abbiamo Wally. Wally che, in quanto nuovo arrivato, non si è mai fatto ingannare dall’apparente perfezione di Barry – l’uomo migliore che io conosca cit. Joe (pensate a quanto male può aver fatto a Wally una frase del genere, comunque) – ed ha sempre guardato oltre, vedendo l’essere umano, fallibile e con difetti, con il quale si ritrova suo malgrado in una competizione che lo vede perdere a prescindere. Wally non doveva essere rimproverato per aver visto Savitar e non aver detto nulla perché, diciamocelo, un conto è VEDERE un conto è TOCCARE. Wally stava ancora lui stesso processando ciò che i suoi occhi vedevano ma il suo cervello gli diceva che non poteva essere lì ed è solo quando Savitar gli assesta due o tre cazzotti di troppo, che il ragazzo si accorge di non stare dando i numeri, come si dice in gergo. È per questo che non faccio una colpa a Wally di nulla ma applaudo agli autori per aver creato un personaggio con il quale sia così facile relazionarsi senza perdere, però, l’obbiettività.

Wally si è comportato esattamente come ci saremmo aspettati si comportasse e se uscissimo dal confine realtà/fantasia per un attimo, mi verrebbe da dire che la colpa è di tutti gli altri che lo hanno sempre trattato come un eroe di serie B (cfr il manifesto di inizio episodio: “Central City: patria di The Flash – e poi più piccolo e appiccicato dopo – e di Kid Flash”)uno strumento in vista di un fine, non dandogli il giusto credito, perché se lo avessero fatto allora la storia sarebbe andata avanti in maniera diversa. Tra l’altro, questo problema lo sto rilevando dal primo episodio in cui Wally ha ottenuto i poteri: se solo quei personaggi fittizi mi dessero ascolto!

(sentimento comune anche a Cisco, pare)

A livello di scrittura di personaggio, devo rilevare anche il lavoro fatto su Barry e su Caitlin.

Barry: benché non lo abbia amato particolarmente a livello umano, non posso non apprezzare il viaggio che gli stiano facendo compiere. Per un ragazzino con una storia come la sua, è comprensibile che la paura di perdere le persone care lo porti a prendere decisioni disperate. Flashpoint è sicuramente stata la peggiore e le conseguenze del suo egoismo – un egoismo cieco a se stesso – non smettono mai di ripercuotersi su tutti coloro che lo circondano. Questa sindrome del Martire che pare essere comune a molti personaggi televisivi, nel suo caso è stata ben costruita e mi aspetto – speriamo di essere accontentata – che nei prossimi episodi Barry comprenda come combattere le sue emozioni per metterle al servizio della sua vita e non il contrario. Il suo ruolo di leader impone che sia in grado di guidare con raziocinio il resto del team, non che prenda decisioni che lo mettano in pericolo (o lo danneggino, come in questo caso). Il suo sfogo su Wally, è da inserirsi in un quadro di frustrazione personale dovuta al non aver più sotto controllo la situazione e la sua proposta ad Iris è altresì collocabile nel panorama di un falso raziocinio. Barry ama Iris e sapevamo perfettamente che le avrebbe fatto la proposta prima o poi ma farla perché così avrebbe avuto l’anello al dito nel futuro, mi è sembrata da un lato un’azione un po’ meschina, dall’altro semplicemente ridicola per due motivi:

  1. Iris non indossa l’anello nel futuro. Potrebbe non indossarlo perché non fidanzata ma anche perché lo ha perso, se lo è tolto (magari inconsapevolmente ORA stanno facendo esattamente quanto il futuro prevedeva) o glielo hanno rubato.
  2. Tra le mille mila cose da cambiare del futuro, che grado di importanza esattamente aveva l’anello al dito? È come preoccuparsi per la fiammella del fiammifero mentre intorno c’è un incendio.

Tuttavia, resta di tutte le decisioni la più OOC: onestamente il Barry che ammetteva la verità, non mi è sembrato il nostro Barry ma forse il punto era esattamente quello. Sconvolgere lo spettatore, mostrarci in maniera palese quanto stia realmente perdendo il controllo Barry e quanto la paura (sempre più simile alla disperazione) lo stia guidando nelle sue scelte, al punto da fargli commettere atti che feriscono coloro che gli stanno accanto. Oppure stavano semplicemente dando un contentino ai fan westallen salvo poi creare ulteriore dramma per torturarli ancora un po’.

Mi è comunque dispiaciuto sentire Savitar lanciare quelle accuse a Barry, benché abbia sbagliato non è una persona che sfugge ai propri errori e sentire il dio della velocità rilevare tutti gli errori mi ha fatto arrabbiare, innanzitutto perché mi scoccia molto questa tendenza delle serie tv a voler personaggi perfetti che non commettono mai errori. Non può essere così, non deve essere così, e questa tendenza a delineare personaggi perfetti è il motivo per cui quando qualche personaggio compie errori gravi, molti fan si scagliano su di lui nemmeno avesse loro ucciso: gatto, cane, pesce rosso, nonna, vicina di casa e mangiato l’ultimo avanzo del piatto preferito. Sento che sia necessario iniziare a concentrare l’attenzione sul PERCHÈ un’azione sia stata commessa quanto che sull’azione stessa. Come dico sempre, c’è una differenza fra un’azione cattiva e una persona cattiva (o sul condannare il peccatore, più del peccato).

Cait: il suo percorso è come un mostro marino, riemerge ogni tanto in superficie e ci ricorda che c’è. Come l’anno scorso (ma meglio dell’anno scorso), Cait è strumento in vista di un fine. La sua paura di trasformarsi in KF (possiamo chiamarla KF? Tanto si sa che è Killer Frost) la porta ad isolarsi. Mentre tutti si concentrano sul salvare Iris, lei decide di essere meno importante e di salvarsi da sé ma lo fa commettendo errori. Mi piace il suo rapporto con Julian e spero che ne venga fuori qualcosa di buono. In particolare ho apprezzato che l’uomo si sia arrabbiato perché lei lo ha tenuto fuori, perché non lo ha messo a parte di quello che stava facendo, Julian si è sentito usato (da tutti: la sua frustrazione nei confronti dell’essere usato come walkie talkie umano era facilmente condivisibile) in quanto esperto di meta-human e canale privilegiato di comunicazione con Savitar: il team e Cait non gli attribuivano valore come persona ma come mezzo. Ecco un altro fronte su cui bisognerà lavorare.

Mi è piaciuto che la scena si sia conclusa con Barry e Cait isolati dal resto del team: le loro paure hanno finito per aver conseguenze su tutta la squadra e fra tutti, la reazione migliore è stata quella di Cisco. Deluso, amareggiato ma sempre dalla loro parte: Cisco è decisamente frustrato dal proprio ruolo e dall’importanza che riveste nel team. Savitar ha toccato un nervo scoperto. Come deciderà di evolvere? Ecco un nuovo spunto interessante, chissà se lo coglieranno.

In generale, è saltata all’occhio una generale frammentazione della squadra e forse lo scopo di Savitar era proprio questo: togliere tutto a Barry, pezzo per pezzo. Certamente ci sono problemi comunicativi importanti che andranno affrontati e duole che a farne le spese sia stato il suo membro più debole.

Infine, il nostro caro HR che è molto più di ciò che sembra. Risolveremo mai il mistero? Come lo conosce Savitar? Paradossalmente, non importa quale sia la sua reale identità, ho la sensazione che la sua fedeltà al team sia sincera e sono curiosa di scoprire la verità e come si procederà a partire da essa.

Questo episodio, non è stato tutto raggi di sole e arcobaleni, oltre a quelle che ho già rilevato, ha avuto altre note stonate che mi sono risultate poco chiare:

  • Joe West. Non ho capito 3/4 delle sue reazioni. Prende la notizia del fidanzamento con filosofia, si accontenta delle scuse di Barry e non vede altro, prende le parti dell’uomo con la figlia, si limita ad un «non è colpa tua ma metti a posto il tutto perché non posso perdere Wally». Insomma, dove è finito il detective dall’intuito infallibile e maestro Yoda della situazione? Dove si è visto un padre che prende le parti del fidanzato della figlia se questo si è proposto per un cavillo tecnico? Nemmeno lo sforzo di comprendere Iris e poi spiegarle il punto di vista di Barry: no, dritto verso “Eh ma lui ti ama per cui devi perdonarlo“. Insomma, dove è Joe West? Io non lo so più.
  • Jesse Quick, quale è stata la sua utilità ai fini della trama?
  • Perché Wally è stato così tonno da svelare a Savitar dove fosse il pezzo mancante della pietra filosofale e poi lo ha gettato dritto nel vortice temporale, fra le braccia del dio?
  • Perché tirar fuori la storyline di Cait come un coniglio dal cappello ogni volta che ci fa comodo? Ma soprattutto, la collana ad energia solare/faro nella notte con il quale il Titanic non sarebbe affondato, che fine ha fatto?

….sono sicura ce ne siano state altre e, anzi, vi chiedo di scrivermene nei commenti perché al momento non ne ricordo più.

In chiusura, vorrei dedicare due minuti alla profezia di Savitar: “Qualcuno tradirà, qualcuno morirà, qualcuno subirà un destino peggiore della morte“, più che altro alla prima parte. Non credo che il tradimento sia stato quello di Cait, ho il sentore che arriverà presto un tradimento più grande o – mi viene da pensare – che il tradimento sia quello di Barry al team. Ammetto che di tutta la profezia, è questa la parte che temo di più in quanto fan e della quale sono più entusiasta in quanto recensore.

Vi lascio al promo del prossimo episodio in cui rivedremo tre visi che mi sono mancati tantissimo…

Che ne pensate della puntata? Vi aspetto nei commenti.

Vi saluto e vi ricordo le meravigliose pagine dedicate al nostro Team Flash.

Grant Gustin Italia

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

3 COMMENTS

  1. Morale della favola: mai dividersi perché l’unione fa la forza. Che mi pare di aver già sentito una cosa del genere da qualche parte. Anche perché, quando succede, i singoli ne combinano di ogni e tutte sbagliate. Chissà se riusciranno a capirlo, prima o poi. Ne dubito, se non altro per esigenze di copione.
    D’accordissimo su tutta la splendida recensione.
    Wally avrà pure 20 anni, ma mi sembra un po’ troppo fesso. Cosa voleva fare? Mah!
    In generale, non riesco a scrollarmi di dosso quel senso di infantilismo che trovo negli episodi. Anche per questo non riesco proprio ad appassionarmi.
    Comunque, ancora complimenti a te.

    • Ciao!Ben ritrovato!
      Ebbene sì, credo fosse un certo Giulio Cesare a parlare di Divide et Impera.
      Wally secondo me è una pericolosa miscela di inesperienza, disperata voglia di dimostrare qualcosa e ego, il tutto avvolto in un buon cuore che vorrebbe solo fare del bene. Non riesco ad arrabbiarmi del tutto con lui, lo vedo molto come un gran pasticcione. Sarà una dura lezione per il ragazzo, soprattutto se e quando prenderà consapevolezza di essere stato usato da Savitar.
      L’infantilismo lo vedo anche io ma come forse facevo rilevare in passato, bisogna tenere presente che il canale di per sé è già rivolto ad un certo target e che questo genere di serie tv è confezionato per un pubblico il più ampio possibile: dai ragazzini agli adulti, per forza di cose devono realizzare un prodotto che sia adatto e interessante anche per i più giovani. Di suo, poi, già i prodotti dei primi anni DC Comics hanno un impianto molto semplice e “solare”, fumettistico nel senso più leggero della parola. In origine, già il fumetto è leggero e votato al divertimento più che all’affrontare grandi temi, come ad esempio hanno fatto in molti fumetti Marvel, uno su tutti X-Men o Spider Man.
      Se vuoi vedere qualcosa di legato ai supereroi con più introspezione, ti consiglio “Daredevil” (il mio preferito), “Jessica Jones” e “Luke Cage” e fra poco arriverà anche “Iron Fist”. Lì sì che il tema “supereroi” ha toni non infantili e incredibilmente seri e pieni di spunti di riflessione.
      Grazie del commento e dei complimenti. Alla prossima!

      • Grazie per i suggerimenti, anche se è proprio il tema di base (i super) che non mi attira granché. Però non si sa mai, perciò ho preso nota e provvederò. Grazie ancora.

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