Questa settimana puntata riflessiva e preparatoria di Revolution, ma non per questo meno bella ed intrigante: l’azione è ridotta al minimo per lasciare spazio ad uno dei grandi temi cari a Kripke, cioè il rapporto difficile e conflittuale tra genitori e figli.
Già in alcune puntate precedenti questo argomento era stato toccato, ma in modo molto marginale e senza la drammaticità e l’intensità di questa 1×13. Con un appunto interessante: Kripke sta sempre dalla parte dei figli.
I genitori sono impulsivi, violenti, fanno scelte discutibili. I figli sono spesso più saggi, misurati e, proprio per questo, destinati a soffrire di più.
Chi, come me, segue con passione fin dall’inizio l’altra creatura di Eric Kripke, Supernatural, avrà colto moltissimi parallelismi tra i rapporti Charlie/Rachel, Jason/Tom e dei fratelli Winchester con il padre.
John Winchester era un cacciatore che voleva preparare i propri figli al peggio, insegnandogli a sopravvivere in un mondo crudele e pericoloso, dimenticando spesso di amarli. Tom Neville, generale della Milizia di Monroe, non è molto diverso da John Winchester: ha cresciuto il giovane Jason con durezza, pensando di poterlo preparare alla guerra senza quartiere che infuria fuori dalle porte di casa.
Tuttavia Jason (come Sam e Dean) è solo un ragazzo che cerca la sua strada, esplorando i suoi sentimenti, che vorrebbe compiacere il padre, ma tutto ciò si scontra con la morale che si sta costruendo.
Eccezionale il confronto padre – figlio dove Tom, imprigionato dopo un blitz dei ribelli, cerca di convincere Jason (unitosi alla causa rivoluzionaria) a liberarlo, puntando proprio sul desiderio di approvazione del ragazzo.
Ma Jason è più furbo e sta giocando d’anticipo: sapeva che il padre avrebbe colpito il suo punto debole (il punto debole di ogni figlio, ammettiamolo) e riesce a ingannarlo. Sono certa che tutto questo avrà delle pesanti conseguenze.
Tom Neville: padre deluso o, anche lui, figlio in cerca dell’approvazione del “padre” Monroe? Strepitoso Giancarlo Esposito nel rendere ogni sfumatura di questo bellissimo e tormentato personaggio, spaccato a metà tra l’amore per la famiglia, la lealtà verso Monroe e il riscatto personale, dopo una vita da perdente ante – blackout.
La vicenda della famiglia Neville si intreccia a doppio filo con quella dell’altra, complicata famiglia protagonista di questa serie: i Matheson.
Anche qui, gli adulti (Miles e Rachel) sono confusi e hanno una morale distorta, cercano vendetta, ma vorrebbero dare il buon esempio a Charlie.
Avevamo lasciato Rachel finalmente convinta a raccontare ad Aaron qualcosa di più sulle cause del blackout e scopriamo che l’attacco sferrato dalla Torre dopo l’ordine di Flynn rilasciava sì un virus, ma informatico, in grado di replicarsi in maniera controllata e spegnere l’energia in una zona mirata. Ma qualcosa nella Torre è andato storto, qualcosa che neppure Rachel sa spiegarsi.
Inizialmente sembra convinta a lasciar perdere la Torre e continuare la guerra con Monroe, poi, alla scoperta che ora il perfido dittatore ha tra le mani un’arma nucleare, si convince che forse le sorti della battaglia sarebbero diverse se i due contendenti potessero combattere ad armi pari.
Se solo tutti avessero di nuovo l’energia. L’unico modo per farlo è andare alla Torre e capire cos’è successo.
Così Rachel parte di nuovo, per la seconda volta abbandona la figlia, con l’unica differenza che stavolta ha il coraggio di dirle la verità, che è una missione suicida e molto probabilmente non si rivedranno.
Scelta discutibile, in realtà la decisione di Rachel in questa puntata: la prima è quando, mossa da cieca vendetta, ha cercato di uccidere il prigioniero Neville (responsabile della morte del marito e del rapimento di suo figlio), ma viene fermata da Charlie. La figlia che cerca di far ragionare la madre, la figlia saggia, che sta soffrendo, ma sa cosa è giusto fare.
Rachel, come Tom, è un genitore che ha smarrito la strada, che nel tentativo di fare la cosa giusta per la propria famiglia, non fa altro che sbagliare clamorosamente.
Charlie la sto rivalutando molto: il suo personaggio cresce lentamente, diventa più consapevole e sicuro di sé. Un’evoluzione notevole rispetto agli inizi, quando non riuscivo neanche a sopportarne la vista!
L’episodio si conclude con il grande addio di Rachel, che parte alla volta della Torre con Aaron, decisa a sacrificarsi per dare ai ribelli una chance di vincere la guerra.
Ma quello con Charlie non è l’unico addio straziante: Rachel chiede a Miles di prendersi cura della sua bambina e poi i due si lasciano andare in un bacio molto appassionato. OMFG!!!! Solo io non mi aspettavo assolutamente questo?? Cioè si, era palese la tensione sessuale tra i due, ma che la sfogassero è stato completamente inatteso. Bello e inaspettato (inutile dire che li sto già shippando come se non ci fosse un domani!).
Cosa ne pensate della scelta di Rachel di restituire a tutti l’energia? Potrebbe aiutare o peggiorare la situazione dei ribelli? Sicuramente ci saranno risvolti interessanti nelle prossime puntate!
Best moments of the episode:
Se volete qualche piccolo spoiler, ecco il promo del prossimo episodio, che, solo dal titolo, promette di dare qualche risposta sul blackout: