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Sleepy Hollow | Recensione 2×13 – Pittura Infamante

Ale by Ale
22 Gennaio 2015
in Recensioni, Sleepy Hollow
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“The smallest details fill in the largest canvas”

evil

Devo ammettere di essere alquanto preoccupata per come il network intende trattare lo show, dopo aver letto le affermazioni della Walden su come ultimamente Sleepy Hollow si fosse fatto troppo serializzato (seriously?) e si miri ora a riportarlo a una formula più focalizzata sulle trame verticali di ciascun episodio. Mi dispiace dirlo ad alta voce, perché la FOX, scelte più o meno sbagliate a parte (in genere più), mi ha regalato alcuni degli show che più ho amato in passato e molti che tuttora seguo con piacere, ma cavolo certe volte mi domando se sappiano davvero quello che fanno, perché con Sleepy Hollow in particolare non ci stanno cogliendo proprio se davvero pensano che confinarne il potenziale a una struttura da procedural qualsiasi sia una buona mossa. Molti spettatori saranno probabilmente d’accordo con l’idea di fondo, visto che la parte “fortemente serializzata” della prima metà di stagione è stata sviluppata in maniera forse troppo poco audace, facendo risalire tutti i mali del mondo al grande e tentacolare piano di Henry. Io, però, non sono tra i delusi, o meglio confermo la mia opinione che spesso si sia presa la via più semplice anziché fare un salto nel buio e tentare con una svolta meno scontata, che aprisse numerose strade diverse anziché riportare sempre frettolosamente la situazione allo status quo anche dopo grossi sconvolgimenti, ma nel complesso l’idea di dare più rilievo a un leitmotiv che leghi tutte le vicende apparentemente sconnesse dei vari episodi non la boccio, anzi! La preoccupazione per me nasce proprio dal cercare di riportare il tutto a un piano in cui ogni episodio racconta una storia a sé stante, cosa che a mio vedere a lungo andare può portare a una defidelizzazione dello spettatore, che si accorge che non perde il filo della trama perdendo uno o due episodi qua e là. Insomma, ok che spesso è la semplice affezione che si prova verso i personaggi a convincerci a rimanere in attesa dell’episodio successivo di una serie, ma questa non è una comedy, non ci si può adagiare solo su quello, bisogna offrire qualcosa in più! A mio vedere per questo genere di show meglio una struttura con meno episodi a stagione, 12-13 diciamo, ma che segua un arco narrativo organico anziché diventare un filler dietro l’altro.
In questo senso, “Pittura Infamante” mi fa ben sperare: c’è l’azione che tiene incollati allo schermo e fa sì che i 40 minuti scorrano senza la “pausa orologio” (quando senti il bisogno di controllare che ore sono, anche più volte), segnale che l’attenzione non cala mai e la trama coglie nel segno di intrattenere nel vero senso della parola; allo stesso tempo però intravediamo una continuity, seppure non sbandierata con insistenza davanti ai nostri occhi, che ci ricorda che, parafrasando la frase di Katrina con cui ho aperto l’articolo, quello a cui stiamo assistendo è un tassello di un quadro più vasto. Se la strada che Sleepy Hollow vuole intraprendere è su questa linea, allora posso anche starci e, anzi, ben venga!

Di questo episodio mi è piaciuta molto l’atmosfera quasi da giallo tradizionale (sebbene mi rendo conto che usare l’aggettivo tradizionale in questo caso fa quasi ridere), con un assassinio all’interno di una villa/residenza in cui, guarda caso, i protagonisti della storia sono radunati per affari loro e si trovano a dover scoprire il colpevole prima che colpisca ancora. In questo caso la coppia che lavorerà insieme al caso è formata da Ichabod e Katrina, che si concedono un’uscita a due per cercare di ridefinire il loro rapporto in un mondo nuovo, in cui Ichy ha ormai trovato il suo spazio, pur avendo ancora problemi con l’abbigliamento, mentre lei, anche se apparentemente più a suo agio con gli abiti contemporanei, deve ancora prendere bene le misure con ciò che la circonda. In particolare, l’appuntamento romantico (se così si può chiamare) li porterà “sul viale dei ricordi”, visitando una mostra sui coniugi Adams. Katrina specialmente sarà pesantemente investita da memorie legate alla moglie del secondo Presidente (che per coincidenza si chiama Abigail proprio come la nostra Abbie), di cui era molto amica. Ciò la porta a riconsiderare con nostalgia tutto quello che lei e suo marito si sono lasciati dietro, in particolare tutte quelle persone a cui erano legati e a cui non hanno avuto modo di dire addio. TBOpERkLo so che continuo a essere una voce nel deserto (anche se dai commenti alle scorse recensioni vedo che in fondo non siamo poi così pochi a pensarla allo stesso modo), ma nonostante tutti i casini combinati non riesco a odiare Katrina, e in questo frangente in particolare mi sono trovata a empatizzare molto con i suoi sentimenti, così reali: la sofferenza per la consapevolezza di essersi lasciati alle spalle senza possibilità di ritorno un mondo a cui si appartiene veramente, trovarsi sradicati e trapiantati in una realtà completamente diversa e senza neanche un amico, e venire poi in contatto con cose che riportano alla mente quei giorni e quei volti che hanno significato così tanto per lei. Ichabod ha avuto un percorso molto più graduale per ambientarsi alla nostra epoca una piccola scoperta alla volta, e ha trovato quasi subito un punto fermo in Abbie, ma trovo più che dovuto esplorare il disagio e soprattutto la malinconia di questa donna che invece è ancora nel pieno di questo processo di adattamento, dare un minimo di tridimensionalità e verosimiglianza al personaggio e alla sua storia.

Oltre a questo devo dire di aver anche apprezzato di più la coppia dei Crane al lavoro fianco a fianco rispetto all’ultima volta in cui Katrina è stata coinvolta nell’azione, non so se è soltanto una questione di tempistiche, di evoluzione delle vicende tra i personaggi o semplicemente di come la trama è stata affrontata questa volta rispetto all’altra, ma seppure mi renda conto che separare la “coppia d’oro” Ichabbie significhi dare potenzialmente un’impronta meno brillante all’episodio (e scontentare più di qualcuno tra i fan), questa volta trovo il risultato sia stato ben riuscito, la trama è stata gestita bene e c’è stato un buon equilibrio tra i due principali filoni narrativi. Il “cattivo” del giorno poi aveva la sua buona dose di creepiness (molto Sweeney Todd-style, tra l’abbigliamento e la lametta che usava come arma), e l’intera vicenda degli omicidi seriali con i cadaveri sgozzati all’altezza della carotide e appesi a testa in giù per far dissanguare più rapidamente la vittima (con tanto di riferimento ai tarocchi, precisamente alla carta dell’Appeso, che richiama la lotta per sfuggire alla morte e rinascere) oltre ad avere un notevole impatto di per sé si lega anche alle vicende dell’altra sottotrama, ovvero il ritorno di Irving dal regno dei morti e come ciò ha effetto su Abbie.

Ho apprezzato in questo caso che, ogni tanto, la strada intrapresa non sia la più banale, e che Abbie abbia deciso di andarci con i piedi di piombo: seppure emotivamente coinvolta dal ritorno dell’ex-sceriffo, riesce a mantenere freddezza e lucidità e a considerare tutte le varianti possibili prima di dare completa fiducia a un uomo palesemente morto sei settimane prima e ora magicamente di nuovo in piedi. Nel dialogo con sua sorella vediamo infatti una Jenny avanzare la mia prima ipotesi, ovvero che la scomparsa di Henry abbia in qualche modo permesso all’anima di Irving di liberarsi e che, nel momento in cui Moloch è stato ucciso e il Purgatorio ha tremato, il loro amico ne sia fuoriuscito così come altre entità che abbiamo già avuto modo di incontrare; al contrario, Abbie sostiene che non possono escludere che questo ritorno abbia a che fare con una possibile resurrezione anche di Henry, proprio per via di questa connessione tra l’uomo e l’anima di Irving (d’altronde Andy docet, anche se come Jenny fa notare le due situazioni sono molto diverse). Se davvero tutto ciò preannuncia una ricomparsa di John Noble nel prossimo futuro io ovviamente non posso che esserne felice, tutto sta però a vedere come avranno intenzione di trattare il suo personaggio: comprendo la riluttanza di Abbie a fidarsi del figlio di Ichabod (trovo comprensibilissimo anche quando evita palesemente Katrina e continua ad arcuare le sopracciglia solo a sentirla nominare, visto che effettivamente con le sue ultime azioni non si può dire che si sia guadagnata stima e fiducia cieca), ma io spero sul serio che i giorni da super-villain di Henry siano finiti, in un modo o nell’altro. Riportarlo indietro solo per rimetterlo a capo dei cattivi e riprendere la routine iniziale come l’avevamo lasciata, in cui è-sempre-colpa-di-Henry, non so quanto possa costituire buone basi per un proseguimento interessante della trama in vista del finale di stagione. Staremo a vedere…

Nel complesso quindi sono soddisfatta di questo episodio, in cui tra le altre cose spiccava la presenza di Michelle Trachtenberg (Buffy, Gossip Girl), annunciata diverse settimane fa come guest star in questa stagione, nel ruolo di Abigail Adams. Hawley non pervenuto e Orion già scomparso di nuovo, chissà se lo rivedremo presto o meno, ma a parte questi abbiamo modo di assistere a un minimo avanzamento nelle vicende di quasi tutti i personaggi principali. La palma d’oro della scena che mi ha fatta più ridere questa settimana passa da Ichabod a Jenny, impegnata nel poco piacevole tentativo di recuperare dei proiettili apparentemente “made from platinum from the actual Gates of Hell” (mecojons!) da un cadavere.

hcv4ra2rvlvgeuiavasb

Ichy però non si è risparmiato il suo paio di battute di rito:

“You remain with the painting and ensure no one else comes near… With a different distraction!”

e ovviamente:

1

Vi lascio come al solito il promo del prossimo episodio e per rimanere sempre informati sulla serie vi ricordo, se non l’avete già fatto, di passare dai nostri amici di

Sleepy Hollow Italia ϟ Prima pagina italiana

Alla prossima!

Ale

Ale

Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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Comments 3

  1. JB says:
    6 anni ago

    Deluso profondamente, da questa stagione in generale. Speravo che l’entrata in scena di Orion potesse portare ad una diversa evoluzione della trama, dove finalmente si sarebbe potuta approfondire la mitologia biblica (se questo vuole essere il tema dello show, perché comincio a dubitarne), ma a quanto pare hanno deciso di continuare con stand-alone, ricorrendo ai demoni/spiriti della settimana… pessima scelta. Mi sembra più o meno di vedere un’altro Supernatural: stessi schemi, stessa intenzione di farci penare decine e decine di filler prima di far muovere di un millimetro la trama principale. Pessima scelta, quella dell’allungare il brodo, pessima scelta anche quella di far iniziare e terminare l’Apocalisse di Moloch all’interno del mid-season finale. Tutto troppo frettoloso, tutto troppo scontato. Temo che andando avanti così lo show rischi la cancellazione (la Fox del resto non è la CW, e il rischio di non avere un terzo anno incombe in maggior modo). La prima stagione era di tutt’altro livello: è dalla premiere di quest’anno che sono scivolati in un ineluttabile calando, a mio dire… ed è un peccato, perché gli attori non sono poi così male in quanto a recitazione!

    Rispondi
    • JB says:
      6 anni ago

      *un altro Supernatural

      Rispondi
  2. Ale says:
    6 anni ago

    Il problema è che purtroppo questo ritorno allo schema meno serializzato è stata una richiesta della FOX, e il mio timore è proprio che accontentare i boss per inseguire un rinnovo porterà a un prodotto che non conquisterà i fan come ha fatto la prima stagione (se si va a vedere sempre improntata su questa falsariga ma con una maggiore freschezza, forse in parte dovuta al fattore novità), e il successivo calo degli ascolti costringerà il network, comunque, a chiudere la serie… è un circolo senza uscita apparentemente 🙁 Quindi o gli autori riescono a tirare fuori qualcosa di brillante da questa struttura a ridotta componente orizzontale (Orion, come hai detto tu, è un inserimento davvero interessante, spero non lo buttino subito nel dimenticatoio) oppure la vedo davvero dura. Mi dispiace perché sulla carta Sleepy Hollow sembra questo grande prodotto di genere sovrannaturale, che coinvolge roba grossa come storia americana, temi biblici ecc., ma in realtà fin dall’inizio si è posto come un qualcosa che si prende molto meno sul serio di tante altre produzioni sulla stessa linea e credo sia stato proprio questo mettere subito in chiaro il tono dello show a renderlo appetibile per una grossa fetta di pubblico… la parte preoccupante arriva quando però ci si adagia su schemi ripetitivi nella speranza che il detto “squadra che vince non si cambia” sia vero: se non si offre nulla di nuovo ai fan, specialmente quando si hanno premesse che consentono di ampliare di molto il raggio di azione, si rischia di perdere anche il pubblico più affezionato 🙁
    Concordo con te: è un gran peccato perché ci sono gli asset per fare davvero molto meglio, il cast in primis!

    Rispondi

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