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Supernatural | Recensione 11×22/11×23 – SEASON FINALE

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Supernatural | Recensione 11×22/11×23 – SEASON FINALE

Arrivati alla famigerata resa dei conti – che non è stata affatto come l’avevo ipotizzata – tra presunte distruzioni di massa, alleanze, immolazioni alla causa, delusioni e riappacificazioni, abbiamo avuto un finale dal risvolto sconcertante, impossibile da definire in maniera razionale.

Partendo dall’atteso incontro tra Lucifero e Dio – in cui il ruolo da paceri di Sam e Dean non ha avuto l’effetto da loro sperato e che, anzi, ha portato Chuck ad allontanarli pur di avere modo di parlare e chiarire da solo con Lucifero, senza l’intervento di terzi che, seppur in maniera minore, hanno già avuto a che fare con il ‘dispotismo’ paterno e tutto ciò che ne è derivato – è stato assodato sin dalla prima scena in cui Dio ha fatto la sua ufficiale apparizione, che Egli si ritiene effettivo padre di tutto ciò che ha creato, in primis degli angeli e, ancor più amorevolmente, di quel suo figlio prediletto, “portatore di Luce”.

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Nel corso dei secoli,  le storie inerenti Lucifero e Dio si sono susseguite tra analogie e discordanze che, però, riportavano sempre e comunque come punto focale della loro relazione la rottura avvenuta a causa della ribellione di Lucifero: che fosse per un motivo o per un altro, Lucifero sentitosi tradito da Dio, da lui è stato poi bandito dal Paradiso.

In Supernatural viene ripreso il rapporto canonico tra i due, ma viene dato un concreto motivo secondo il quale Lucifero si sarebbe ribellato a Dio, che non ha a che fare solo con la sua vena ribelle – se così la si vuol definire – bensì con la corruzione del Marchio a lui imposto in segno di fiducia da parte di Dio, che con l’erronea convinzione che fosse in grado di reggerne il peso gli ha affidato quell’unica cosa in grado di tenere a bada la vera essenza dell’Oscurità.

In una sorta di yin e yang, così come esiste la Luce, deve esistere l’Oscurità e se l’una viene distrutta, deformando l’equilibrio universale, è necessario distruggere anche l’altra, quindi… In un primo tempo, in cui l’opzione di perire pur di far sopravvivere l’umanità non era stata minimamente presa in considerazione da Dio, l’unica cosa da fare era tentare di imprigionare Amara di nuovo, affidandosi ancora una volta a Lucifero.
L’idea di reclutare streghe, angeli e demoni per sopperire all’assenza degli arcangeli, è stato un tocco di genio, ma per niente sufficiente nella riuscita dell’impresa, fallita miseramente.

Se Dio trovava ridondante provare a sconfiggere Amara servendosi di una delle Sue mani, io ho trovato ripetitivo il tentativo di affibbiare a qualcuno quel maledetto Marchio; nella gravità della situazione, perlomeno è stato un bene che Sam non abbia dovuto assumersi tale incarico, a discapito però di Dio e di tutto ciò che fino a quel momento era stato tentato dalla scooby gang per eliminare l’Oscurità.

Insomma, all’inizio del season finale ci ritroviamo con un Dean disperato per la sconfitta di Dio, per la dipartita di Lucifero che potrebbe aver causato danni a Castiel, ma soprattutto per la sofferenza provata da Amara nella famigerata resa dei conti con Dio. Il legame creato tra di loro per via del Marchio era stato presentato come qualcosa di talmente tanto forte e importante che solo nel momento in cui lo stesso Dio – sconfitto e in fin di vita – è costretto a pensare ad un piano B, veniamo a conoscenza di quale sia il suo ruolo nell’intera faccenda: grazie a questo legame, Dean ha la possibilità di avvicinarsi ad Amara e farla fuori una volta per tutte, sacrificando se stesso.

dean

Dio rivela che per poter mantenere equilibrio nell’universo, se lui muore, deve morire anche Amara e sarebbe stato un gran bel prezzo da pagare pur di farla fuori. Ultima possibilità, quindi, farla fuori con una quantità immensa di luce. Ogni anima contiene in se un grande potenziale luminoso, a quanto pare, quindi… Raccogliere quante più anime possibili e costruire una bomba? Ok. Farla fisicamente indossare a Dean che avrebbe dovuto sacrificarsi per il bene dell’umanità? Ok. Per quanto il magone fosse arrivato a livelli atroci, tutto sembrava proseguire in perfetto stile Supernatural ed ero già pronta ad inveire contro lo schermo del pc per l’ennesimo sacrificio di Dean, che pensavo sarebbe stato fermato in qualche modo da Sam, che avrebbe causato l’ennesimo dramma per aver provato ad impedire la morte del fratello per l’ennesima volta, provocando l’ennesima presumibile Apocalisse… Invece, è finito tutto a ‘tarallucci e vino’.

E’ ovvio che Sam non sia stato ucciso dalla bionda ‘men of the letters’ sbucata dal nulla, così all’improvviso, per arrestare – WTF?! – lui e Dean, così come è assurdo che dopo tutto quello che è successo, Amara – l’Oscurità fatta persona – abbia trovato la pace e abbia reso grazie a Dean per il suo intervento pacificatore, riportando in vita per lui la madre.

Non poteva esistere un finale più nonsense di questo.

Sono rimasta, inerme, a fissare il muro alla fine dell’episodio, quasi sperassi di dimenticare quanto visto negli ultimi tre minuti di un finale che fino alla penultima scena mi ha tenuta in tensione… Ma ecco come mandare a puttane ventidue episodi – e trentanove minuti – di una stagione a dir poco fantastica.
Aveva funzionato tutto alla perfezione e mancava davvero così poco per poter raggiungere il sublime. La mia paura, espressa in diverse recensioni passate, era proprio che succedesse qualcosa di tremendo, in senso dispregiativo, e così è stato.

Ci ho sperato davvero fino alla fine, anche quando Dio e Amara avevano ormai letteralmente mandato in fumo l’intera storyline, ho pensato che Amara avesse finto di volersi riappacificare con Dio solo per far si che lui togliesse la bomba da Dean, sia per proteggere lui, sia se stessa e avere così la possibilità, ad armi pari, di eliminare Dio una volta per tutte… Invece, il nulla. Grande delusione per una stagione che mi aveva dato grandi aspettative.

A questo punto, spero che nella prossima – presumibilmente ultima – stagione avvenga il plot twist che avevo immaginato per questo finale, perché la speranza è l’ultima a morire e posso sopportare un ‘finalaccio’ così per una serie che so già avrà un’altra stagione, ma non come definitiva conclusione, quindi mi auguro fortemente che gli autori si rimbocchino le maniche e ci diano qualcosa di decente, dall’inizio alla fine, senza mettere troppa carne al fuoco che poi non sanno come gestire, ritrovandosi a cercare vie d’uscita imbarazzanti come quella che ci è stata data con questo season finale.

Sono vicina a tutti coloro che come me si sono sentiti presi in giro da questo epilogo e ammiro molto chi, invece, è riuscito a sentirsene soddisfatto… In ogni caso, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e dopo aver vissuto insieme, per il secondo anno consecutivo, l’esperienza di commentare Supernatural, vi do appuntamento ad ottobre.

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Alla prossima!

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Giulia, 23 anni, abruzzese, studentessa universitaria di "Beni Culturali: cinema, musica e teatro", presso l'Università degli studi di Siena. Appassionata di cinema fin da bambina, ad un certo punto della sua vita, esattamente quando scoprì Supernatural nel 2006, ha iniziato a diventare una drogata anche di serie tv. Adora passare ore ed ore davanti al suo pc a fare lunghe maratone telefile, occupando il suo tempo libero con un'altra forte passione, la scrittura (riducendosi a studiare la notte, ai limiti della sopportazione umana!). Il suo sogno nel cassetto è di diventare una sceneggiatrice, ma si accontenterebbe anche di diventare una 'semplice' scrittrice di romanzi fantasy. Ha una vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda gli angeli e, più in generale, per ogni sorta di creatura sovrannaturale. Sa che un giorno farà il giro degli Stati Uniti a bordo dell'Impala insieme a Sam e Dean ma, nel frattempo, si accontenta di vederli solo attraverso lo schermo.

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