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Sleepy Hollow | Recensione 1×11 – The Vessel

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Sleepy Hollow | Recensione 1×11 – The Vessel

“One sign of the impending apocalypse is surely skinny jeans.”

tumblr_mze9c3re001sww0bwo1_500Con l’episodio “The Vessel” che ci separa dal doppio finale di stagione, non posso più trattenere una considerazione che mi ronza in testa già da un po’: Sleepy Hollow è la seconda stagione di Supernatural senza i Winchester.
Se inizialmente avevo dei dubbi a riguardo, ora le somiglianze si fanno davvero imbarazzanti. Non che sia un male, parliamoci chiaro, ma devo dire di aver trovato l’ultimo episodio andato in onda un po’ fiacco dato che, alla fine, la soluzione era una manciata di sale e un’arma particolare.
Insomma, nulla che non avessi già previsto.
La trama prosegue verso una certa direzione, tralasciando però ancora una volta il Cavaliere e lasciando spazio all’ennesimo inutile e facilmente eliminabile scagnozzo di Moloch.
Se dal punto di vista di storyline ho trovato “The Vessel” un po’ fiacco e prevedibile, dal punto di vista umano è stato una vera e propria rivelazione.
Protagoniste indiscusse sono questa volta le sorelle Mills mentre Ichabod si trasforma in un protettore, in una guida per le due sorelle sulla via della riconciliazione. Famiglia è la parola chiave di questa puntata: da una parte abbiamo le sorelle Mills, dall’altra Irving con moglie e figlia.
Irving è ufficialmente entrato nelle mie grazie. Il modo in cui interagisce con la famiglia, l’affetto per la figlia e la paura di perderla è un po’ la caratterizzazione tipo di un normale padre. In realtà, però, la condizione di Irving è più complessa di quanto appare: è un uomo che porta sulle proprie spalle fallimenti che non sono suoi, responsabilità che non gli appartengono e colpe di cui non si è macchiato.
“Lei non ha perso le gambe perché tu non c’eri” cerca di tranquillizzarlo la moglie, eppure Irving non può fare a meno di sentirsi in dovere di poter riparare, anche solo in parte, al danno che non ha causato.
Solo dopo la possessione demoniaca della figlia comprende che quest’ultima era sempre stata più forte di quanto lui fosse riuscito ad ammettere.
Commovente la parte in cui cerca di risvegliare la coscienza di Macey e riuscendoci per qualche momento, ammirevole la reazione dell’uomo che, nonostante sia stato sul punto di perdere la persona che più ama al mondo, stringe i denti e si comporta da “discepolo”, non piegandosi alla volontà del demone e lottando per ciò che è giusto al fianco dei testimoni.

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Anche le sorelle Mills acquisiscono nuove consapevolezze sul proprio passato, in particolare Abbie che – dopo aver scoperto della possessione di Jenny- apprende che la sorella si era fatta arrestare negli anni volontariamente, solo per poterla tenere al sicuro. È questo quello che si fa per la famiglia.
Scopriamo così nuove sfaccettature del carattere di Jenny: non è solo la donna indipendente e forte che abbiamo conosciuto all’inizio, ma è anche insicura e spaventata di quello che potrebbe fare, senza volerlo, a sua sorella, l’unica vera famiglia che abbia mai avuto.
Abbie, dal canto suo, abbandona la freddezza che aveva caratterizzato il suo rapporto con Jenny e si lascia andare, facendo la sorella maggiore, promettendo di proteggerla sempre.
L’abbraccio tra le due – che aspettavo da un numero improponibile di episodi – è stato a dir poco perfetto.

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E con le due famiglie riunite non si può fare a meno di notare un Ichabod desolatamente lasciato a se stesso. Nonostante sia un personaggio che fa sempre la scelta giusta, capace di guidare e orientare gli altri, non riesce però ad ottenere quello che vuole davvero Katrina. Abbiamo già visto quanto la consapevolezza di non poter stare con la donna che ama possa essere pressante per lui e spero davvero che nel season finale si faccia qualcosa a riguardo.
Katrina deve, in qualche modo, tornare (nonostante la mia anima Ichabbie gridi “no, no, no, richiudete Katrina. Dimenticate Katrina. Katrina non esiste!”)

IL MEGLIO DI ICHABOD

  • È accaduta una cosa che non mi sarei mai aspettata, una cosa a cui i miei occhi non riuscivano a credere tanto che per un momento ho creduto di essere morta e di essermi risvegliata dinnanzi ai cancelli del Valhalla: Ichabod Crane si è cambiato i vestiti. Per meno di un minuto, certo… ma lo ha fatto!

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  • No, io non ho assolutamente cercato ogni singola immagine di Tom Mison sul web e no, non ho affatto notato questo particolare. Andiamo avanti.

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  • Ichabod e le “altezze”

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  • Ichabod e il telecomando.

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Conclusioni: un episodio che poteva dare di meglio in previsione del season finale della settimana prossima, ma ci passiamo sopra sperando che l’ultimo – doppio – appuntamento ci lasci a bocca aperta. Io, in tutta onestà, mi sto preparando per un drink game. Pensateci un attimo: 2 ore intere in cui Ichabod nominerà almeno una volta Washington, dirà di conoscere una lingua sconosciuta, consulterà un vecchio libro, apparirà in un flashback, menzionerà la Guerra d’Indipendenza… non vi viene già voglia di giocare accompagnando le lacrime di un season finale a fiumi di alcol?

Prima di lasciarvi con il promo del prossimo episodio, vi invito a passare nella pagina Sleepy Hollow Italia – Prima pagina italiana per restare sempre aggiornati e aspettare insieme il finale di stagione!

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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