
Russian Doll è una delle ultime serie uscite su Netflix, disponibile dal 1 febbraio, creata da Natasha Lyonne (che è anche protagonista indiscussa), Amy Poehler e Leslye Headland.
Son capitata su questa serie quasi per caso, a dir la verità il trailer non mi entusiasmava così tanto perché mi sembrava si basasse su un concetto visto e rivisto in tv e al cinema. Alla fine però, vuoi per una giornata da passare sul divano, vuoi per il fatto che la Lyonne sia una delle mie attrici preferite di Orange is The New Black, mi son ritrovata a vedere il primo episodio ed è stata LA MIGLIORE IDEA del mio lunedì.
Russian Doll è MOLTO più di quanto sembra e ridurla ad una semplice comedy con cui passare il tempo sarebbe totalmente ingiusto. Questo prodotto della Netflix si rivela invece estremamente intelligente, complesso, profondo, divertente e anche drammatico, recitato perfettamente da un cast che si rivela impeccabile e diretto in maniera sublime.
La trama di base potrebbe risultare molto semplice: Nadia si ritrova intrappolata nella sera del suo party di compleanno poiché continua a morire nei modi più disparati e a risvegliarsi costantemente nel bagno del locale. La donna vive in un loop da cui non riesce a scappare, senza trovare un senso a quello che le succede e soprattutto risultando l’unica ad accorgersi di quello che le sta succedendo.
Il concetto di partenza dunque seppur semplice risulta comunque interessante, soprattutto condito da dei dialoghi pungenti e un personaggio come quello di Nadia, che la Lyonne costruisce perfettamente. Probabilmente infatti, questa serie sarebbe stata diversa senza la stravaganza e versatilità di Natasha che riesce a dar vita ad un personaggio esuberante, all’apparenza superficiale ma in realtà costantemente in conflitto con se stessa, segnata dal suo passato difficile e da una crisi di mezza età che non le da pace. Nadia è divertente, isterica, inarrestabile, non vuole sottomettersi a questo strano destino che l’universo pare averle regalato ma è pronta a scoprire il perché della sua atipica e strana situazione investigando sulle cause di questo loop temporale.
A caccia della verità Nadia incontra Alan Zaveri, un singolare personaggio che si ritrova anche lui coinvolto nel loop temporale che la donna sta vivendo e da quel momento in poi la storia prende una nuova direzione. I due si ritrovano costretti a vivere costantemente la stessa notte e risulta ovvio per loro che i loro destini potrebbero essere intrecciati e l’unico modo per uscirne fuori è collaborare.
Se dunque Natasha Lyonne era stata protagonista indiscussa, si ritrova improvvisamente a dover dividere la scena con Charlie Barnett, attore che personalmente non conoscevo, ma fa un lavoro magistrale sul personaggio. Il suo Alan è paradossalmente l’opposto di Nadia, controllato, meticoloso, ordinato, preciso e maniacale, deluso dalla sua fidanzata e preparato a vivere per sempre quella sua triste nottata sempre allo stesso identico modo. Alan e Nadia si ritroveranno allora uniti, ad affrontare le loro nottate insieme e a trovare una soluzione che salvi entrambi dall’inesorabile routine notturna.
Dunque DUE storie, DUE personaggi, DUE time loop, e ZERO risposte. Perché continuano a rivivere sempre la stessa notte? Per quale motivo muoiono sempre nei modi più disparati? Ma soprattutto, come è possibile che i loro destini siano collegati? Queste son le domande che i due si pongono e devono risolvere prima di perdere completamente il lume della ragione e vedere la realtà che conoscono scomparire per sempre.


Questo è Russian Doll, una serie che in sole 8 puntate, ed episodi che non superano mai i 25 minuti, riesce a stendere una storia terribilmente interessante, fatta di punti di domanda che tengono lo spettatore incollato allo schermo. Il punto forte del prodotto Netflix e quello che secondo me gli fa veramente fare il salto di livello, non è solamente la recitazione o la storia con i suoi dialoghi, quanto la continuità. Il modo in cui ogni volta una scena si ripete ed ogni dettaglio risulta significante per il proseguo, ogni passo viene ricreato alla perfezione durante ogni reboot. La cura dei particolari è maniacale, dalla canzone iniziale che si ripete all’infinito, ai dialoghi e interazioni dei personaggi, alla loro posizione, alle loro reazioni. TUTTO è studiato perfettamente, non ci son errori di continuità, errori temporali e anche le più piccole e possibili imperfezioni sono livellate.
Tecnicamente per me questa serie si avvicina veramente tanto alla perfezione, per quanto riguarda il prodotto in generale risulta la scelta PERFETTA per passare una serata in compagnia di una serie di qualità che riesca ad intrattenere, a far riflettere e a coinvolgere completamente lo spettatore. Dal primo all’ultimo episodio avrete tutte le risposte ad ogni possibile domanda e la storia diventerà sempre più chiara con il passare del tempo. Il finale per quanto mi riguarda è magistrale e conclude in maniera incredibile una gran serie che è riuscita a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle in tempi record.
Insomma, se ancora non l’avete vista, dovete ASSOLUTAMENTE recuperare.