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The Flash | Recensione 3×14 – Attack on Central City

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The Flash | Recensione 3×14 – Attack on Central City

Bentornati fans del fastest man alive,

ho appena terminato la visione della puntata e mi ritrovo a dover scrivere la mia opinione al riguardo: di solito aspetto qualche ora prima di recensire “The Flash” per poter comprendere appieno cosa ho visto e offrire a voi un’analisi il più fredda possibile. Stasera – è sera – invece ho deciso che dovevo scriverne subito e la ragione è molto semplice: mi son sentita turlupinata alla grande.

Un’intera settimana ad aspettare ‘sto attacco a Central City e QUESTO è ciò che abbiamo visto?!

40 minuti di episodio dei quali 10 trascorsi fra le sdolcinatezze Westallen (ho il diabete), 10 nel dramma Wally/Jesse/Harry, 10 nella preparazione all’attacco (col solito dilemma morale: lo uccido o non lo uccido?), 5 con Cisco che ce prova con Gypsie e 5 con lo scontro vero e proprio. Conclusosi a tarallucci e vino, comunque. Ma magari ne parlo dopo …

Ora, io capisco che tradurre Gorilla Grodd in realtà sullo schermo costi un sacco di danaro ma, non so come la pensiate voi, l’aspettativa e la suspance si creano in mille modi diversi dalla presenza vera e propria del villain. Per dire, Pretty Little Liars ha tirato avanti per eoni senza farci vedere la faccia di -A!!

E parlando del vero e proprio scontro: Barry si interroga se esista un modo nuovo per affrontare Grodd. E la risposta è: farlo fare a qualcun altro. Il caro Allen ha scoperto il segreto del delegare: demanda a Sandovar lo scontro fisico (il tutto sotto gli occhi inermi del resto dei gorilla: neanche fossero la Montagna e Oberyn Martell ad affrontarsi a singolar tenzone e loro il resto di King’s Landing!), rifila alla Argus (che ha già lo squalo coi jeans) la custodia del Gorilla (a cui salva la vita e consente di vivere nella sua Terra benché fra le sbarre, mettendo a tacere il proprio senso di colpa di umano). Insomma, si carica delle preoccupazioni, mobilita il team e poi dice: ma perché devo farmi venire io l’ulcera allo stomaco? Deleghiamo la cosa a qualcun altro.

Parere sulla scelta di per sé a parte, anche a livello di scrittura è stato mediocre. Avrebbero potuto farci vedere uno scontro coi fiocchi fra i due, magari l’acquisizione di nuove competenze da parte di Barry, il lavoro di squadra con Kid Flash e Jesse Quick, un nuovo potere per Vibe, ed invece hanno creato aspettative sul nulla cosmico, abbandonando ad un banale stratagemma la risoluzione del conflitto.

Insomma, sono insoddisfatta. Speravo in qualcosa di più, ero convinta che fossero in grado di fare qualcosa di meglio, ed invece ho dovuto ricredermi. Il sapore acre della delusione.

Non mi è stato nemmeno così chiaro l’intero siparietto Harry/HR (a parte la bravura di Tom Cavanagh nell’interpretare due personaggi opposti nelle stesse scene), ma d’altronde non ho nemmeno ben capito Harry: arriva a manipolare Wally per far sì che Jesse non parta e poi se ne va senza rancore. Ma soprattutto, se ne va! Lo stesso Harry che le aveva messo il braccialetto di sorveglianza, la lascia su un’altra Terra. Qualcuno potrebbe parlare di character devolpment, io parlo di “avevamo poco tempo per cui la sistemiamo così prima che Tom ci chieda stipendio doppio”. Senza contare che, sarà il contrasto caratteriale, sarà che non lo vedevamo da un po’, ma io Harry non lo ricordavo così cattivo nei confronti degli altri.

Insomma, l’episodio è stato ben al di sotto delle mie aspettative. Benché siano riusciti a tenere un ritmo narrativo piuttosto alto, non sono stati in grado di creare la suspance adatta allo scontro finale (fuorché nella scena in cui Grodd fa puntare la pistola alla tempia di Joe) al quale, comunque, sono arrivata dopo una serie estenuante di “Ok, d’accordo. Ma andiamo avanti?”. A complicare la situazione ci si è messa anche l’enorme quantità di questioni sul tavolo: la stessa storia Jesse/Harry avrebbe potuto godere di un maggiore approfondimento, stesso dicasi per la liason fra vibers (Cisco e gli amori impossibili, è questa la vera ship!) e fra una cosa e l’altra, nessuno si è ancora preoccupato di farci sapere come sta Joe. Una battuta, uno sguardo, un qualcosa che ci faccia capire cosa gli stia passando per la mente!

È quindi con l’amaro in bocca che devo scrivere che la parte migliore è stata la conclusione: se la ricomparsa di Savitar ci fa tremare dalla paura (e anche Wally ha tremato. Fra l’altro mi chiedo se ci sia un legame con la scomparsa momentanea di Julian: il ragazzo aveva detto di non avere grandi rapporti con la famiglia…), è la proposta Westallen a farmi sperare che possano sfruttarla per approfondire la psicologia di Barry e Iris. In base alla risposta, ovvio. Ma potrebbe anche essere il mio solito ottimismo a colpire.

Vi lascio al promo del prossimo episodio…che risolve fin da subito un dubbio sul finale dell’episodio…

…ma cosa succede quest’anno fra il settore autori e quello promo delle serie tv? Sarà la terza o la quarta volta che un cliffhanger ben architettato viene rovinato da un promo che risolve il mistero! Ma non si parlano?

E voi? Siete rimasti soddisfatti, come me, avete terminato la puntata con un «meh»?

Vi ricordo di passare dalle bellissime pagine dedicate alla serie tv:

»Cisco Ramon

Grant Gustin Italia

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

2 COMMENTS

  1. Beh, non voglio fare lo splendido, anche perché non lo sono, ma l’avevo detto tempo fa: in argomenti del genere gli autori hanno la massima libertà, possono fare e disfare tutto ciò che vogliono, ma si perdono nella presunta spettacolarità delle scene o in trame assurde e spesso infantili. Tralasciando logica e interesse per la storia da chi è di palato più esigente.

    Forse ne avevo già parlato, non ricordo, ma in casi come questo mi viene sempre in mente la differenza fra l’inizio di Smallville e la parte successiva (non so più da quale anno). Al principio, c’era una logica, una storia da seguire, poi col tempo è diventata una confusione senza senso, dove valeva tutto e il suo contrario. Mi sono sentito preso in giro e ho chiuso i rapporti.
    Se guardo ancora The Flash, è solo perché ho del tempo da perdere.
    Concordo su tutto, hai fatto centro.

    • Ciao!
      Purtroppo è così: per ogni film/serie tv in cui l’azione deve fare da padrone, ci sono argomenti, come l’approfondimento psicologico o l’effettiva logicità delle azioni, che vanno in secondo piano. Bisogna metterle in conto. Dispiace solo che ultimamente in The Flash ciò accada troppo spesso, cosa che non succedeva nella prima stagione.
      Grazie del commento e dei complimenti, alla prossima

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