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Shameless 8×12 – Un finale con una nota dolente

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Shameless 8×12 – Un finale con una nota dolente

Siamo arrivati al season finale di “Shameless” ed è quindi giunto il momento di tirare le somme di questa ottava stagione, che è stata decisamente diversa da come me l’aspettavo. Diversa non vuol dire “brutta” o “al di sotto delle aspettative”, ma è innegabile che quest’anno il ritmo sia decisamente cambiato. Come ho già detto più volte nelle mie recensioni, il cambiamento non sempre è negativo, ma sicuramente è destabilizzante. I Gallaghers stanno crescendo (prendete per esempio Debbie e Carl: li abbiamo visti letteralmente crescere davanti ai nostri occhi) ed è impossibile pretendere che rimangano cristallizzati in un’unica monolitica forma: i personaggi, così come le persone nella vita reale, si evolvono e cambiano, maturando dalle loro esperienze. La difficoltà da spettatore è stato assistere a un cambiamento che ha avuto ripercussioni sulle dinamiche dello show, portando alcune storyline a risultare più piatte e ridimensionando la verve esplosiva che ha sempre caratterizzato questa serie. Nel complesso ho apprezzato molti di questi cambiamenti (Lip su tutti, ma anche Fiona e sorprendentemente Frank e Debbie), ma non posso negare di aver avuto la dolce sensazione di tornare a casa negli ultimi due episodi, quando ho ritrovato gli schemi a cui ero più abituata.

Nel complesso quest’ultima puntata ha dato una chiusura degna a quasi tutte le storyline principali, anche a quelle che hanno avuto il percorso più complicato e con le quali non sempre son riuscita ad allinearmi. I miei più grandi appalusi vanno ovviamente a Lip e Fiona.

La maggiore dei fratelli Gallagher è riuscita finalmente a coniugare quel desiderio di indipendenza e di miglioramento di se stessa con la sua natura e il suo passato da ragazzaccia del South Side. Quegli atteggiamenti non proprio politically correct che l’hanno aiutata a sopravvivere per tutta la sua vita non devono essere abbandonati solo perché ora sta cercando di “ripulire” la sua immagine: quello spirito, il suo essere indiscutibilmente e irrimediabilmente Gallagher fino al midollo faranno sempre parte di lei e saranno sempre la sua forza. Ho apprezzato infinitamente anche quel “Chicago is my home” perché ha significato scegliere la strada più difficile e per l’ennesima volta scegliere se stessa invece degli altri e, in particolare, invece di un uomo.

Lip ha avuto senza dubbio il percorso migliore e più coerente. Ha lottato per riuscire a riprendere le redini della sua vita e, anche se ci ha impiegato un’intera stagione, alla fine ha capito che mettere se stesso al primo posto era il tassello finale della riabilitazione e anche il più importante. Sierra al momento è troppo incasinata per poter restare accanto a Lip senza trascinarlo nei suoi casini, sarebbe  stato come vivere di fronte a una bottiglia di birra sempre aperta (senza contare che sarebbe giusto anche da parte sua farsi un esame di coscienza e capire cosa voglia davvero dalla vita, a prescindere dall’avere qualcuno accanto a cui appoggiarsi ogni volta che cade e non è in grado di rialzarsi da sola). Ho apprezzato in modo particolare il fatto che abbiano mantenuto costante per tutta la stagione questa sua speciale attenzione nei confronti dei bambini, prima con Lukas, poi con il figlio di Brad e infine con la nipote della sua collega all’officina.

Continuo sull’ondata della positività nominando Frank, Debbie e il magico trio dell’Alibi.

Frank è stata la vera grande sorpresa di questa stagione: il percorso di liberazione dall’influenza negativa di Monica, la svolta di Saint Francis e infine il lento ritorno alle vecchie abitudini. Un cerchio che si è chiuso nel miglior stile Gallagher, con Frank che riemerge da un bagno chimico con il suo tesoro in mano, che come sappiamo porterà a un nulla di fatto, ma senza dubbio mi ha lasciato uno dei ricordi più belli di questa stagione. Aggiungo una postilla per il piccolo Liam, che è stato il partner in crime del padre per quasi tutta la stagione: in mezzo a tante storie più interessanti e più longeve, la sua emancipazione da mascotte di casa è andata scemando nel corso della stagione, ma la sua scelta finale ci fa intuire come egli abbia, in realtà, una bella personalità anche senza doverlo per forza affiancare a qualcun altro e che non sia meno Gallagher dei suoi più navigati fratelli.

E lo stesso vale per Debbie: la sua crisi di ribellione adolescenziale mi aveva portato a massimi livelli di odio e insofferenza per il suo personaggio, ma in questa stagione ha dimostrato un grande crescita, spirito di iniziativa e la seria consapevolezza di dover mettere il massimo impegno per assicurare un futuro migliore a sua figlia. La sua storia non ha avuto una vera e propria chiusura, quanto più una questione aperta su cui riflettere (se continuare a occuparsi da sola di Franny o concederne la custodia anche al padre) e che spero di vedere approfondita nella prossima stagione.

Per Kevin, Veronica e Svetlana la tragedia poteva essere dietro l’angolo – ricadere nei vecchi schemi e annegare in un mare di siparietti comici stantii e di poco spessore – e invece si sono ripresi alla grande, portando la naturale comicità di questo improbabile threesome ad un nuovo livello.

Mi sono lasciate le note dolenti per ultime, ovvero Carl e Ian.

Carl si è salvato in corner, quando ormai avevo perso ogni speranza nei suoi confronti, e comunque un’ultima azione non lo salva da una stagione passata nell’anonimato. È stato a tratti divertente e senza dubbio avere a che fare con Kassidy non è stato facile (anche se in definitiva io l’ho adorata per la sua estrema follia), ma per il resto si è totalmente perso. Ha sempre detto quanto fosse importante per lui la scuola militare, ci ha messo tanto impegno e alla fine è riuscito a salire sul quell’autobus, però lungo la strada si è lasciato totalmente trascinare dagli eventi, incapace di opporre una decisione forte. Carl è solo un ragazzino, questo è vero, ma ha dimostrato di essere molto più maturo di quanto si è visto in questa stagione, per cui non riesco ad aspettarmi di meno da lui.

Ian è una nota dolente grande come il Texas. Sarà un mio limite personale, ma ancora mi sto chiedendo dove la sua storia voglia andare a parare senza riuscire a darmi una risposta chiara e convincente. Ho visto il suo dolore per la morte di Monica, incompreso e non condiviso a fondo dal resto della sua famiglia; l’ho visto cercare di riconquistare il ragazzo di cui crede di essere innamorato; ho visto un ragazzo che ha superato tante difficoltà nella vita cercare di essere utile e d’esempio per altri ragazzi nella sua stessa situazione. E poi l’ho perso nella foga di voler essere importante per qualcuno, nell’esaltazione dei gesti teatrali e nello spingere al massimo il personaggio a discapito della persona. A questo punto do quasi per scontato il ritorno di una fase maniacale acuta, ma se anche così fosse, a che pro? Certo ci ricorda che le malattie mentali non scompaiono solo per far filare la trama in modo più lineare e che Ian dovrà sempre convivere con il suo bipolarismo, ma ciò non mi frena dal dire che questa storyline sia stata costruita in modo caotico e confusionario e che mi abbia lasciato poco.

Parole sante Trevor, parole sante…

Anche con le note negative che ho sottolineato in tutti i commenti settimanali, nel complesso questa ottava stagione di “Shameless” non mi ha deluso: ha portato in scena situazioni scomode (come la discriminazione sessuale e il contorto sistema sanitario americano) e l’ha fatto con la consueta leggerezza, facendoti riflettere ma anche strappandoti un sorriso.

Non vi lascio con la consueta Top 3 né con il promo della prossima puntata, ma vi do appuntamento alla prossima stagione e vi ricordo di continuare a seguire la pagina dedicata alla serie per restare sempre aggiornati su tutte le news di “Shameless” nella lunga attesa che ci separa dalla prossima stagione.

Grazie per aver seguito questa stagione con me!

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2 COMMENTS

  1. Bella recensione e ottima analisi dei vari personaggi!
    Sono d’accordo con te che il cambiamento che si vede è anche dovuto al fatto che stiano tutti crescendo e maturando (chi più chi meno) ma comunque non perdono il fatto di essere Gallagher come dimostra Fiona agendo e “ascoltando” (in parte almeno) i consigli di Frank. Penso sia una delle poche volte che prende per buono quanto detto da Frank!
    Lip e Carl sono quelli che hanno avuto il percorso (oltre a Fiona) con il risvolto più positivo, e ti do ragione sul fatto che da Carl ci si aspetterebbe di più!
    Debbie è rimasta molto nell’ombra ma mi è piaciuta la sua testaraggine per qualcosa che finalmente potrebbe dare una svolta alla sua vita!
    Liam l’ho adorato! Era ora che gli dessero una vera caratterizzazione!
    Kev, V e Svetlana non mi hanno convinto al 100%, un po’ persi nel loro mondo..
    Ian è la nota dolente, prende le sue medicine? E’ in una fase “down” che comunque può capitare con il suo problema, medicine o no? O c’è altro? I suoi buoni propositi avevano ormai sconfinato nel ridicolo e mi dispiace per lui.
    Frank per fortuna nelle ultime puntate è tornato a regalarci qualche perla delle sue, non pensavo di provare più disgusto di quando ha amputato le dita a Debbie e invece..

    • Grazie del commento 🙂
      Sono contenta che condividi la mia opinione sull’evoluzione dei Gallagher, che nel caso di Fiona e Lip in particolare, ripeto, ha portato per me dei miglioramenti davvero grandi ai personaggi. Carl e Debbie sono più giovani, quindi avranno modo di rimediare alle piccole sviste che hanno avuto in questa stagione, ma, se per Debbie è tutto da guadagnare dopo un paio di stagioni non certo eccelse, apprezzo nel vedere che ci sono altri che come me pensano che Carl possa dare molto di più di quanto visto in questa season 8.
      Ian purtroppo è una nota dolente. Ho letto svariati commenti che dicono invece che, dato il problema del bipolarismo, la sua storyline ha seguito un percorso perfettamente coerente e non posso che essere in disaccordo. Come hai sottolineato anche tu è stato tutto molto confuso, mentre abbiamo visto nelle passate stagioni come la questione della sua malattia mentale sia stata affrontata in maniera molto più coerente e senza lasciare il pubblico così allo sbaraglio. Gli attacchi maniacali di Ian hanno sempre portato ad un qualche tipo di crescita per il personaggio che stavolta purtroppo non ho visto; può essere che abbiano preparato il terreno per il prossimo anno ma noi siamo qui a giudicare quello che abbiamo visto in questi episodi e su questi il giudizio non è del tutto positivo.
      Frank che emerge dagli escrementi è stato epico, soprattutto dato il confronto con il suo partner in crime Liam beatamente sdraiato al sole su uno yacht!
      Appuntamento alla prossima stagione!
      Ciao 🙂

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