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Supernatural 13×03 – La forza scorre a fiumi ovunque

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Supernatural 13×03 – La forza scorre a fiumi ovunque

Dopo un paio di episodi di assestamento torna la formula del “mostro della settimana” e io ve lo devo dire… adoro questo tipo di episodi. Questo in particolare l’ho amato perché, oltre a regalarci un sacco di azione, è riuscito anche nell’intento di dare un bella spinta in avanti alla trama orizzontale della stagione, rendendo chiaro il nuovo punto di rottura fra i fratelli Winchester e riconsegnandoci Castiel – oltre a fare un po’ da backdoor pilot per lo spin-off Wayward Sisters che, e ve lo dico ammettendo una certa dose di pigrizia perché googlare è troppo faticoso, io non ho ancora capito se s’abbia da fare o meno.

In ogni caso, l’episodio si apre con il ritorno sulla scena di Missouri Moseley e sarà che tredici stagioni sono proprio tante, ma pur avendoci impiegato meno tempo che con Donatello a contestualizzarla, sulle prime ho comunque fatto fatica a capire chi fosse. Missouri chiama Sam per chiedere aiuto, Sam fa scaricabarile su Jodi e Dean prende l’Impala e se ne va tutto sdegnato per i fatti suoi. Ora, tredici stagioni saranno anche tante, ma evidentemente sono troppo poche per pretendere che i Winchester capiscano la lezione fondamentale del mai dividersi. Ora, io non dico che Missouri sarebbe sopravvissuta se i due fossero corsi da lei insieme ma… okay, sto proprio dicendo che sarebbe sopravvissuta, perché uno sarebbe andato con Jodi in perlustrazione e l’altro sarebbe rimasto con lei. Ma non voglio sprecare troppo fiato su questo punto, visto che comunque la morte insensata di Missouri aveva sostanzialmente lo scopo di lanciare la nipote Patience sull’amabile sentiero del family business, ma sui Winchester… altroché se voglio sprecare fiato sui Winchester.

Eccolo lì, Sam che finalmente dice chiaro e tondo JACK È ME, IO ERO JACK, DOBBIAMO SALVARLO.
Ed eccolo lì, Dean, che sputa in faccia a Sam tutta la sua rabbia e tutta la sua frustrazione, e tutta la sua impotenza di fronte al fatto che Castiel sia morto.

Una scena superba a livello di scrittura, a livello di recitazione, a livello di tutto ciò che ha fatto provare a noi spettatori che dopo aver assistito per così tanti anni alle dinamiche fra i Winchester siamo lì a provare empatia per entrambi, a dar ragione a entrambi, a schierarci su due fronti opposti allo stesso tempo perché mai come ora entrambi hanno così tanta ragione da far male, da colpire dritto allo stomaco, da schiacciare il cuore e rendere faticoso il respiro.

Sam ha ragione, perché come non abbiamo fatto altro che ripetere nelle ultime due settimane, lui ha passato esattamente ciò che sta passando Jack ed è riuscito a salvarsi. Ma anche Dean ha ragione, perché è vero che la morte di Castiel grava sulle spalle di Jack, come è vero anche che la situazione di Sam era ben diversa da quella del ragazzo. Eppure allo stesso tempo era uguale. Ed è straziante vederli così, vedere questi due fratelli schierati nuovamente sui fronti opposti di una linea di pensiero ma – forse per la prima volta da sempre – nessuno di loro è dalla parte del torto.

E in mezzo a tutto questo c’è Jack, che soffre ancora terribilmente per la morte della madre, per l’assenza di Castiel, per non sapere a che lato della forza appartenga, per il fatto che Sam e Dean sembrino separati in casa quando si tratta di lui. E anche in questo caso, la visione di Dean e quella di Sam sono entrambe corrette: perché da un lato Jack è un ragazzo estremamente sensibile e (apparentemente) di buon cuore, ma dall’altro – proprio per la confusione che alberga in lui riguardo alla propria identità – è una creatura estremamente pericolosa. E lo dimostra il fatto che solo pensando a Castiel riesca a farlo risvegliare, cosa bellissima in linea teorica perché hey, Castiel is back!, ma pensandoci razionalmente? Si tratta di un tipo di potere spaventoso.

I grandi assenti della settimana sono Mary e Lucifer e anche se ai fini della trama pratica dell’episodio non è che si sia sentita tantissimo la loro mancanza, devo però dire che sono già abbastanza stufa di questo tirarla per le lunghe, nonostante in fondo siamo solo al terzo episodio. Però diciamo che gradirei un passo avanti anche da quel punto di vista, dai!

TOP 3:

  1. La rabbia e la frustrazione di Dean in queste parole:

    Look, I know you think that you can use him as some sort of an interdimensional can opener, and that’s fine. But don’t act like you care about him, because you only care about what he can do for you. So if you wanna pretend, that’s fine. But me? I can hardly look at the kid. ‘Cause when I do, all I see is everybody we’ve lost. [Mom chose to take that shot at Lucifer. That is not on Jack.] And what about Cas? He manipulated him. He made him promises. Said “Paradise on Earth” and Cas bought it. And you know what that got him? It got him dead. Now you might be able to forget about that, but I can’t!

  2. Dean che cerca di scoraggiare Patience dal seguire le orme della nonna, la sua supplica di accettare la normalità della vita quotidiana e stare il più lontano possibile da tutto il resto.
  3. Il mega crossover che continua con Sam nei panni di Obi Wan Kenobi che cerca di insegnare al suo Anakin personale a padroneggiare le vie della forza.

Se pensate che tutto questo angst mi abbia impedito di fangirlare in maniera indegna su Dean che va bene tutto, va bene Mary, va bene Crowley, vanno bene Tizio, Caio e pure Sempronio MA CASTIEL!!!, be’, pensate male. Come potete notare dal tweet della settimana by yours truly.

E con questa perdita totale di dignità, vi invito a lasciarmi il vostro parere sull’episodio e vi do appuntamento a settimana prossima!

-Elsa

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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