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Suits | Recensione 6×09 – The Hand That Feeds You

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Suits | Recensione 6×09 – The Hand That Feeds You

Aaaaah, ma che bello! QUESTO è Suits! Questa è la serie tv della quale mi sono innamorata ormai sei anni fa. Sono episodi come questi – pur con alcune imperfezioni – a farmi dire: «questo è grandioso!».

Insomma, gran bell’episodio. Bella la tensione altalenante ma sempre presente, bella la labirintica risoluzione dei conflitti e bella la progressione dei personaggi, alcuni per lo meno.

L’episodio è stato talmente coinvolgente che, ammetto, sono disposta persino a sorvolare su alcune sviste per promuoverlo a pieni voti. Certo, direte voi, dopo gli episodi scorsi, una puntata come questa è l’equivalente dell’acqua nel deserto forse, ma credo proprio che non sia il caso. Non questa volta.

suits-siglaIl titolo, ancora una volta, riprende un modo di dire inglese che equivale al nostro italianissimo: «Sputare nel piatto in cui si mangia». Un titolo più che azzeccato visto che praticamente, 3/4 dei personaggi hanno deciso ad un certo punto di ribellarsi alla persona da cui erano aiutati, per intraprendere una strada propria, in alcuni casi migliore.

L’episodio si divide nuovamente nelle tre storyline che da qualche puntata a questa parte ci fanno compagnia: il caso Mike Ross, il caso Leonard Baeley e il caso – umano – Louis Litt.

Ho trovato molto interessante che in tutti i casi in cui gli “adulti” sono stati scavalcati dalle idee dei “giovani”, alla fine siano state le idee di questi ultimi a rivelarsi le migliori.

Per quanto sul momento mi sentissi irritata almeno quanto Jessica ed Harvey (e Cameron Dennis), ammetto che vedere, per una volta, trionfare i discepoli sia stato rigenerante: è una cosa che non accade quasi mai nelle serie tv di questo tipo, di solito il “maestro” è custode di verità che il giovane pischello, nella sua ingenuità giovanile, sottovaluta e solitamente paga le amare conseguenze della sua ribalderia.

harveyCerto, lo spettro della “Vittoria di Pirro”, ossia di una vittoria apparente, è sempre dietro l’angolo – d’altronde siamo in “Suits” dove le pugnalate alle spalle partono da km di distanza – ma per ora tutto sembra evolvere nel migliore dei modi.

Un altro particolare interessante del capovolgimento dei ruoli è che in entrambi i casi gli “adulti” siano stati accecati dai propri sentimenti personali, ovvero il senso di colpa di entrambi nei confronti in un caso dello stesso Mike e nell’altro di un detenuto che la giovane Jessica non era stata in grado di salvare.

Ciò ha contribuito ad approfondire, ancora più che in passato, la psicologia di questi due avvocati che a livello legale ci sono stati fin dall’inizio presentati come re e regina infallibili del foro: quasi avessero imparato negli anni di esperienza a spegnere completamente le proprie emozioni (esattamente come Jessica avrebbe voluto che Rachel facesse) una volta iniziata una causa. Ed invece scopriamo che questa umanità è in grado di emergere e fare loro prendere decisioni le cui conseguenze potrebbero essere diverse da quelle da loro auspicate.

jessicaÈ curioso che proprio coloro che hanno sempre rimproverato a Louis l’eccessiva genuinità dei sentimenti, siano stati sul punto di commettere lo stesso errore.

Mentre Harvey e Jessica erano impegnati a salvare i due carcerati, la telenovela Louis Litt giungeva ad una svolta improvvisa: Tara pare avere lasciato il suo fidanzato (che le ha fatto la fatidica proposta una volta scoperto che la fanciulla aveva sviluppato un interesse per qualcun altro) e abbia scelto Louis. Io continuo a non fidarmi di questa donna: secondo me c’è qualcosa sotto o per lo meno non tutto è proprio come lei dice essere. Non sarebbe la prima volta che una storyline positiva in “Suits” si rivelasse il problema futuro che quelli della Pearson-Specter-Litt si ritroveranno ad affrontare.

Ma veniamo ai nostri giovani, invece, che si sono rivelati più pieni di risorse di quanto pensassimo.

Come ho ribadito più volte, la storyline di Rachel mi sta piacendo molto e sto apprezzando altresì il coraggio e la tenacia della ragazza. Tifo disperatamente per lei e Leonard Baley il cui rincongiungimento con la figlia mi ha strappato una lacrimuccia.

rachelDall’altro, anche se al momento dello scontro con Cahill l’avrei preso a badilate, Mike è stato l’Harvey che Specter non avrebbe potuto essere, schiacciato com’era dal senso di colpa.

Da un certo punto di vista, anche le pretese allarmate di Kevin a Mike rientravano nel tema del titolo dell’episodio: dopo che Mike ha fatto i salti mortali per fare ottenere l’immunità sia a Kevin che a Jill, Miller ha persino l’audacia di rinfacciargli di non aver fatto abbastanza! Eppure, la sua ingratitudine è comprensibile: per uno che si è fatto il carcere per poter dare stabilità economica ai figli, l’improvvisa scomparsa di tale tranquillità innesca una giusta preoccupazione.

Sono contenta che, in maniera realistica, la soluzione per uscire dal baratro in cui erano finiti sia arrivata da un personaggio esterno alla faccenda: qualcuno la cui dubbia morale è stata ricordata più volte dall’inizio della stagione, ovviamente parlo di Cameron Dennis. Sono stata contenta di rivederlo perché la sua ricomparsa è servita ad Harvey come memorandum di ciò che lui non avrebbe mai voluto diventare: un vigilante. Harvey disprezzava Cameron e il periodo passato al suo servizio, proprio perché condanna i sotterfugi al limite del legale anche quando vengono usati a fin di bene. In questo inizio di stagione, anni dopo l’esperienza con Dennis, Harvey ha fatto la stessa cosa (ed ha contagiato un altro incorruttibile, Sean Cahill): per poter salvare Mike, si è abbassato a infrangere la legge…o quasi.

cameron-harveycameron-harvey-2

La ricomparsa di Cameron Dennis non è casuale e se c’è una cosa che ADORO di “Suits” è proprio il fatto che nessuna delle guest del passato è mai veramente scomparsa: tutti possono tornare e con loro anche le vecchie importanti storyline che noi pensavamo concluse.

La prossima settimana ci aspetta il mid-season finale e sono curiosissima di vedere come “Suits” riuscirà anche quest’anno a lasciarci a bocca aperta, in spasmodica attesa di un suo ritorno nel 2017.

https://www.youtube.com/watch?v=1XBF1hKFRes

Nel frattempo ci godiamo la bellissima scena conclusiva sulle note dei Demons of Ruby May e della loro “Beneath the surface”…

endThat’s all folks!!!!

PS. Mi raccomando, fate sempre un salutino a quelli di Suits Italia!!!

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

2 COMMENTS

  1. A me devo dire la verita’ piace sempre meno.Oramai lo guardo giusto per la story line di Luois con Tara e per vedere come andrà a finire fra Donna e Harvey.
    Il resto sta cominciando ad annoiarmi tantissimo.
    Mike che quasi quasi voleva restare in prigione, poi!
    E Rachel..come mai a pochi giorni dall’esecuzione, in questi telefilm americani ci si accorge fatidiamente di aver trascurato qualcosa nel caso e come mai tocca fare sempre delle corse contro il tempo?
    Insomma questa storia la trovo un poco banale!

    • Ciao!
      Innanzitutto ti ringrazio per il commento.
      Capisco il tuo punto di vista, nelle scorse recensioni ho più volte ribadito che questa sesta stagione (o per lo meno la prima parte) è stata qualitativamente al di sotto delle precedenti. Nel mio caso, l’incertezza d’opinione, era legata al fatto che per la prima volta da 5 anni, ho seguito la serie episodio per episodio e non con una maratona. Si sa che a livello narrativo, seguire di settimana in settimana o vedere tutti gli episodi di seguito, son cose diverse, a livello di percezione intendo.
      Nonostante ciò ti dico, concordo con te ma questo episodio (e il successivo: ti commento prima di iniziare la recensione successiva. A questo proposito, mi scuso per il ritardo nella risposta) è stato buono e mi ha ricordato la media delle scorse stagioni.

      Su Mike che a momenti sarebbe rimasto in prigione, poi, lì sono con te al 100%. Ricordo di essermelo segnato (accompagnato da un insulto) nei miei appunti personali, appunti che poi ho accantonato per soffermarmi volutamente più sui numerosi pregi che sui difetti.

      Sulla storia di Leonard Baley, per quanto comprenda il tuo punto di vista, non sono d’accordo. Per fare sviluppare il personaggio di Rachel e svincolarla dalle storyline dell’ufficio in maniera significativa, era necessario affidarle una storyline totalmente altra ma altresì legata ai suoi studi: quante volte ci siamo lamentati dell’inutilità di Rachel? Ora ha fatto qualcosa di positivo che l’ha, per l’appunto, resa indipendente dagli altri.
      Dare una storia a Rachel che coniugasse legge e università e allo stesso tempo potesse coinvolgere lo spettatore a livello emotivo e etico, ha significato introdurre l’Innocent Project (associazione no profit realmente esistente che fa esattamente ciò che Rach e Jessica hanno fatto per Leonard). Chiaramente l’elemento di prossimità della condanna è servito a livello narrativo a non annoiare lo spettatore (un po’ come quando nei film e telefilm si mette il timer sulle bombe: le bombe non hanno il timer,il countdown serve solo ad aumentare la tensione) ed a coinvolgerlo ancora di più nella storia di Baley. Se il caso di Baley (storyline di breve periodo destinata a terminare entro il mid season finale, ricordiamolo) non avesse avuto una scadenza temporale vicina, dopo un po’ lo spettatore di sarebbe annoiato e si sarebbe spazientito ma soprattutto non avrebbe avuto interesse al suo svolgimento, né ne avrebbe compreso lo scopo a livello di narrativa della stagione.
      Credo oltretutto, che lo scopo della storyline di Rachel (e Jessica) fosse anche esterno alla serie tv ovvero pubblicizzare un’associazione no profit (quindi a base volontaria e di beneficienza) che aiuta i condannati a morte innocenti a provare la propria estraneità ai fatti.
      Insomma, scusa il papiro, capisco che alcune scelte autoriali siano scontate e comprendo che non tutti abbiamo (fortunatamente) gli stessi gusti, ma io resto a favore della storyline scelta e delle modalità perché sono riusciti a scriverla bene e a centrare gli obbiettivi che si erano posti. Detto questo, siamo d’accordo di non essere d’accordo 😀

      PS. Spero di essere stata chiara nella mia risposta e ti ringrazio ancora per avere commentato.
      PS.2: Darvey Forever!

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