Cari amici telefili, in genere vi consiglio piccoli capolavori dell’universo seriale inglese, ma questa settimana ho deciso di portarvi al di là della Manica, in Francia, patria di Les Revenants, miniserie di 8 episodi da 50 minuti ciascuno, andata in onda a partire dal 26 novembre 2012.

Questa serie è stata da tanti definita il “The Walking Dead francese”: in realtà non ha nulla a che vedere con lo show della AMC, ma, per le atmosfere cupe tipicamente lynchiane e  i personaggi inquietanti, ricorda forse più Twin Peaks.

In un piccolo paese di montagna, arroccato a fianco di una gigantesca diga, i morti cominciano a ritornare (les revenants significa proprio “coloro che ritornano”), a distanza di diversi anni dalla propria scomparsa, senza un’apparente ragione.

Nessuno di loro si ricorda di essere morto né si rende conto del tempo trascorso: la giovane Camille rientra in casa raccontando la propria gita scolastica, come se l’autobus sul quale viaggiava non si fosse mai schiantato in fondo ad un crepaccio quattro anni prima.

Simon cerca la fidanzata Adele, la quale, però, dopo dieci anni, ha una figlia e sta per risposarsi con un poliziotto del posto.

Poi c’è il piccolo Victor, assassinato durante una rapina con tutta la sua famiglia, che cerca protezione dalla scostante infermiera Julie (anche lei con un lungo passato di traumi alle spalle) mentre aspetta il ritorno della sua mamma.

Questo incredibile evento sembra essere solo il primo di una serie di altre incomprensibili stranezze: improvvisi cali di tensione con conseguenti blackout, animali morti in circostanze misteriose, l’inspiegabile abbassamento del livello dell’acqua nella diga, orribili ferite che appaiono sul corpo dei ritornati e dei loro familiari…

Les Revenants è un thriller soprannaturale disturbante, girato splendidamente, che tratta i temi della vita, della morte, dell’amore e della famiglia con una delicatezza stupefacente.

I personaggi, vivi o morti che siano, sono tutti complessi, sfaccettati, studiati nei minimi dettagli, mai banali; la storia scorre lentamente, tuttavia non annoia mai, essendo costantemente pervasa da un senso di inquietudine, come se qualcosa di terribile possa succedere da un momento all’altro.

Vi segnalo che la splendida e angosciante colonna sonora di questa miniserie è stata realizzata dal gruppo scozzese Mogwai: la musica accompagna tutte le scene più importanti ed è strumento fondamentale per far crescere la tensione nello spettatore. Raramente scelte musicali furono più azzeccate in una serie tv.

All’inizio vi sembrerà strano sentire i protagonisti parlare in francese e non in inglese, ma vi assicuro che ne vale la pena!

Vi lascio con un breve trailer: