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Revolution | Recensione 2×17 – Why We Fight

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Revolution | Recensione 2×17 – Why We Fight

Con questo episodio, si torna al discorso riguardante il perché i nostri rivoluzionari siano decisi a combattere contro i patrioti. Ognuno, infatti, sembra avere un motivo personale ma non tutti riescono ad avere le idee chiare, a differenza delle intenzioni del Governo degli Stati Uniti d’America che, invece, si fanno sempre più definite. Di colpi di scena, ultimamente, ne abbiamo visti parecchi ma se mai ci sarà una vera guerra, che cosa comporterà?

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Bass è sempre più convinto che la cosa migliore da fare sia di attaccare i patrioti e, per quanto le sue intenzioni si limitino alla riconquista della Repubblica, non gli si può dare torto. Il Governo, per definizione di ciò che dovrebbe rappresentare, sta facendo tutto l’opposto di ciò che ci si aspetterebbe da un’istituzione così imponente, portando avanti piani malefici di distruzione di massa, tramite malattie e condizionamenti mentali che infondono vane speranze nei cittadini. Sin dal primo momento in cui abbiamo avuto modo di vedere in atto questi patrioti, ho pensato che non sarebbero mai stato davvero d’aiuto ma la situazione sta degenerando e va presa col pugno di ferro prima che sia troppo tardi. Il problema è che ci ritroviamo davanti a persone che combattono per cause diverse, con motivazioni diverse, e ognuno di loro, in questo episodio, ha la possibilità di spiegarsi. L’unico obiettivo comune sembra quello di far fuori i patrioti ed è già qualcosa…

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Grazie a Miles che, per mero senso di protezione nei confronti di Rachel e Charlie, decide di accompagnare Gene a Willoughby a reclutare gente che sia disposta a combattere per la loro causa, abbiamo la possibilità di vedere chiaramente con Marion quanto il lavaggio del cervello indotto dalle parole di Doyle sia forte. Già dallo scorso episodio, anche tramite il flashback di Truman, abbiamo capito qualcosa di più riguardo l’educazione e la manipolazione mentale ma se fino a questo momento lo avevo ritenuto un uomo di poco conto, che si è lasciato abbindolare facilmente dal bel faccino di Julia e dall’idea di poter stare tra i potenti del Governo, mi sono dovuta ricredere su di lui. Personaggio complesso, all’apparenza ingenuo ma decisamente più interessante di quanto ce lo abbiano fatto apparire inizialmente, e c’è stato un attimo in cui ho pensato che fosse addirittura più scaltro di Tom. Ammetterlo mi costa parecchio, considerando quanto abbia sempre lusingato quest’ultimo, ma alla fine non l’ha avuta vinta lui, bensì la solita fortuna sfacciata di Tom. Infatti, prendendo l’argomento principale dell’episodio che riguarda le motivazioni per cui i nostri rivoluzionari combattono, Tom è l’unico che sia riuscito a portare avanti con convinzione le sue decisioni, tra varie distorsioni della verità e tattiche ambigue, si è saputo adeguare al corso degli eventi e sono ancora certa che riuscirà a conquistare le sue ambizioni politiche. Sinceramente, ci spero.

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Gene, a quanto pare, combatte per un bene più grande, per il bene del popolo, ma Miles non riesce a pensare positivo come lui. Trovo molto tenero il fatto che, soprattutto negli ultimi tempi, ogni sua decisione sia presa in conseguenza di Rachel e Charlie ma è allo stesso tempo snervante. Proteggerle è diventata la sua priorità e, per quanto mi piaccia vedere questo suo lato così protettivo, diciamo che lo preferivo quando combatteva per se stesso. Le motivazioni che lo portano ad essere pessimista sono più che comprensibili ma, secondo me, sbagliate. In passato, aveva già provato a cambiare le cose, in meglio, senza alcun risultato e lui crede che il problema sia nelle ‘persone che fanno sempre cose stupide ed egoiste’. Dal mio punto di vista, invece, la situazione attuale con i patrioti non è paragonabile a quella che ha vissuto con la Repubblica, questa volta si trova dall’altro lato del campo di battaglia. Se con Bass aveva provato a sistemare in meglio le pessime condizioni degli Stati Uniti d’America ed è andata a finire male è perché le ambizioni di Bass non avevano niente a che vedere con la salvezza del popolo americano, bensì con la conquista di un impero da gestire e comandare secondo le sue leggi. Questa volta, quindi, avendo come obiettivo quello di distruggere l’impero che i patrioti stanno cercando di costruire, la situazione è inversa e differente. Anche se le manie di Bass restano comunque le stesse.

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Come ho già detto, Monroe è assolutamente deciso a dichiarare guerra contro il Governo. Vorrebbe avere al suo fianco Miles ma, non appena gli si presenta l’occasione, la coglie al volo senza aspettare il suo braccio destro. Continua ad essere perseguitato dalle morti delle donne che hanno fatto parte della sua vita e, dopo la sconvolgente morte di Emma, madre di suo figlio, ecco che gli tocca gestire quella di Duncan; è palese dal suo sguardo, nel momento in cui viene a saperlo, che non se l’aspettava e che quasi si sente dispiaciuto, ma il fatto di avere a disposizione due dozzine di mercenari, pronti a combattere al suo servizio, lo risollevano di morale. Si interessa della donna, di cosa sia successo, di come sia morta, ma a malapena si concede il tempo per attuare un piano che prende i suoi uomini e, ignorando Rachel, attacca il campo di riprogrammazione. Non mi piace che Bass prenda con una tale leggerezza l’idea di uccidere una miriade di ragazzini ma, nonostante i suoi metodi siano poco umani, bisogna ammettere quanto sia in grado di ottenere sempre dei gran risultati. Eticamente parlando, non prendere in considerazione i danni collaterali, non è proprio il massimo ed è proprio questo uno dei motivi che, anni prima, portò Miles ad abbandonarlo. La sua coscienza resta invariata ma l’ascendente che ha Bass su di lui è impossibile da ignorare e, secondo me, presto o tardi si deciderà a tornare dalla sua parte. Soprattutto ora che, grazie alle sue azioni, hanno scoperto i piani malefici che Doyle aveva in serbo per i cadetti. Insomma, hanno solo vinto la prima battaglia di una lunga guerra che deve ancora scoppiare e che, con la morte di Doyle, sarà sicuramente più facile da combattere.

Se non lo avete già fatto, vi ricordo di mettere ‘mi piace’ alle pagine facebook italiane dedicate a questa meravigliosa serie tv:

Revolution Italia – Il primo sito italiano
Revolution Italia

Infine, eccovi la preview del prossimo episodio, dal titolo “We May Lose One Of Our Own”. SPOILER!

PS: Nel promo viene detto che l’episodio andrà in onda il 2 aprile ma la NBC ha riferito che potrebbe slittare al 16 aprile, a quanto pare, però, è ancora da decidere.

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Giulia, 23 anni, abruzzese, studentessa universitaria di "Beni Culturali: cinema, musica e teatro", presso l'Università degli studi di Siena. Appassionata di cinema fin da bambina, ad un certo punto della sua vita, esattamente quando scoprì Supernatural nel 2006, ha iniziato a diventare una drogata anche di serie tv. Adora passare ore ed ore davanti al suo pc a fare lunghe maratone telefile, occupando il suo tempo libero con un'altra forte passione, la scrittura (riducendosi a studiare la notte, ai limiti della sopportazione umana!). Il suo sogno nel cassetto è di diventare una sceneggiatrice, ma si accontenterebbe anche di diventare una 'semplice' scrittrice di romanzi fantasy. Ha una vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda gli angeli e, più in generale, per ogni sorta di creatura sovrannaturale. Sa che un giorno farà il giro degli Stati Uniti a bordo dell'Impala insieme a Sam e Dean ma, nel frattempo, si accontenta di vederli solo attraverso lo schermo.

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