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Reign | Recensione 4×03 – Leaps of Faith

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Reign | Recensione 4×03 – Leaps of Faith

Io non ce la faccio, mi dispiace.

Non ce la faccio a sopportare l’idea che Mary finisca con questa sottospecie di essere viscido e moscio che è Darnley, e lo so, È LA STORIA, ma questo non mi impedirà di piagnucolare e pensare fuck the consequences, let’s change history!

Deliri a parte, altro episodio che ho apprezzato moltissimo e che ci ha messo definitivamente sulla carreggiata che porterà i nostri protagonisti al finale che conosciamo benissimo perché, be’, è la storia. Elizabeth ha smesso di far finta di cercare compromessi ed è venuta a patti con la realtà dei fatti, ovvero che lei e Mary non possano convivere in maniera pacifica su suolo britannico, che non esista compromesso al mondo che possa garantire a entrambe sicurezza. Si tratta di un punto di svolta fondamentale, perché segna la fine dei tentativi di trovare soluzioni alternative all’eliminazione permanente del problema. Viene a mancare improvvisamente quel terreno comune che era l’essere due donne al potere in una società fortemente maschilista, d’un tratto viene a mancare quella comprensione reciproca che avevamo intravisto per qualche breve istante negli episodi precedenti. E, di conseguenza, smette di essere una questione di chi riuscirà ad accaparrarsi per prima il partito migliore, o di chi riuscirà a tenere a bada per più tempo i propri consiglieri, e diventa una questione di chi delle due riuscirà ad eliminare per prima il problema rappresentato dall’altra. Eliminare fisicamente.

In più, sto diventando #TeamJames in maniera proprio spudorata. E sono molto curiosa di vedere come si evolverà la storia con Lady Knox, perché sono fermamente convinta che in fondo ci sia interesse sincero da parte di lui, mischiato ai timori suscitati dal fatto che lei sia per l’appunto Lady Knox e alla fedeltà che comunque deve alla sorella.

MOMENTI TOP:

  • Il corteggiamento di Gideon. Amo Gideon, lo amo perché sente di dovere la propria lealtà a entrambe le regine e riesce a esercitarla, questa lealtà, senza tradire nessuna delle due. È onesto, ha dei principi, vuole la pace, vuole essere sicuro che nessuno si faccia male e riesce a trovare il piano perfetto per assicurare la felicità a tutte le parti in causa. Elizabeth potrebbe avere il potere che vuole, Mary otterrebbe la certezza della successione al trono per i suoi eredi e potrebbe avere una seconda possibilità di amare e di essere felice. Non è colpa sua, di Gideon, se il piano non va in porto, se Elizabeth è già pronta a rimangiarsi la parola data e se tutto insomma va in fumo. Lui è in buona fede e, soprattutto dimostra coraggio. Il coraggio di lottare per tutto ciò in cui crede – ovvero l’Inghilterra e l’amore di Mary.
  • La corte di Francia. Sembra di essere tornati alla prima stagione, con queste situazioni tragicomiche che, se da un lato sono assurde, dall’altro intrattengono e fanno sorridere il giusto. Oltre a questo, sono incredibilmente intrigata dalla storyline riguardante Charles. Charles che ricorda amaramente che Francis aveva tentato di metterlo in guardia nei confronti del peso che la corona comporta, Charles che non prova più nulla e ne è consapevole, e questa consapevolezza lo porta ad avere un bisogno estremo di sentire, il che ci porta al dolore fisico, ultima spiaggia per sentirsi vivi di chi diventa immune alle emozioni, belle e brutte che siano. Charles è diventato un pericolo per se stesso e anche per gli altri, ha bisogno di controllo e di aiuto, ma nessuno riesce a comprendere la portata di questa necessità perché nessuno riesce a capire – o vuole capire – che prima di essere un re, lui è un ragazzo incredibilmente giovane che ha bisogno di una guida che tenga da conto questo fatto. E purtroppo, l’unico che era in grado di capire non c’è più. Francis.
  • La forza di Mary Stuart, Queen of Scotland. È a tanto così dal mettersi tutto il dolore del passato alle spalle, a tanto così dal ritrovare la felicità, una felicità che meriterebbe in toto. E sarebbe così facile cedere definitivamente, essere egoista, accettare l’amore di Gideon, essere felice. Lei invece ha la forza di volontà necessaria a capire che non può vivere la propria vita senza mettere la Scozia al primo posto, che c’è un’intero popolo che dipende completamente dalle sue decisioni, che il suo egoismo potrebbe portare morte e sofferenza a un’intera nazione. E allora eccola rifiutare la strada pianeggiante ed inerpicarsi per quella stretta e scoscesa che la porterà fra le braccia di Darnley, perché quelle e solo quelle sono le braccia che al momento possono garantire ai suoi sudditi protezione e un futuro.

MOMENTI FLOP:

  • Il corteggiamento di Gideon. No, non sono psicolabile, sono perfettamente consapevole di averlo messo nei momenti top, ma per il mio povero cuore Frary, la gita in barca, le scampagnate nel bosco e le danze a palazzo sono stati davvero troppo. C’erano miliardi di altri modi per mostrare il loro essere felicemente innamorati, mille altri modi che non comportassero una caterva di flashback che si susseguivano impazziti di fronte ai miei occhi al posto di ciò che stava accadendo realmente nell’episodio.
    Lo so, È LA STORIA, ma io non mi arrendo mica all’evidenza dei fatti.
  • Greer. Lei potrà pure pensare che il mondo abbia dimenticato di come si sia rigirata Leith come un calzino, scaricandolo poi senza troppe cerimonie per Castleroy, a sua volta finito nel dimenticatoio per il primo pirata che passava per strada e poi improvvisamente tornato utile quando c’è stato il bisogno impellente di un padre da esibire in pubblico – ma io no, non l’ho dimenticato. Quindi, sinceramente, non accetto che vada a fare la morale a James che, porello pure lui, in un episodio e mezzo si è fatto più scrupoli di quelli che lei sia riuscita a farsi in tre stagioni abbondanti.

QUOTE OF THE WEEK

Mary: We all die, Gideon. Question is, what we stood for while we lived.

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

1 COMMENT

  1. Sono in ritardooo!!!!

    Direi che la nostra interessante discussione la continuiamo sotto la prossima, tanto arriverà a breve, ma in ogni caso ho letto e volevo commentare proprio perché aspetto l’episodio E le tue recensioni. 🙂

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