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The 100 | Recensione 3×02 – Wanheda (Part 2)

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The 100 | Recensione 3×02 – Wanheda (Part 2)

Con questa terza stagione, The 100 si sta prendendo tutto il tempo per gettare le basi della storia che vedremo svolgersi nei prossimi episodi. Con questa seconda parte di premiere, siamo ormai certi che un’altra guerra è alle porte, e il nemico, stavolta, è l’Ice Nation. Contrariamente a quanto successo con Mount Weather, non abbiamo ancora visto la loro leader, né, ancora, siamo stati testimoni diretti della violenza di cui parla Indra, ma le azioni di questi nuovi Grounder hanno già ferito gli Sky People, e, in particolare, Monty, che ha perso il padre a causa loro.
Introdurre il nuovo nemico di stagione è doveroso, così come lo è anche definire il sistema di alleanze/inimicizie tra i Grounder, e il fatto che gli autori abbiano deciso di rendere l’Ice Nation responsabile della morte del padre di Monty rende noi spettatori più propensi a immaginarli nella nostra mente come nemici. Il fatto, poi, che la morte dell’uomo sia avvenuta eroicamente, cercando di proteggere dei bambini innocenti che venivano massacrati, ce lo rende ancora più facile. L’Ice Nation ha anche ucciso Costia, la compagna di Lexa, il che unisce sia gli Sky People che i Grounders nell’odio comune contro di loro, così come è stato per Mount Weather.
Ma, in quest’episodio, non è ancora la guerra a farla da padrona; piuttosto, sono tutta una serie di dinamiche che la scatenano su più fronti: l’Ice Nation diventa sempre più minacciosa, Abby cura Nyko con una trasfusione di sangue da Mount Weather, inimicandosi i indraGrounder e infrangendo una tregua già fragile, e, in un bel colpo di scena finale, Clarke viene consegnata non alla Regina dell’Ice Nation, come pensavamo, ma a Lexa in persona, e dal principe Roan, il figlio della regina stessa. C’è abbastanza carne al fuoco da avere una buona stagione, e non è solo la guerra che la renderà interessante, ma anche le interazioni tra Grounder e Sky People e tutto quello che capiterà dopo: le conseguenze del gesto di Abby e Lincoln non romperanno solo la tregua, porteranno anche Nyko e Lincoln stesso a essere portavoce di un cambiamento nei Grounder, e non sarà né facile, né veloce. E ci sono i nuovi Sky People, i sopravvissuti agli attacchi dell’Ice Nation, che non sono affatto disposti a vedere i Grounder come alleati, e questo creerà una spaccatura all’interno degli stessi Sky People che complicherà le relazioni dei sopravvissuti dell’Arca.
E neanche i sentimenti dei Cento saranno messi in secondo piano, in questa stagione. Nella scorsa, gli eventi si sono avvicendati con tanta velocità, che a volte si faceva fatica a tirare il fiato, perché subito bisogna prepararsi a un nuovo ostacolo. Ma, in queste due settimane, gli autori si stanno prendendo spazio e tempo per permettere ai ragazzi, e agli attori che li interpretano, di confrontarsi coi loro demoni interiori.

Lo fa Jasper, che piange, com’è giusto che sia, quando trova il quadro preferito della sua ex ragazza morta, e che, come gli dice Abby, deve affrontare quello che prova, se non vuole finire come Finn. Bellissima e straziante la scena con lui che piange, ricordando Maya proprio nel posto in cui è morta, e Octavia che lo consola, che gli dice che il dolore passerà. In quel momento, Jasper non è più il ragazzo che cova odio contro Clarke e Monty, ma un adolescente che si è visto spezzare il cuore e sta cercando con tutte le sue forze di superare il dolore, ma non è mai riuscito ad andare oltre la rabbia, la frustrazione, il continuare ad addossare la colpa a qualcun altro per sfogare quello che ha dentro. Solo tornare a Mount Weather gli permette di tirare fuori qualcosa di diverso dalla furia (auto)distruttiva… vederlo piangere fa tanto male, perché Jasper, al momento, è il più fragile di tutti, ma anche il più vicino all’adolescente normale, che deve superare un grande trauma e non sa ancora bene come fare. Bravo Devon Bobstick, che riesce a far capire la tristezza del suo personaggio.

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Non lo è altrettanto Christopher Larkin, meno bravo a rendere il dolore di Monty alla scoperta della morte del padre. Nel momento in cui riceve la notizia, la sua espressione cambia di poco ed è difficile capire che sta soffrendo. A prescindere dalla recitazione di Larkin, comunque, Monty è un altro dei Cento che incassa il dolore della perdita e va avanti, perché sa che non può fare diversamente. Questi non sono più, ormai, i ragazzi che abbiamo incontrato nel pilot: si sono costruiti una corazza attorno e hanno capito che devono farla rimanere intatta, se vogliono sopravvivere. Da una parte, è qualcosa di cui possono andare fieri: sanno affrontare le difficoltà, sanno non farsi abbattere da esse; ma, dall’altra, indica quanto, ormai, non si possano più considerare in tutto e per tutti degli adolescenti, perché la vita sulla Terra li sta costringendo a diventare adulti di colpo.
Ottimo, di nuovo, Murphy, che dimostra ogni episodio di più di essersi meritato la promozione a regular, e non solo non cede alle lusinghe della City of Light, ma tiene anche in scacco Jaha, e continua ad essere diffidente. Lui ed Emori, ormai, sono partners in crime, anche se è difficile vederlo mostrare rimorso per aver ucciso un uomo dopo averlo visto, nella prima stagione, deciso a uccidere una ragazzina, prima, e Bellamy, poi. Anche lui, è molto lontano dal personaggio pericoloso e fuori di testa che abbiamo visto nella prima stagione.

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Questa City of Light, da quello che ci è stato mostrato finora, sembra, più che un posto geografico, una specie di proiezione mentale, un luogo non fisico dove la mente di chi decide di affidarsi all’A.L.I.E. viene proiettata. E l’effetto di quel chip che Murphy si è rifiutato di ingoiare rimane anche dopo la morte. Le implicazioni di quello che abbiamo scoperto sono inquietanti, specialmente se consideriamo quello che dice Jaha: vuole portare in quel posto tutti gli Sky People, così saranno imprigionati in quella dimensione parallela, e neanche la morte potrà liberarli. Jaha, come i Cento, ha dovuto affrontare i propri lutti, e ha scelto, già dalla scorsa stagione, la sua strada per affrontarli: sommerso dal dolore per la morte del figlio, ha deciso di annullare tutti quei sentimenti che lo laceravano. Anche lui, come i ragazzi, cerca di sopravvivere e, nel farlo, si è imbattuto in una realtà pericolosa.
Ma l’apoteosi dei cuori infranti, degli infarti cardiaci, della mancanza di ossigeno, degli sguardi increduli, è andata ai Bellarke e ai Clexa. Entrambe le coppie hanno avuto pochi minuti, ma sono stati intensi e dolorosi.
Che Lexa abbia dei sentimenti per Clarke é chiaro già dalla scorsa stagione, ma che sia più capace di Clarke di mettere da parte quello che prova per difendere i suoi interessi è altrettanto chiaro dal tradimento ai danni degli Clarke e gli Sky People. Anche Lexa, come Clarke, ha fatto quello che andava fatto: è cresciuta in un ambiente ostile, dove bisogna imparare a difendersi e ogni debolezza la si paga cara. Lei stessa ha pagato cara la sua, ed è comprensibile che, anche se consapevole di quello che prova per Clarke, non voglia ripetere gli stessi errori. Eppure, anche se ha cercato di indurire il suo cuore, Lexa non ha potuto fare a meno di tenere ad una ragazza che conosce da poco, e finisce col farsi vedere vulnerabile, da lei, andando contro i suoi stessi principi. Non c’è freddezza nei suoi occhi, quando la guarda: Lexa non ha preso quella decisione fatidica, tre mesi prima, a cuor leggero come vuol far credere, ed era consapevole di ferire Clarke e di perderla. Non è la persona senza cuore che dice di essere, e che consiglia a Clarke di essere; anche lei ha dei sentimenti, e non sempre riesce a soffocarli. Questo incontro la scuote, e i suoi occhi non lo nascondono. Ma Clarke, al momento, non prova altro che odio, per lei: è stata costretto a tirare quella leva, e sarà il suo più grande rimpianto. Quando si ritrova davanti Lexa, Clarke esplode in tutta la sua rabbia, e gli insulti, per quanto sicuramente duri da sentire per chi è fan della coppia, sono comprensibili. Se Clarke tornerà a fidarsi di Lexa, sarà dopo un lungo percorso in cui avrà bisogno di guarire, superare quello che è successo tre mesi prima, e perdonare quello che l’altra ha fatto. A prescindere dalle intenzioni di Lexa, è importante un confronto tra loro due, perché aiuterebbe Clarke a elaborare quello che è successo e ad andare avanti. Anche lei, come Jasper, deve affrontare in maniera diretta le sue sofferenze.

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E poi ci sono loro: Bellamy e Clarke. Sono legati in modo profondo e bellissimo: sono due persone che si sono affidate l’uno all’altra, e, quando si sono separati, si sono detti addio con la speranza di rivedersi di nuovo. Bellamy non ha mai rinunciato a lei, e passa l’intero episodio a fare di tutto per ritrovarla: si butta a capofitto verso di lei quando la vede, arriva anche a mescolarsi con i Grounders, pur di non rischiare di perderla. E’ una mossa stupida, avventata e fallisce miseramente, ma lui lo fa comunque. E’ un soldato, è stato un infiltrato di guerra, sa essere razionale, ma perde la ragione, in quel momento, perché sa che Clarke è a poca distanza da lui e non riesce a stare fermo. E, quando s’incontrano, sono da spezzare il cuore.
Lo sguardo che si lanciano, l’enorme felicità negli occhi di entrambi quando si rivedono, il gesto di Bellamy mentre le accarezza la guancia… nel giro di pochi secondi, Bellamy e Clarke hanno mostrato quanto tengano l’uno all’altra, quanto debba essere costato ad entrambi separarsi, tre mesi prima, quanto siano immensamente felici di essersi rivisti. C’è una grande disperazione, nella voce di Clarke, quando supplica Roan di non ucciderlo, la stessa che c’è nella voce di Bellamy quando, anche se è ferito, anche se non riesce a camminare, anche se ormai li hanno persi, non vuole rinunciare a cercarla. Quel “We” che pronuncia è un “I”: lui non riesce a rinunciare a lei, così come lei non riesce a sopportare di vederlo morire davanti a suoi occhi. Di qualcosa devono essersene accorti anche Monty e Kane, perché, anche se Bellamy non dice niente apertamente (non sarebbe nel suo carattere), le sue azioni parlano per lui.

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Note a margine:
– Roan, che abbiamo visto per la prima volta nello scorso episodio, sembra un personaggio interessante. Bisogna ancora capire per quale motivo è stato bandito e ha tradito la madre, l’attore che lo interpreta è convincente (mi dicono dalla regia che è un pirata che viene da Black Sails, il che promette bene), e potrebbe essere una buona aggiunta alla serie.
– Ricky Whittle, che interpreta Lincoln, sarà il protagonista di American Gods della Starz. C’è da chiedersi se e come questo influirà nella sua presenza in The 100.
Ormai, tutte le carte sono in tavola per la guerra imminente, e l’azione vera e propria sta per cominciare: prepariamoci, perché i prossimi quattordici episodi saranno impegnativi, e se questa guerra sarà feroce quanto la precedente, ci aspettano tempi duri.

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2 COMMENTS

  1. Ciao!!!!
    Innanzitutto complimenti per la recensione: sto adorando il modo in cui analizzi per bene da ogni punto di vista le varie storie e personaggi.
    Questa terza stagione sta iniziando decisamente bene, ci sono moltissime storyline che promettono cose interessanti e mi intrigano tantissimo
    A cominciare dalla guerra con l’Ice Nation. Questa regina crudele (che sarà interpretata da un’attrice coi controfiocchi e che non vedo l’ora di vedere) mi interessa molto e il fatto che Roan si sia rivelato suo figlio rende il tutto ancora più interessante. Roan, tra l’altro, mi è piaciuto moltissimo e spero che resti nella serie ancora a lungo. Potrebbe essere un alleato interessante e mi è piaciuto che abbia acconsentito alla supplica (oh mio povero cuore!) di Clarke non uccidendo Bellamy. Potrebbe essere stata una mossa tattica per usare il legame fra i due SkyPeople magari in un secondo momento oppure il segnale che non sia del tutto senza pietà. Oltretutto mi incuriosisce moltissimo il motivo per cui è stato bandito DA SUA MADRE. Cosa avrà mai fatto?
    Abbiamo finalmente visto Polis…non è che mi abbia intrigato più di tanto. Pensavo a qualcosa di grandioso e invece sembra più una rovina in una discarica. Non è molto accattivante. Una domanda, però, è nata spontanea: se la sala del trono è in cima al grattacielo, funzionano gli ascensori oppure si fanno mille mila piani a piedi ogni santa volta?
    Non avrei mai pensato di dirlo ma sono stata contenta di vedere Lexa…e di vedere Clarke sputarle in faccia.
    Il fatto è che da un certo punto di vista comprendo il tradimento di Lexa e sono sicura che questo la faccia soffrire e molto, ma non credo che potrei mai perdonarglielo. Parte dell’odio di Clarke è legato all’essere stata tradita da qualcuno di cui aveva imparato a fidarsi e alla quale aveva iniziato a tenere (la parola amore mi sembra un tantino esagerata e usata in maniera superficiale) ma in parte è legato al fatto che tradendola, Lexa l’ha trasformata nel Commander of Death. Lexa è il motivo per cui Clarke si è trasformata in un mostro.
    Sono molto curiosa di come verranno gestiti gli intrighi politici che si stanno profilando.
    Anche l’arrivo della gente della Farm Station (e il fidanzato di Miller????Sarà vivo??) è intrigante. Mi piace come hai spiegato la mossa furbetta fatta da Rothenberg&Co nel presentarsi le ragioni dell’odio di Pike etc nei confronti dei grounders delle nevi. Vorrei proprio vedere la faccia di Pike quando incontrerà Lincoln…e Octavia. Cantami o Diva, della Blake l’ira funesta.
    Mi piace, però, che Pike sia stato descritto come un insegnante dell’Arca: questo lo rende molto adatto a manipolare le menti, soprattutto dei più giovani. E figurati se Clarke non fosse stata la migliore della classe ahahahahahah.
    Tutti se la stanno prendendo con Abby per la qualunque. Pora stella, lei fa quel che può per evitare di trascinare la sua people in un’altro conflitto armato.
    Devon Bostick: bravissimo. Punto. Spero però che inizi ad affrontare il suo dolore prima o poi, o veramente farà la fine di Finn e prenderà qualche decisione poco pensata che avrà conseguenze devastanti.
    La City of Light mi genera angoscia e trovo alquanto inquietante che ‘sta gente prenda ordini da un ologramma. Chissà che piani hanno per questa storyline.
    Murphy e Emori = i nuovi Bonnie e Clyde!Ahahahahah. Mitici!Murphy sta facendo veramente un salto di qualità notevole dalla prima stagione e mi piace tantissimo in questa nuova veste.
    Infine, i Bellarke. Che amori!Bellamy che, al solito, prende decisioni poco ponderate e finisce con una gamba infilzata (e nonostante ciò avrebbe volentieri continuato a sanguinare per la foresta) è stato meraviglioso.
    Bella anche la soluzione a paralleli con la 2×09 della scorsa stagione, solo a ruoli invertiti: con Clarke che si dichiara a fare qualunque cosa per proteggere Bell e Bell che ammette di non poterla perdere. JRoth mi piace quando fa di queste cosette simpatiche…i miei feels ringraziano.
    La scena in cui però si rivedono, gli sguardi che si scambiano, sono valsi la pena di aspettare quasi l’intero episodio.Belli belli belli.
    Mi chiedo quando i Bellarke si rivedranno, spero presto perché insieme sono una meraviglia da vedere, a prescindere da cosa stiano facendo.
    …scusa il commento lungherrimo 😀
    Ancora complimentoni, alla prossima.

    • No scherzi, io il tuo commento lo aspettavo! XD Ti ringrazio per i complimenti!
      La faccenda Lexa/Clarke l’hai descritta benissimo: Lexa aveva i suoi motivi per fare quello che ha fatto, e non penso, come ho scritto, che non le sia dispiaciuto tradire Clarke. Anzi, credo che tenga a lei e che le dispiaccia vedere Clarke odiarla tanto, ma la reazione di Clarke, per i motivi che hai descritto tu, è normale. Sono convinta che è meglio un confronto diretto tra loro due, perché aiuterebbe tanto Clarke ad andare avanti, e ne ha proprio bisogno.
      I Bellarke… cosa sono stati in questo episodio? Cosa? Meravigliosi, anche in quel minuto scarso che sono stati assieme. Bellamy, porello, sarebbe andato avanti anche con la gamba azzoppata, e lei avrebbe fatto di tutto per salvarlo. Penso ancora che, se proprio bisogna parlare di amore, è Bellamy quello che è più propenso a vivere quei sentimenti, per Clarke è ancora presto. Ha perso Finn, deve ancora superare il trauma di Mount Weather… anche Bellamy è responsabile di quella strage, certo, ma Clarke ha bisogno di perdonarsi, e il perdono che le ha dato Bellamy, per quanto meraviglioso (paralleli anche qui, con la prima stagione) non le basta. Insomma, questi due mi faranno morire prima della fine della stagione. Tis spezzano il cuore ogni volta e anche se dalla fine della prima stagione è più il tempo che passano separati che quello che passano assieme (sigh), sono meravigliosi.
      Roan è MOLTO interessante, e l’attore mi sembra bravo, oltre che figo. Ho delle grandi aspettative sia per la stagione che per lui, e spero di non essere delusa.

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