Da qualche mese si è conclusa una serie che io personalmente ritengo una piccola perla e di cui purtroppo si è parlato davvero poco: “Turn”, o meglio, “TURN:WASHINGTON’S SPIES” (come è stata rinominata a partire dalla seconda stagione). Vi dice niente? Mi aspetto che la maggioranza delle risposte sia un no ed effettivamente, nonostante la qualità indubbia, è passata quasi in sordina nel panorama generale. Io stessa, da fan, mi sono sorpresa nel vederla rinnovata ogni anno per ben quattro stagioni, giungendo così ad uno sviluppo della trama e a una conclusione più che degna.
Come il titolo banalmente suggerisce, “Turn” è ambientata durante la Guerra d’Indipendenza americana e racconta le vicende legate alla rete di spionaggio che aiutò il generale Washington a ottenere la vittoria definitiva sull’esercito inglese, mettendo in scena una versione romanzata di fatti però realmente accaduti.
https://www.youtube.com/watch?v=udtna7djtsg
La principale attrattiva che mi ha spinto a seguire questa serie fin dalla sua primissima messa in onda è stata fondamentalmente il bel faccino di Jamie Bell. Per capirci, si parla del ragazzino protagonista di “Billy Elliot” che, dopo i primi passi di danza, ne ha fatta di strada. Il suo Abraham Woodhull è il personaggio cardine attorno al quale ruotano tutte le vicende e il pilastro che regge l’intera serie. Da semplice contadino a spia per conto del Generale Washington con l’alias di Samuel Culper, la sua evoluzione spazia dal genuino senso di giustizia alla sete di vendetta che lo spinge a compiere anche le azioni più deplorevoli. L’interpretazione di Bell è a mio parere straordinaria, perché riesce a rendere ogni sfaccettatura della personalità di quest’uomo – figlio, padre, marito, amante, soldato, eroe – che è estremamente imperfetto e, per questo, estremamente umano; sempre diviso fra dovere e libertà, fra un padre conservatore filo-britannico e il suo desiderio di indipendenza per la Patria, fra una moglie sposata per convenienza e il vero amore, fra la responsabilità di essere padre e lo spirito di sacrificio e la gloria personale.






“Turn: Washington’s Spies” ha tutte le carte in regola per appassionarvi – personaggi meravigliosi, una trama intricata, un villain duro a morire e un’epica battaglia per la libertà, ma il suo asso nella manica è quello di raccontare le storie di persone qualunque, straordinariamente ordinarie, di questi eroi che hanno agito nell’ombra, che la Storia non sempre ricorda ma che a quella Storia hanno dato un contributo fondamentale.