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The Boys fa per voi se… 3 (+1) elementi chiave della serie

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The Boys fa per voi se… 3 (+1) elementi chiave della serie

Lo so, sono arrivata tardissimo a questa serie, ma ho continuato a rimandare (nonostante i toni dei vari trailer ispirassero molta curiosità) perché avevo dato la precedenza ad altre serie in lista… ora però, con l’uscita della seconda stagione, The Boys non ha potuto non saltare in cima. Eccomi quindi a recuperare tutti gli episodi e, visto che giusto questo venerdì Prime Video ha rilasciato il secondo season finale, mi sembrava appropriato dedicare qualche riga a questa dissacrante serie sugli anti-eroi.

Senza spoiler, quindi, perché mettersi alla visione di The Boys se siete ancora indecisi? Ecco cosa aspettarsi da questa serie, per capire se fa effettivamente per voi o meno.

The Boys fa per voi se…

  • Non avete problemi con lo splatter e gradite del “sano” black humor

Pensate a toni dissacranti stile Misfits, a scene a tratti disturbanti, a teste che esplodono come petardi e sequenze che sembrano uscite direttamente da un film di Tarantino. Ecco, se non vi scandalizzate per (più di) qualche schizzo di sangue ma anzi riconoscete il volutamente sopra le righe di alcune sequenze come una scelta in linea con un prodotto di questo tipo, allora accomodatevi alla visione e preparatevi a una serie di “nooooo, vabbè” (quando non bieche risate davanti all’ennesimo epic fail di quell’idiota di The Deep, tanto per dire). Il linguaggio è colorito, lo humor è spesso nerissimo e non ci si formalizza davanti a certi temi… se già alla fine del secondo episodio di The Boys rimarrete incuriositi da quanto visto e ne vorrete di più, il resto verrà da sé.

  • Vi piacciono le serie sui supereroi… con un twist!

Non sarà magari il tema rivoluzionario del secolo quello di mettere dei supereroi, generalmente paladini del bene, nel ruolo degli antagonisti di una storia, ma in The Boys i tratti riprovevoli e le imperfezioni (quando non veri e propri lati oscuri) di questi personaggi diventano il fulcro della narrazione. Non ci viene risparmiato nulla nel dietro le quinte, dove gli “eroi” dotati di superpoteri mostrano un volto diametralmente opposto a quello pubblico, smontando in due parole o due fotogrammi l’immagine scintillante che uno si potrebbe aspettare. I comportamenti altezzosi, capricciosi e superficiali, spesso le scelte moralmente discutibili a cui assistiamo portano fin da subito a simpatizzare quasi inconsciamente per i ragazzi guidati da Butcher, che puntano a smascherare i Sette e a spodestarli dal loro piedistallo, mostrandoli alle masse per ciò che sono realmente.

  • Apprezzate trame che coinvolgano lotte di potere e qualche intrigo

Un aspetto che ho trovato originale è stato, tra le altre cose, il rendere questi personaggi dotati di superpoteri parte di un’organizzazione che ne “gestisce” l’immagine a livello di marketing e non solo. Diciamocelo, è un’interpretazione non lusinghiera ma decisamente neanche troppo irrealistica di come una società come quella americana potrebbe approcciarsi alla scoperta di persone con doti di questo tipo: copertura mediatica, un intero universo fatto di merchandise che ruota attorno alla squadra, esperti di comunicazione costantemente all’opera per elaborare strategie di promozione…
Un contesto brutalmente onesto e per questo vincente in cui si sviluppa quella che, alla base, parte come una storia di lotta alla Davide contro Golia, dove i “boys” sono quasi un gruppo di scappati di casa a fronteggiare il colosso della Vought (la compagnia a cui fanno capo i Sette).
Con questa super-potenza industriale, finanziaria e commerciale che cerca di mettere le mani in pasta su questioni militari, politiche e farmaceutiche, il coinvolgimento di organizzazioni governative come la CIA, segreti che potrebbero distruggere un impero da portare alla luce e possibili diramazioni terroristiche, The Boys presenta una trama decisamente intrigante da seguire… seppure sempre raccontata con il tono irriverente e a tratti “scanzonato” che contraddistingue la serie.

Bonus: una colonna sonora figherrima!

Quasi ogni episodio si apre e chiude su note di brani azzeccatissimi per sottolineare il tono della situazione attuale, con in più qualche intrusione eccellente all’interno della puntata (come dimenticare momenti epici sulle note di “Wannabe” delle Spice Girls… ok, la smetto di rivangare i terribili exploit di quel poveraccio!).
“Psycho Killer” dei Talking Heads, “Cherry Bomb” delle Runaways, “Sympathy for the Devil” dei Rolling Stones, “Ain’t no sunshine” di Bill Withers solo per nominarne un paio semplicemente perfette per il momento a cui sono abbinate, senza contare un ricorrente Billy Joel (a quanto pare tra i musicisti preferiti di Hughie e i cui brani accompagnano spesso le sue scene). Potete trovare la soundtrack completa su Spotify, da sentire e risentire almeno quanto quella di The Umbrella Academy!

Voi che mi dite, avete già visto le due stagioni di The Boys? Fatemi sapere che ne pensate e, se ancora non l’avete iniziato, se questi motivi vi hanno incuriositi o definitivamente convinti a lasciar perdere… Attendo di leggere i vostri pareri qui sotto nei commenti.
Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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