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Scream Queens | Recensione 2×05 – Chanel Pour Homme-Icide

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Scream Queens | Recensione 2×05 – Chanel Pour Homme-Icide

Bentornati, addicted! Finalmente, dopo una pausa che sembrava infinita e che ha gettato i fan nel panico, ieri Scream Queens ha fatto la sua ricomparsa e lo ha fatto con un episodio tutto sommato gradevole.
Andiamo ad analizzarlo più nel dettaglio.

Quella gelida manina

Stiamo scherzando? Passi Chanel #5 che è miracolosamente sopravvissuta, ma come hanno potuto privarmi anche di Denise, anche se solo in via temporanea?
Disperazione a parte, sono più che sicura che la nostra agente molto speciale finirà per risaltare fuori nel momento più inaspettato per prendere a sculacciate il cattivone verde e vendicarsi senza pietà.
L’acquisto della camera criogenica sembrerebbe confermare che la Munsch è veramente malata e che i motivi per cui ha acquistato l’ospedale sono davvero onesti… staremo a vedere, io non ne sono ancora convinta.

Una sfida al femminile

Tralasciando l’incoerenza della Munsch, che prima chiede alla Hoffel di tormentare le Chanel e poi tenta di licenziarla proprio a causa dei maltrattamenti nei confronti delle ragazze, lo scontro fra le due donne potrebbe essere il punto di partenza per lo sviluppo di una dinamica interessante e frizzante.
Una guerra senza esclusione di colpi fra la direttrice e l’infermiera potrebbe portare vivacità in una stagione che sembra in qualche modo stentare a partire e riconsacrare la Munsch nell’Olimpo delle badass.

The sorority is back!

Uno dei grandi punti di forza del personaggio di Chanel è sempre stato, a mio parere, il suo modo di interagire con il “branco” delle sue sottoposte.
Trovo quindi saggio che gli autori si siano premurati di restituirle dei bersagli su cui riversare il suo veleno, perché l’abbinamento esclusivo con Chanel #5 aveva cominciato a diventare un po’ forzato e a stancare.
Alcuni dei nuovi personaggi introdotti sono un po’ piatti (vedi la tizia con sei dita, ma tanto ci ha già lasciato le penne alla fine dell’episodio), ma la ragazza senza espressioni facciali e la dungeon master potrebbero essere delle valide aggiunte al gruppo delle protagoniste (soprattutto la seconda: me la vedo già a trattare la caccia al killer come una sessione di Dungeon & Dragons, mentre una Chanel esasperata pondera se ucciderla prima che il cattivone verde la squarti, fortemente indecisa fra autoconservazione e soddisfazione personale).
Sono un po’ delusa, invece, dalla precoce eliminazione di Tristan St. Pierre, la cui personalità eccentrica, se opportunamente sviluppata, avrebbe potuto dare origine a momenti comici decisamente peculiari.
E se pensate che la parte sulle fan fiction sia esagerata, evidentemente non avete mai fatto parte del fandom dei Klaine.
Il vero tocco di classe sono stati comunque le domande durante i colloqui per selezionare le Chanel: ti piace il denaro? Saresti in grado di scappare da un killer armato d’ascia? Bene, sei la persona che fa per noi!

Il caso della settimana

La parentesi dedicata al caso della settimana è stata veramente piacevole. La sindrome dell’accento straniero ha contribuito ad aggiungere ulteriore brio all’episodio e ha dato il via a una serie di botta e risposta davvero divertenti.
Spero che gli autori decidano di portare avanti questa linea di azione e di far sì che i casi medici dell’istituto CURE non servano solo a rimarcare e giustificare il fatto che ci troviamo in un ospedale, ma che diventino la base di interazione fra personaggi che solitamente non hanno modo di relazionarsi in maniera efficace, come è avvenuto in questo episodio per Chanel #3 e il dottor Holt.

Family, Duty, Honor

L’episodio di questa settimana ha smentito in un sol colpo due teorie dei fan per confermarne invece una terza.
A quanto pare né l’infermiera Hoffel né Chamberlain hanno niente a che fare con l’uomo gettato nella palude nella notte di Halloween di molti anni prima.
Abbiamo infatti fatto la conoscenza di Jane Hollis, la moglie del paziente scomparso, e abbiamo scoperto che è anche la madre (rullo di tamburi) del dottor Cassidy Cascade, come molti dei telespettatori avevano già ipotizzato.
La scena finale fra i due mi ha lasciato con l’impressione che la donna sia chiaramente disturbata e che Cassidy sia totalmente succube della madre.
Non so se questo li classifichi immediatamente come killer, soprattutto perché, lo ripeto, sarebbe una riproposizione abbastanza plateale degli avvenimenti della prima stagione, ma sicuramente i due hanno qualcosa da nascondere e stanno tramando alle spalle dei dipendenti dell’ospedale.

The bitch is back!

Un’altra evoluzione estremamente interessante dell’episodio è stato il trasferimento segreto di Hester nell’appartamento delle Chanel.
Tralasciando il fatto che l’idea è talmente pessima che persino Chanel #5 se n’è resa conto, l’episodio di oggi è servito a ricordarci più che mai che la vera e unica dungeon master in questa allegra comitiva è lei.
Hester ottiene sempre quello che vuole ed è in grado di manipolare gli altri in maniera magistrale per far sì che la situazione volga sempre e comunque a suo favore.
Non riesco infatti a togliermi dalla testa che la morte di Tristan non sia stata un incidente casuale: il ragazzo era stato fin da subito la vittima designata dalla nostra squilibrata preferita e non escluderei che sia stata proprio lei ad architettare molto subdolamente la sua morte, sapendo che avrebbe cercato di sottrarre alla Chanel mono-espressione, di cui mi sfugge il numero, il suo premio.
Il sorriso di Hester lungo la strada per l’obitorio e la sua espressione alla scoperta del cadavere di Tristan non fanno che convincermi della mia teoria.

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Sembra che i nodi stiano cominciando a venire al pettine, alcune fondamentali domande hanno trovato finalmente risposta e molte altre sono state poste. Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo episodio, dal titolo Blood Drive!

 

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