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Ship Addicted | One True Love #16 – Simon e Kieren

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Ship Addicted | One True Love #16 – Simon e Kieren

-I’m serious. Tell me what you want. I’ll do everything I can to give it to you.

Simon Monroe e Kieren Walker meritano una menzione speciale perché non solo zombie (detto con tutto l’affetto del mondo e non con il pregiudizio con cui la parola é usata nella loro cittadina di Roarton). Non sono solo ufficialmente gay. Sono una coppia di zombie gay e sono canon. Sono canon! Il brivido del canon mi lascia ancora sconvolta, visto che le mie OTP che si sono effettivamente realizzate le posso contare sulle dita. Di una sola mano. Questo ci fa capire due cose: la prima, che ovviamente l’emittente é BBC, perché una relazione così non si vedrebbe mai su una televisione americana, e due, che Jeff Davis deve smettere di pensare di essere questa divinità della representation solo perché ha inserito un personaggio canonically gay anche nella nuova stagione. Ehm. Ma sto divagando.

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Ma partiamo da quella piccola perla che é ‘In The Flesh’, lo show dove i due undead del mio cuore vivono e si divertono a strapparmi l’anima in pezzettini: questo show, in onda sulla BBC3, é uno show sui non-morti. Ora, probabilmente vi starete immaginando qualcosa alla The Walking Dead, o magari perfino alla Supernatural, ma assolutamente no. Questo é il Regno Unito, ladies and gents, e qui le cose si fanno in modo un po’ diverso. Il tema post-apocalittico é un mezzo, non il centro della narrazione – un mezzo per un drama intelligente, complesso, delicato, politico e sociale, e in generale ad alto rischio di emotività. Il ritratto che fa della discriminazione (omofobia e  diffidenza sulle malattie mentali, soprattutto) é uno dei più delicati e ben scritti che io abbia mai visto da tanto tempo. Senza contare che anche se tutto lo show é incentrato su questi tempi importanti, non mancano le scene leggere, per evitare un continuo bombardamento di tristezza e drama. Non c’é solo il protagonista (un protagonista gay la cui storia non gira però completamente attorno alla sua sessualità, come di solito succede quando si trattano personaggi queer) ma un intero cast di altre persone, ciascuno con le sue idee e i suoi demoni e la sua vita, tra cui delle donne incredibilmente ben scritte, come credo se ne vedano solo in Orphan Black e Orange Is The New Black, come Amy, Jem e Maxime Martin. É un gioiellino, breve, come buona parte delle serie inglesi (ora come ora conta due stagioni, la prima da tre episodi e la seconda da sei), e purtroppo in via d’estinzione. Non c’é stato ancora un rinnovo per la terza stagione, nonostante la storia sia finita in modo ben aperto, perché il canale, BBC3, sta attraversando dei brutti problemi economici. Quindi vi chiedo un favore, prima di cominciare a parlare dei due personaggi: salvate ‘In The Flesh’, perché non ve ne pentirete, e perché uno show così merita di andare avanti per molte più stagioni. Ha toccato moltissimi argomenti, e ci sono ancora così tante storie da esplorare: quella che é, per me, la possibilità più grande di ‘In The Flesh’ é raccontare cosa succede dopo l’apocalisse e il risveglio dei morti, in chiave completamente nuova. Qui trovate il link alla petizione online, alla quale mancano più o meno 40,000 firme per raggiungere il suo obbiettivo. Come é stato già detto nel Friendship Addicted su Kieren e Amy, #SaveInTheFlesh, save the word!

Dunque. Partiamo dal nostro protagonista, Kieren Walker, altresì conosciuto come il più dolce e tenero cupcake cucciolino di golden retriever non-morto mai apparso sulla faccia della terra. O, in termini più seri, uno di quei personaggi che non farebbero male a una mosca e al quale succedono le cose peggiori. Uno di quei personaggi fondamentalmente buoni. Again, BBC. E c’é molto da dire su Kieren, anche prima dell’entrata in scena di Simon nella seconda stagione – meriterebbe un articolo solo su di lui, e quindi qui mi limiterò a sottolineare la sua situazione amorosa, visto che é di quella che stiamo parlando (anche se muoio per parlare del suo rapporto con Jem e i suoi e gli altri e ARGH this show).


(everyone knows that a boy who loves a boy is a dead boy)

Kieren é gay (anche se non viene mai detto esplicitamente, viene lasciato all’intuizione dello spettatore, che non manca di cogliere tutti gli indizi sparsi fin da subito nella prima puntata), e la sua storia inizia come nel peggiore e più tragico cliché: si innamora, ricambiato, di Rick, un altro ragazzo di Roarton, figlio del braccio destro del parroco e probabilmente l’uomo più omofobo di tutta l’Inghilterra – avete presente il sindaco interpretato da Molina in ‘Chocolat’? Ecco, mettetegli in bocca moltissime parolacce in più e in mano una pistola e avrete il padre di Rick. I fatti esatti di come si siano innamorati, e di come siano stati scoperti, non sono mai esplicitati, ma non é difficile intuire che sono stati spinti in due direzioni diverse, Rick nell’esercito e Kieren a casa. E Rick nell’esercito, purtroppo, ci muore. A ricevere la notizia, Kieren, già pesantemente traumatizzato, decide di suicidarsi, salvo poi Risvegliarsi assieme a tutti gli altri morti del 2009. E anche la loro seconda opportunità, da undead, non finisce molto meglio, col padre di Rick che vibra lui stesso il colpo che uccide per la seconda – e definitiva – volta il figlio. Inutile dire che Kieren ne rimane ancora più sconvolto, proprio quando aveva appena appena cominciato a sperare in una seconda possibilità: e infatti, all’apertura della seconda stagione, tutto quello che Kieren vuole fare é andarsene via da Roarton, da quella cittadina che per lui significa solo morte e dispiacere, se non fosse che la sua BDFF, Amy (vi rimando al bellissimo articolo di qualche settimana fa se volete avere feels anche su loro due), partita alla fine della prima stagione, ritorna portandosi dietro un nuovo personaggio: Simon Monroe, ambasciatore del movimento pro-diritti dei PDS.

E oh, Simon. É impossibile non restare affascinati da lui, tanto quanto ne resta affascinato Kieren (ma, diciamolo, anche Simon é subito incuriosito dall’amico della sua socia, Amy). Da un lato abbiamo il nostro protagonista, timido, che preferisce tenersi ai margini della scena, sempre con il suo pesante fondotinta in faccia e le lenti a contatto per mascherare il suo aspetto da undead; dall’altro Simon, apostolo dell’Undead Prophet, senza una traccia di cerone sul viso, che crede con fede quasi cieca nei suoi ideali. Non potrebbero essere più diversi sul modo di vedere l’integrazione dei PDS nella società, sulle idee di comportamento. Kieren vuole andarsene, Simon ha tutte le intenzioni di restare e sollevare una baraonda – salvo poi rivelare il vero motivo, scoprire chi é il Primo Risorto, il primo ad essersi risvegliato (che é l’obbiettivo di molti dei personaggi che si muovono nella seconda stagione).

 

Quello che mi ha colpita é come dalle loro posizioni iniziali, inamovibili, entrambi muovono passi verso l’altro, addolcendo i loro angoli fino a combaciare perfettamente, e ci sono tante scene a testimoniarlo. Prima fra tutte quella del primo bacio, rubato nel bel mezzo di uno dei meeting di Simon per diffondere la fede dell’Undead Prophet: impulsivo da parte di Kieren, e accolto con stupore da Simon, e con cascate e cascate di lacrime da parte mia che singhiozzavo disperata dall’altra parte del computer.




Ma la scena madre, per me, é tutta la sequenza del pranzo a casa dei genitori di Kieren. Il signore e la signora Walker cercano di convivere con il loro figlio in modo tutto loro, quasi ignorando il fatto che sia un PDS, continuando a mettergli cibo nel piatto nonostante Kieren non mangi più, per esempio. Per Simon tutta la situazione ha dell’incredibile, ma accetta comunque di mettersi il fondotinta e le lenti a contatto, e di cercare di intavolare delle chiacchiere civili e ‘normali’ con i genitori del ragazzo del quale, ormai é sempre più chiaro, si sta innamorando. Se non che ovviamente la situazione precipita, e dopo una discussione in cui Kieren alza la voce per la prima volta, avviene questo:


La vedete l’espressione assolutamente sconvolta di Simon? Certo, potrebbe dovuta alla rivelazione che Kieren ha appena fatto al tavolo da pranzo dei suoi (e che non metterò proprio nero su bianco per mantenere un’illusione di essere spoiler-free), ma io credo sia più di quello. É quello che sta succedendo tra di loro. Qui é Simon che accetta la scusa silenziosa di Kieren, che l’ha costretto a mettere su la pagliacciata delle lenti a contatto e del fondotinta e del pranzo da bella famigliola normale. E Simon l’ha fatto senza protestare, non per convertire Kieren o per ingannarlo, ma semplicemente perché, come gli ha detto, «There’s what I believe, and then there’s you». E Kieren si sta rendendo conto di aver sbagliato a monte, e che non avrebbe mai dovuto neanche pensare a una cosa del genere.

 
 

Ancora, fino a quel momento Simon aveva visto Kieren tirare fuori parole arrabbiate e decise solo quando sfrattava di ribattere alla sua visione sui non-morti e il loro posto nella società, e quasi sempre per criticarla. Ora, l’ha appena visto prendere posizione per sé stesso, con persone che ama, per affermare che la condizione di undead é una parte integrante della sua vita e della sua esperienza, non un semplice scherzo, o un abominio. Senza contare che questo piccolo gesto di Kieren, che gli toglie il trucco dalla faccia, é probabilmente il momento più intimo e innocente che Simon abbia mai vissuto in vita sua. Quando é stata l’ultima volta che qualcuno ha guardato Simon Monroe con quello sguardo, secondo voi? Quando é stata l’ultima volta che qualcuno ha toccato Simon Monroe in quel modo?

Anche perché più o meno nello stesso periodo in cui si svolge questa scena veniamo a scoprire del passato di Simon, doloroso tanto quello di Kieren: é stato una delle cavie su cui é stata sperimentata la cura per riportare allo stato cosciente gli undead, e in quanto tale ha subito indicibili violenze fisiche e psicologiche. E quando, finalmente guarito, é tornato a casa dal padre, é stato cacciato via quasi subito, perché durante i primi giorni del Risveglio ha ucciso la sua stessa madre. Scusate se é poco. E in questa scena, il suo passato ritorna: noi non lo sappiamo, ma magari all’inizio nemmeno Simon riusciva a guardarsi allo specchio senza trucco, come ancora non ci riesce Kieren. Dopo aver trovato l’Undead Prophet é riuscito ad accettarsi per quello che é, ma non solo: adesso ha trovato qualcun altro che lo accetta anche con la pelle mortalmente pallida e gli occhi bianchi.  


Quello che mi ha aiutata a capire che Kieren e Simon sono una di quelle coppie da varare immediatamente nell’Armada di ships di una fangirl, é che la loro relazione va oltre al contatto fisico: ci sono appena tre baci in tutta la serie, qualche abbraccio, sfioramenti casuali, ma tutto avviene negli sguardi, e nel modo in cui diventano sempre più indispensabili l’uno per l’altro, sempre più importanti, tanto che nel season finale Simon non esita a prendersi una pallottola facendo da scudo a Kieren, e a giustificarla con un semplice, «It was reflex».


Ma questa dolcissima, bellissima romance, nata sulle note delle canzoni di Keaton Henson, principale soundtrack della serie e la colonna sonora perfetta per la storia di Simon e Kieren, é solo all’inizio: c’é ancora tanto da raccontare, e tanto per loro da vivere. Spero che questo articolo vi abbia incuriosito, o perlomeno intrattenuto per due o tre minuti della vostra vita. Se vi é piaciuto, correte a guardare ‘In The Flesh’, o se già vi siete divorati i nove episodi lasciate un commento qui sotto, possiamo scambiarci le lyrics di ‘Beekeeper’ o ‘You’ e piangere tutti insieme disperatamente.

L’appuntamento con Ship Addicted é la prossima settimana, e nel frattempo passate da Together We Fandom, per colmare la fame del Telefilm Addicted. Alla prossima!

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