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The Flash | Recensione 01×02 – The Fastest Man Alive

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The Flash | Recensione 01×02 – The Fastest Man Alive

“Si trasforma in un razzo missile, con circuiti di mille valvole, tra le stelle sprinta e va…”

Devo ammettere che il mio odio per le intro della CW è leggermente calato quando ho sentito quello di Flash, che non è poi così male (l’intro dopo l’intro mi è piaciuta un sacco!), cosa che non toglie il fatto che ogni volta che qualcuno dica The Flash, nella mia mente parta la sigla di Ufo Robot: un po’ come l’aria del Rigoletto (“La donna è mobile/Qual piuma al vento…) che parte ogni volta che mia mamma parli della sua amica Norma. Non c’è alcun legame ma il mio cervello ha fuso le due informazioni insieme.
Piccolo sproloquio iniziale a parte, bentornati!

Questo episodio è stato più lento del precedente ma è servito a risolvere alcuni punti importanti della costruzione dell’eroe. La questione fondamentale di questo episodio è stata la «Forza»: sia intesa come forza fisica che intesa come forza psichica, caratteriale.
Il problema fisico ha una soluzione decisamente semplice (e molto logica) che, con un po’ di riflessione in più, sarebbe stata intuita anche dallo spettatore: si muove troppo velocemente quindi brucia molte calorie quindi sviene quindi basta che si strafoghi.
Datemi un fulmine ora! Anche io lo voglio!

Ma la debolezza fisica è specchio di quella psicologica che affonda le sue radici nella storia personale di Barry e nel suo rapporto con le figure paterne della sua vita: mr Allen detenuto ad Iron Highs e il detective West che lo ha cresciuto come fosse figlio suo (che tenerezza sentirlo definire Barry, «my kid»).

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Barry è un ragazzo che ha assistito impotente alla morte della madre e all’arresto del padre e prima ancora, veniva preso a pugni dai bulli, sia che fosse lui l’obbiettivo, sia che lo fosse qualcun altro e lui fosse solo intervenuto per difendere. Come ci dice lui stesso, è cresciuto convinto che nonostante i suoi sforzi, non sarebbe mai riuscito ad essere l’«eroe» che avrebbe voluto, con la sensazione di non essere abbastanza. L’aver ricevuto la super velocità ha aumentato le sue possibilità di riuscita ma allo stesso tempo non lo ha reso invincibile ed al primo sentore di sconfitta, Barry è ritornato a pensarsi come il ragazzino che non era abbastanza forte per riuscire. Alla storia personale di Barry, si aggiunge l’amore paterno che West ha per lui: un amore che lo vorrebbe tenere al sicuro, proteggerlo da tutto ciò che potrebbe fargli del male (fisico o psicologico) anche mancando di fiducia nelle capacità del ragazzo, ora uomo, anche ostacolando i suoi naturali talenti.

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Per questo gli scontri tra Barry e West, sia nel passato che nel presente, si manifestano quando il padre (putativo) pone dei limiti al figlio: Barry vorrebbe infrangere quei limiti e per farlo avrebbe bisogno di un aiuto che West non è pronto a dargli, proprio perché lo vorrebbe proteggere dal Male, da altro dolore.
Ma come ogni genitore che deve accettare che ad un certo punto i figli inizino a commettere e a pagare i propri errori, alla fine anche West capisce che tutto ciò che deve fare è accompagnare Barry nella sua missione, non lo può proteggere ma lo può supportare: ed è esattamente ciò che fa, in un interessante parallelo, sia nel passato – accompagnando Barry dal padre in prigione – sia nel presente – proponendo di lavorare insieme per scoprire la verità su quella maledetta notte. Oltretutto ora Barry ha dei super poteri che lo potrebbero aiutare nella missione dell’Eroe. Come dice la pubblicità dello shampoo: lui vale!

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Dall’altro lato abbiamo la figura del prof. Wells, che si pone come mentore, guida, ma che non la conta giusta. In chiusa d’episodio, Harrison uccide il cattivo di turno – Simon Stagg (lo sceriffo Valenti è con noi!) – giustificando il proprio atto con la volontà di proteggere the Flash, un eroe che sarà molto di più in futuro (e che avvalora la mia ipotesi su Harrison Wells come Hunter Zolomon) ma lo fa per un altro fine e con ben altri mezzi. Non credo che Wells possa rappresentare un pericolo per la vita di Barry ma mi chiedo cosa esattamente voglia da lui.

A fare da sfondo a queste questioni importanti, c’è il caso della settimana: un ex ricercatore dei laboratori Stagg (ma questa Central City è la città della scienza: ricercatori italiani, trasferitevi lì!) che, colpito dall’esplosione degli STAR Labs, ha preso in parola la citazione biblica: «andate e moltiplicatevi». Scopo dell’ex dott. Black è uccidere Simon Stagg, interpretato da William Sadler (che dopo Valenti in Roswell ha smesso di interpretare personaggi positivi), reo di avergli rubato la ricerca sulla clonazione ed aver causato la morte della moglie Elizabeth (per la quale Black aveva iniziato la ricerca).
Il caro Multiplex o Capt Clone viene però definitivamente sconfitto con lo stratagemma più vecchio dei telefilm (e dopo averne visti un bel bel bel po’, inizio a diventare decisamente troppo intuitiva): di tutti i cloni, solo uno è quello da colpire, ovvero colui che manifesta segni di stanchezza evidenti: tipo, schiantarsi al suolo senza apparente ragione, in prima linea e in piena vista. Mancava solo che fosse ricoperto di catarifrangenti e luci di Las Vegas!

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Barry, però, non uccide nessuno, sarà Black a lasciarsi andare nel vuoto (rifiutandosi di combattere ancora):

Some people when they break they can’t be pulled together again. Harrison Wells

Il super cattivo mi ha lasciato un po’ insoddisfatta; l’ho trovato un po’ troppo semplice: tizio grande scienziato perde una persona cara e per un incidente si trasforma in un villain, una storia simile a quella del dott. Octopus di Spiderman se vogliamo (anche se il celebre Doc Oc ha tutto un substrato psicologico e filosofico da non sottovalutare). Tuttavia comprendo che in 40 minuti d’episodio, fosse necessario fornire semplici mezzi per il raggiungimento del fine: il mezzo era la storia del villain (un debole che ha ceduto alla vendetta), il fine quello di approfondire la debolezza fisica e psicologica di Barry.

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L’episodio, però, ci fornisce uno spaccato delle future complicazioni per Barry e tra queste c’è Iris…

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Infatti la ragazza, come Lois Lane in Superman, fa la giornalista e si sa, i giornalisti sono ficcanaso che tendono ad appassionarsi alle cose più strambe: tipo un fulmine giallo e rosso che salva la gente in città.
Dobbiamo aspettarci dinamiche alla Lois e Clark? Ma perché di queste lady dei supereroi non ce n’è mai una che faccia, che ne so, la farmacista o la cassiera del super mercato? È la sindrome del più è difficile più siamo contenti?

Alcune considerazioni random.

  • Innanzitutto vorrei manifestare, anzi, confermare la mia piena approvazione per come stanno costruendo il personaggio di Barry. È facile empatizzare con lui anche perché è rimasto fedele a se stesso: è imbranato esattamente come prima, arriva in ritardo anche ora che ha la super velocità, è fanboy esattamente come potremmo essere noi ed ha le sue insicurezze. Ma, allo stesso tempo, non ha perso il senso di giustizia e empatia che lo ha sempre caratterizzato: come dicevo la volta scorsa, Barry è sempre stato un eroe, ora ha solo degli strumenti in più per farlo.
  • Un altro personaggio che mi piace sempre di più è Catlin Snow che mi ha seriamente divertito ogni volta che sgridava Barry. L’atteggiamento da sorella maggiore mi ha molto divertito e mi aspetto molto dal terzetto: Barry-Catlin-Cisco. Tra l’altro Cisco che inventa i nomi ai super cattivi mi ha decisamente divertito: più in character di così!

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Non ho ben capito due o tre cosette:

  • Il pep talk è stato proposto di nuovo. Questa volta era contestuale ma speriamo non diventi un’abitudine.
  • Tiene il costume nell’armadietto. Seriously? Io voglio l’anello col costume compresso! Cisco, mettiti all’opera e progettagli l’anello!
  • Il solito problema dei supereroi: in situazione di emergenza scompaiono improvvisamente e riappaiono altrove senza che nessuno si faccia due domande, serie. Voglio dire, Barry sei svenuto vicino a un cassonetto: una scusa che avrebbe bisogno a sua volta di una scusa!
  • Non credo sia molto astuto fare agire in maniera totalmente separata la polizia e The Flash, come propone West: capisco l’esigenza di tutelare l’identità di The Flash ma un servizio di supporto sarebbe più utile. Voglio dire, i carabinieri arrivano subito dopo Don Matteo ma comunque arrivano. Scusate la citazione colta.
  • Un piccolo dubbio: ma se Iron Highs è la stessa prigione in cui vengono tenuti i super cattivi anche in Arrow, questo significa che c’è un solo penitenziario in 900 km? E Barry si macina 600 miglia come fossero noccioline da che aveva 12 anni? Mah. Magari l’han fatto per preparare il terreno ai futuri cross-over con Arrow.

Tirando le fila, un episodio interessante e più lento del precedente certo ma frutto di un’esigenza di credibilità e continuità narrativa. Non nego che, benché mi sarei aspettata maggiore suspance, non sono delusa né credo che l’episodio sia da bocciare: è stato funzionale e approfondito senza dimenticare i momenti detective West-Barry Allen che ho trovato molto intensi e coinvolgenti. Non è facile costruire bene un mito (nel caso degli eroi è qualcosa di necessario e fondamentale) e farlo correndo troppo: la velocità, per ora, è giusto lasciarla a Barry.

In chiusa di recensione vorrei condividere con voi il fumetto che la pagina Tumblr ufficiale di The Flash ha rilasciato questa settimana; lo ha fatto anche la scorsa.

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…e anche questo simpatico scambio di tweet (perché la CW se la canta e se la suona):
XD
A voi l’episodio è piaciuto? Siete rimasti soddisfatti? Avreste voluto qualcos’altro?

Vi lascio al promo del prossimo episodio, prevedo ulteriori guai per il nostro supereroe.
https://www.youtube.com/watch?v=WfKIXQbr89w

Prima di salutarvi, vi invito a condividere, mipiacciare e soprattutto commentare la mia recensione senza dimenticare un’occhiata alle belle pagine di The Flash Italia e The Flash Italia Fans.

Alla prossima, that’s all folks!

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

2 COMMENTS

  1. Se c’é una cosa che adoro é vedere come nascono i supereroi: come dice Barry, ottenere dei poteri é una cosa, ma non ti rende automaticamente un eroe. Ci vogliono preparazione, motivazioni, ed é un processo che adoro vedere sullo schermo, vista la mia fascinazione con eroi e simili. E Barry passerà, piano piano, da Barry-Allen-quello-sempre-in-ritardo a The Flash, ma con gradualità – e noi saremo lì a crescere con lui e sinceramente, non vedo l’ora *^*
    L’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso é Iris che fa la giornalista. Ora, io non ho letto i fumetti, quindi magari é pure canon e io sto insultando qualche santa divinità della DC, ma mi sembra un po’ uno schema già visto: lei adesso si interessa al fulmine giallo e rosso, prima o poi si ritroverà ad incrociare il suo cammino, e dopo ancora a scoprire la sua identità. É troppo chiedere un po’ di originalità in questi rapporti eroe/dama? (É per questo che gli Olicity sono così sensazionali ma QUESTO É UN ALTRO DISCORSO devo smetterla).

    Complimentoni a te per la recensione, e ci risentiamo al prossimo episodio *^*

    • Sono d’accordo con te ma purtroppo anche nel fumetto, la cara Iris, è una giornalista. Onestamente un cambio di lavoro sarebbe auspicabile ma credo sia un po’ una di quelle conditio sine qua non dei fumetti, un po’ come le carte di Propp delle favole per intenderci, quella di dare alla lady dell’eroe un lavoro che la porti ad avere strettamente a che fare col vigilante in questione.
      In questo sono stati fedeli al fumetto, ora c’è da vedere come svilupperanno il confronto fra una Iris curiosa e temeraria e un Barry/The Flash che la vorrebbe tenere alla larga dai suoi segreti. Spero, però, che diventi un’occasione per dello humor: adoro quando si creano situazioni divertenti!

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