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Recensione | Sleepy Hollow 2×02 – The Kindred

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Recensione | Sleepy Hollow 2×02 – The Kindred

È il secondo episodio che si apre con uno specchietto per le allodole (anche se stavolta notevolmente più breve) e io, come la babbiona che sono, continuo a cascarci. Well played, authors: vi divertite a coglionarmi…

Ma bando alle ciance, let’s get to business. L’incubo iniziale di Ichabod non è poi così infondato, pare che anzi l’inquietante rituale sia proprio quello che Death ha in programma per Katrina, per “santificare” la loro unione. E il nostro eroe non può permetterlo, Katrina è la priorità (o perlomeno questo è quello che si ripete lui) per avere una possibilità contro Moloch. D’altronde lei “è un potentissima strega”. Almeno nominalmente, perché finora non so che tipo di incantesimi abbia tirato fuori il Cavaliere senza testa dal cappello (oops, no pun intended) ma di certo i suoi tentativi di fuga sono stati tutt’altro che potenti! O forse la non fuga è voluta? Ci torneremo più avanti…

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Mentre i nostri pensano a un diversivo per tenere occupato il Cavaliere, Abbie ha anche i suoi grattacapi nella “vita reale” a cui pensare, grattacapi che si potrebbero riassumere nella frase (mai così azzeccata) “There’s a new sheriff in town”…e io già la odio. Leggo in rete che molti sospettano sia parte della schiera di seguaci di Moloch, io per ora non vorrei esprimermi, anche perché in genere le mie idee a caldo si rivelano sempre sbagliate con l’evolversi della storia. Tutto quello che sappiamo per certo al momento è che, di proposito o meno, in questo episodio riesce a ridurre i ranghi intorno al team Ichabbie, arrestando Jenny per possesso illegale di armi da fuoco (spero la battuta finale tra lei e la sorella, di non far passare di nuovo lo stesso tempo trascorso prima di andarla a trovare al centro psichiatrico, non preannunci una temporanea uscita di scena di Jenny: è un gran bell’asset per i nostri e a me personalmente piace moltissimo come personaggio, quindi mi dispiacerebbe vederla messa in disparte) e collaborando a internare Irving.

Altra nota positiva dell’episodio è proprio la ricomparsa di quest’ultimo, che mi aveva fatto tanta tenerezza nello scorso season finale, quando si era trovato a confessare due omicidi non commessi per difendere la figlia. Ora, visto il poco amore dimostrato dai suoi compagni di prigione per un ex-poliziotto,202sh__the_kindred-int_psyc-_hospital-scene_50_1210_f_hires2 si fa convincere da Abbie che dire la verità sull’accaduto (e quindi beccarsi un’infermità mentale sicura come una bronchite dopo un bagno nudi nell’oceano il 4 gennaio) e quindi farsi trasferire allo stesso istituto psichiatrico che aveva in passato ospitato Jenny sia la scelta migliore. E così fa, sottoponendosi alla macchina della verità mentre parla di demoni che si impossessano di corpi per assassinare la gente, per poi ritrovarsi di fronte all’avvocato “assunto dall’ex-moglie”: Henry.

Ma anche sul momento dell’incontro tra i due tornerò dopo, ora passiamo al fulcro dell’episodio: the kindred (simile, affine) è l’arma di cui avevamo sentito parlare qualche mese fa al PaleyFest, di cui Abbie e Ichabod si sarebbero serviti in questa stagione per fronteggiare il Cavaliere senza testa. Si tratta di un mostro creato da “scarti” di uomini caduti in battaglia e messi insieme da Benjamin Franklin (chi l’avrebbe detto che sarebbe ricomparso così presto, e completamente vestito questa volta!), su cui poi la congrega di streghe di cui Katrina faceva parte ha posto un incantesimo. Un Franklin-stein (grazie Abbie per avermela servita su un piatto d’argento)!

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Solo che, come la Creatura del Dott. Frankenstein necessitava dell’elettricità per svegliarsi, a questa creatura manca un elemento sostanziale per sorgere: una parte di Morte. Come no, nient’altro?, mi sono detta sbuffando sarcasticamente. Poi, ripensandoci…il Cavaliere senza testa È SENZA TESTA, la testa è una parte, e la testa è in mano ai nostri. Bingo!
Irving aveva provveduto a metterla al sicuro…in banca! Questo giusto per regalarci il siparietto comico di Ichabod di questa settimana: dovrebbero mettere su una specie di one-man show, in cui a ogni puntata lui se la prende con qualcosa di diverso riguardo la modernità. Questa settimana è il turno di reality e altri programmi che trasformano i matrimoni in una questione commerciale e, appunto, delle banche.

Recuperata la testa, i due testimoni provvedono all’incantesimo che mette in piedi il kindred (che da qui in avanti chiameremo amichevolmente Franky), che tiene occupato Morte e l’armatura di Guerra, telecomandata a distanza da Henry, mentre Ichabod si insinua nel covo del primo. Il gioco è fatto, Katrina è salva, finalmente possiamo rompere questa struttura cementificata in cui tutti devono pianificare le loro vite intorno al tentativo di salvataggio del giorno… questo è quello che avrei detto se lei non avesse convinto Ichabod ad andarsene senza di lei. What the… whaaaaat?? Dopo tutto il casino fatto, la donna spiega a suo marito che pensa di essere più utile lì dov’è, a fare da talpa per poi aggiornarli sui più recenti piani di conquista del mondo da parte di Moloch e i suoi Cavalieri. D’altronde è già riuscita, con una buona dose di occhioni da cerbiatta, a far rimandare a Morte il momento del rituale dicendogli che potrebbe prima o poi accettare di legarsi a lui di sua spontanea volontà e pregandolo di attendere quel momento… ancora mi domando come se la sia bevuta, ma tant’è.

I due ex-amanti avevano anche avuto una conversazione molto accesa riguardo i sentimenti di lei su Ichabod, in cui Abraham le aveva fatto notare senza mezzi termini come l’uomo che ama è corso senza un minimo di ripensamenti a salvare Abbie dal Purgatorio ma, quando era stato il turno di Katrina di essere prigioniera lì, ha gigioneggiato per una stagione intera. Amico mio, gli autori avranno anche deciso di umanizzarti agli occhi degli spettatori attraverso gli occhi di Katrina, restituendoti la faccia e la possibilità di esprimerti (e forse anche smontando un po’ la figura originaria del Cavaliere, che incute tanto più timore quanto più non sappiamo cosa nasconda quel corpo senza volto, come nel racconto di Washington Irving, dove non lo vediamo mai davvero ma è l’ignoto a terrorizzare il protagonista), ma sarà me che dovrai temere se provi ancora a insinuare il dubbio sui sentimenti del povero Ichy. Ditemi chi potrebbe mai avere dubbi dopo aver visto questo sguardo:

Gli autori decidono di far felici anche i fan Ichabbie però, con il discorso cuore a cuore tra i due in cui Abbie suggerisce all’amico che il suo continuo mettere Katrina al centro di tutto potrebbe diventare un punto debole per lui, e confessandogli poi che nel suo caso è la fede in lui quella che ritiene la sua più grande debolezza.

I due tornano quindi a casa con in tasca un nulla di fatto riguardo la missione di salvataggio, e ora con un mostro forse-dalla-loro-parte-ma-forse-boh-chissà a piede libero. Questo nuovo sviluppo mi incuriosisce in modi contrastanti: innanzitutto, come per la chiave dello scorso episodio, anche riguardo questa arma il primo pensiero che ho avuto è di un espediente random tirato fuori nel momento in cui era più comodo farlo: c’è una possibilità così tangibile di battere il Cavaliere senza testa, così come c’era una possibilità di tirare fuori un’anima dal Purgatorio senza passare dal via, e nessuno ha pensato anche solo di prenderla in considerazione per mesi e mesi prima? Il tutto suona un po’ forzato, sennonché quantomeno i discorsi che Ichabod e Abbie fanno prima di prendere la decisione definitiva di “svegliare” il mostro-patchwork sono realistici e sensati: è giusto creare un mostro per combatterne un altro? Siamo sicuri che questo lotterà per noi o stiamo per portare in vita una nuova minaccia alla nostra incolumità, come se non ce ne fossero già abbastanza in giro? I sentimenti combattuti che i nostri protagonisti affrontano prima di cedere all’“ok, facciamolo” fanno il paio con i miei dubbi sulla casualità degli eventi che li riguardano, ma tutto sommato sospendere l’incredulità è fondamentale se ci si vuole dedicare alla visione di uno show che poggia su basi sovrannaturali, quindi accetto che questi espedienti servivano solo ora come motori dell’azione e mi godo tutto il resto.

   

Giunti alla fine della seconda puntata, l’unico vero dilemma che mi rimane da risolvere è quindi: che diavolo ha firmato Irving? Un documento firmato col sangue che per quanto ne sappiamo potrebbe essere una qualsiasi cosa orribile, dal vendersi l’anima al diavolo al sottoscrivere un abbonamento decennale a Chi. E io che inveivo domandandomi ad alta voce se verrà il giorno in cui in un telefilm vedremo un personaggio con un po’ di senno leggere un contratto in toto prima di firmarlo, comprese le note a piè di pagina, anziché buttarsi alla cieca.

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In sostanza, quello che ci aspetta per il futuro è incerto sul fronte anima di Irving, incerto sul fronte Franky, incerto sul fronte Katrina (dai, quanto ci metterà a farsi beccare? Non potrà giocarsi la carta del “non mi sento pronta, aspetto il momento giusto” per sempre…) e incerto sul fronte Jenny (anche se spero, come già detto, che torni presto tra noi). Se gli eventi apparentemente slegati tra loro che abbiamo visto in questi due primi episodi mirano a costituire la struttura portante e un filo conduttore dell’intera stagione ben venga, ma ora come ora mi sembra ancora di intravedere lo spettro di una carrellata di filler dietro l’angolo, e visto il potenziale dello show (e il fatto che gli ascolti sono in caduta libera, dammit concorrenza spietata della CBS! Gotham regge abbastanza contro TBBT ma Scorpion sta letteralmente seppellendo SH) sarebbe un vero peccato.

Per questa settimana è tutto, se vi va ditemi la vostra su questo episodio nei commenti. Vi lascio con il promo di “Root of All Evil” (uuuh, arriva la new entry annunciata tempo fa! Vai Ichy, marca il territorio ahahah) e vi invito, se non l’avete già fatto, a correre a mipiacciare la pagina Sleepy Hollow Italia ϟ Prima pagina italiana. Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

1 COMMENT

  1. non saprei se the kindred sia buono o cattivo però sta di fatto che permette ad abbie di scappare tenendo occupato death! e la scena the kindred vs death and war è stata spettacolare davvero

    e poi… ancora non ci credo che l’unico motivo per cui quello scemo di abraham alias death vuole l’inferno sulla terra, è riavere katrina!! ma dico seriously?!?

    la battuta geniale? abbie accendo le candele? ichabod beh se vuoi un po’ d’atmosfera… 😀 😀 mi piace moltissimo quando fa queste battute spontanee 🙂

    incantesimi di katrina? ancora zero! alla prox recensione 😉

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