Home Recensioni Suits | Recensione 7×05 – Brooklyn Housing

Suits | Recensione 7×05 – Brooklyn Housing

0
Suits | Recensione 7×05 – Brooklyn Housing

Dopo due settimane deludenti, Suits ritorna con un episodio leggermente migliore dei precedenti e che pone al centro il tema della fiducia e dell’importanza della parola data.
L’episodio è trascorso in maniera abbastanza fluida e ha aggiunto nuovi potenziali punti di scontro futuri all’interno delle dinamiche fra i nostri protagonisti sempre più in rotta di collisione.


La storyline principale pone al centro il tradimento della fiducia di Harvey da parte di Mike che, dal canto suo, continua indefesso la sua strada sempre in bilico fra ciò che è giusto e ciò che è Giusto. Segno inconfondibile del suo personaggio è proprio questo machiavellico meccanismo per cui il fine giustifica sempre i mezzi (anche se il vero Niccolò non sarebbe stato del tutto d’accordo, come ho scoperto anni or sono al liceo): per ottenere giustizia per oppressi e sofferenti, Mike non si fa alcun problema ad usare tutti i mezzi – legali – possibili, non curandosi di cosa le sue crociate possano causare a chi lo circonda e ai compromessi (qualcuno ha detto Frank Gallo?Tra l’altro non capisco come possa fidarsi di lui…) a cui dovrà abbassarsi. Trovo paradossale che nella sua spinta di estrema generosità, sia al contempo così egoista eppure questo è uno dei tratti che lo rende profondamente umano.
Tale aspetto è uno dei punti nodali dell’episodio che emerge prepotentemente nel confronto finale con Rachel. Dal dialogo, poi, abbiamo l’altro punto fondamentale: il danno irreparabile al rapporto con Harvey (e sembra anche la stessa stima di Rachel che sembra dirgli: ti amerò comunque ma non ti stimerei più) e al valore stesso della parola d’onore. Un nodo che non dubito emergerà nei prossimi episodi e che sarà il reale dramma della stagione in corso. Anche perché, se Rachel ha impiegato un episodio ad accorgersene, quanto impiegheranno Harvey e Alex?

Ed a proposito della storyline di Mike, devo dire di continuare ad apprezzare molto le scene che ha con Oliver ma che non ho ben compreso il discorso di Nathan sul comportamento di Mike: Nathan ha abbracciato ormai il cinismo molto tempo fa ma sentirlo dire che qualunque sia il risultato, a lui non cambia nulla, mi ha amareggiato. E comunque, continuerò a ripeterlo fino alla nausea, Mike sarebbe dovuto rimanere alla clinica legale.

E per la cronaca, lui potrà anche non dire il suo nome alle persone che interroga con Oliver ma a)esiste la descrizione fisica, b) Gallo sa chi lui sia e in cambio di favori potrebbe comunque decidere di tradirlo. Insomma, Mike è il solito tonno con la differenza che se la cosa venisse fuori non solo perderebbe la fiducia di Harvey e il posto di lavoro ma anche il povero babbo del detenuto ucciso non otterrebbe giustizia. E tutto perché “se l’eroe non è lui allora non va bene”: ci sono rischi che si può correre e rischi che non si può correre e modi in cui rischiare che siano migliori.

Il tema della fiducia ritorna anche nelle altre due storyline della puntata:
Donna-Holly-Harvey: Harvey decide di assoldare Holly per usarla a suo piacimento (e in maniera decisamente senza scrupoli) per vincere le proprie cause mentre Donna non riesce a fidarsi completamente di una persona che ha tradito il suo ultimo capo, un’opinione che la Paulsen si è formata senza essere completamente a conoscenza dei fatti, rivelando a noi spettatori che in fondo Donna onniscente non è. A fare da legame fra questa storyline e la prossima del mio elenco è proprio l’altro segreto di Harvey del quale Donna non è a conoscenza: Paula Agard. Non riesco a non chiedermi perché Harvey non voglia che Donna sappia della sua love story: possibile che abbia paura che Donna possa dare voce ai suoi dubbi sulla relazione, dubbi che potrebbero essere i medesimi che mr Specter ha dentro di sé? Oppure teme in generale il giudizio di Donna? Anche in questo caso, temo che il problema emergerà presto, se non per bocca di Louis, per lo meno perché fossi io, mi chiederei perché il mio ragazzo/compagno/quel che è, non voglia far sapere di me ad una persona così importante della sua vita, come lo è Donna per Harvey.

Paula Agard e la causa: sono stata contenta che sia stato Louis a gestire – magnificamente – la causa dell’ex di Paula contro la dottoressa. Rivedere il pitbull Litt è stato meraviglioso ed ha consentito anche di riprendere il lavoro sul personaggio che auspicavo la scorsa settimana. Non mi spiego, tuttavia, perché Paula non fosse più spaventata dall’ex compagno che ora la perseguitava: lei ha spiegato che imputava il suo comportamento alla disperata volontà di riconquistarla, un’opinione che senza dubbio la accomuna alle purtroppo numerose vittime di femminicidio che accettano di rivedere per un’ultima volta l’ex. Onestamente la storyline della causa mi ha lasciato un po’ interdetta ma credo che il suo scopo fondamentale fosse quello di portare Louis verso la consapevolezza finale del dover ancora lavorare molto su se stesso e che i propri comportamenti passati sono la fonte delle numerose difficoltà incontrate. Non fosse perché la scorsa settimana tutto ciò non è stato nemmeno lontanamente accennato, applaudirei questa storyline appieno, invece, per quanto lodevole in sé per sé, mi lascia un po’ delusa proprio perché abbiamo dovuto fare riferimento a due puntate fa.

Insomma, con questa puntata Suits sembra volersi risollevare da una stagione che sembra una lunga sequela di puntate filler che poco ci lasciano in termini emotivi e che stanno seminando qua e là sempre più indizi di una Rachel che in futuro possa scegliere di non restare lì: Harvey che non vuole il suo aiuto nella causa del giorno è l’ultimo esempio.

Vi lascio al promo della prossima puntata…

…che i nodi vengano finalmente al pettine o per lo meno ci provino?

Anche per questa settimana vi saluto e vi ricordo le due meravigliose pagine dedicate: Suits ItaliaSuits Italia
Vi aspetto nei commenti!
The Lady and The Band

Previous article Game of Thrones | Recensione 7×05 – Eastwatch
Next article Gotham | Anticipazioni su un possibile amore per Gordon
Avatar photo
Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here