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Suits | Recensione 5×03 – No Refills

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Suits | Recensione 5×03 – No Refills

Penso che il titolo più appropriato per questo episodio sarebbe stato “prendi per culo Jessica anche tu, è gratis e non reagisce”. E questa sarebbe la grande donna con le palle che gestisce un mega studio legale a New York? Con il temperamento che sta mostrando ultimamente non potrebbe reggere una bottega neppure in un paesino sperduto del sud Italia. È stata raggirata e scavalcata da praticamente tutti e, mentre ci sta che le perdoni tutte ad Harvey, non esiste proprio che si lasci sottomettere da Mike. Tanto più che su di lui ha un vantaggio non indifferente e, oltre a questo, dovrebbe essere ben consapevole dei rischi di questa collaborazione con Robert Zane. Rischi che non tardano a presentarsi, considerato che Robert decide di portare la causa contro la Kelton Insurance direttamente davanti al Giudice. Anche se, devo ammettere, la prova di Mike davanti alla Corte è stata da standing ovation, una di quelle che ti fa alzare in piedi e fare la ola tipo ultrà dopo una rete decisiva. Prestazione che ha impressionato anche il suo collega, che sembra cominciare ad apprezzarlo davvero, nonostante fino a quel momento aveva fatto di tutto per metterlo in secondo piano. E il fatto che queste capacità di Mike non vengano esplorate in maniera appropriata, mi lascia perplessa!
Tornando a Jessica, la donna si ritrova a dover fingere contro uno dei soci, di esserci lei dietro alle manovre azzardate di Harvey. Allora, parto dal chiedermi chi sia questo Jack. È comparso sulla scena solo ora, eppure pare essere uno dei maggiori investitori dello studio. Questo propinarci personaggi a caso, a seconda delle esigenze del copione, non fa che dare discontinuità alla trama ed evidenziare una mancanza degli autori, totalmente incapaci di creare dei personaggi ben strutturati e caratterizzati che possano affiancarsi a quelli principali. Delle pure e semplici marionette, messe sulla scena all’occorrenza e pronte a lasciarla altrettanto velocemente. Se lo paragoniamo all’altro legal drama per eccellenza, poi, le carenze risultano lampanti. Non è un segreto che la scrittura di The Good Wife sia un tale esempio di perfezione e di capacità di creare personaggi secondari che una volta sulla scena la sanno dominare perfettamente, dimostrando carattere e personalità da vendere anche in 40 minuti di episodio.
Quello che è peggio, è che Jessica continui a tollerare la faida Donna – Harvey – Louis senza battere ciglio, nonostante questo abbia non poche ripercussioni sul lavoro.

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Harvey torna ad essere fragile: tutte le persone per lui più importanti sembrano voltargli le spalle, o abbandonarlo, proprio nel momento del bisogno, e gli attacchi di panico sono in agguato. Prima Mike che lo mette in secondo piano per concentrarsi nella sua impresa con Zane, poi lo scontro con Donna che gli ribadisce che non tornerà mai più da lui (ci stiamo credendo) e infine Jessica che gli sbatte in faccia la verità, cioè il suo terrore dell’abbandono da quando Donna l’ha lasciato. Questo lo riporta dalla bella psichiatra che, questa volta, riesce a sbloccare qualcosa in lui: la sua conversazione immaginaria con Donna porta a galla il suo forte egoismo. Anche se poi a leggere tra le righe, non credo che lui sia quel mostro che si vuole dipingere: sicuramente ha paura di perdere le persone che ama e per evitarlo farebbe di tutto, spingendosi forse spesso troppo oltre. Ma non gliene possiamo fare una colpa. Non tutti nascono con la capacità di esprimere i propri sentimenti, ma questo non vuol dire che non ne abbiano. E vederlo così sconvolto e indifeso, con le armi abbassate, mi ha fatto provare una pena infinita.

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La nuova segretaria si sta rivelando un personaggio ben scritto e caratterizzato. Credo che sia proprio quello di cui ha bisogno Harvey ora: rassicurante, materna, ma coraggiosa e sfrontata all’occorrenza. Spero solo di non doverle dire addio troppo presto!
Louis “assente” ingiustificato, ha solo ricevuto minacce da ogni fronte, senza essere protagonista di nessuno dei suoi complotti!
Su Rachel stendo un lenzuolo pietoso, anzi, un piumone. Ora ce la vogliono anche propinare in salsa #wannabeJessica. Non ci siamo proprio. Per non parlare di quando cerca di essere affascinante con Mike, facendo la maestrina e sottolineando che gli aveva detto che lavorare con suo padre sarebbe stato difficile. Anche Mike era insofferente, e questo la dice lunga.

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Io vi saluto e vi do appuntamento alla settimana prossima, nel frattempo vi suggerisco di seguire questa fantastica pagina per essere sempre aggiornati:

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– Fra –

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Divoratrice di telefilm a tempo pieno, avvocato a tempo perso. Cresciuta a pane e telefilm, nei soleggiati pomeriggi della sua infanzia già seguiva grandi classici come Happy Days, MacGyver, Genitori in Blue Jeans, ma ha iniziato il suo vero cammino verso la perdizione con Beverly Hills 90210, che le è costato non poche tirate d'orecchie perché "non è un telefilm adatto alla tua età, se continui a vederlo ti metteremo in punizione"! Ma per Dylan McKay si rischia questo ed altro!Ama leggere e scrivere, non esce mai senza un buon libro ed una moleskine nella borsa, non sia mai che venga colpita dall'idea della sua vita e non abbia dove annotarla! Ama la buona musica, l'arte e il vino! Ma ha anche passioni più frivole che la avvicinano ai comuni mortali, come lo shopping, il calcio e la nail art, a volte pensa seriamente di chiudere lo studio legale ed aprire un centro estetico!Ha da poco scoperto un nuovo lato geek, il suo I-phone è ormai il prolungamento della sua mano. Ama il suo ragazzo, i gatti, la lingua inglese, la sua splendida terra, odia la matematica. La sua citazione preferita, che racchiude un po’ la sua filosofia di vita, è “meglio rimorsi che rimpianti”!

1 COMMENT

  1. Ma dove è finita la Jessica che complottava insieme ad Harvey per riprendersi lo studio e cacciare “gli usurpatori”? Ormai è solo una macchietta, che adesso ha pure deciso di fare da mentore all’altra ameba dello studio Pearson Specter Litt: Rachel Zane.
    Donna è sempre stata la mia preferita, ma in queste puntate non la mostrano nel suo pieno potenziale: mostrano solo la donna ferita e non la seria professionista della stagioni precedenti, insomma non la classica segretaria ma un’importante alleata per il suo capo e per l’azienda.
    Harvey soffre di sindrome d’abbandono ed il fatto che Mike sia impegnatissimo a fare colpo sul futuro suocero e lo stia ignorando di certo non aiuta, ma la scena in cui Mike ha assistito al malessere del suo caro amico è stata molto bella perché ha ha davvero avuto paura che potesse morire, secondo me lo considera più di un amico, ma una vera e propria figura paterna.

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