
E pensare che lo avevo persino scritto in caratteri rossi e cubitali sul calendario! Questa recensione della seconda parte del crossover “Crisi sulle Terre Infinite” arriva con ben dieci giorni di ritardo perché me ne ero dimenticata. Se avete letto il mio articolo sulla prima parte del crossover andata in onda a dicembre (qui l’articolo), sapete quanto poco fossi rimasta entusiasta e quindi capirete perché io abbia rimosso dalla mia memoria il suo ritorno. In Puglia si dice “Fare furia francese e ritirata spagnola” quando si vuole descrivere una situazione partita sotto i migliori auspici e poi finita in un nulla di fatto. Ecco.
Questa seconda parte del Crossover è andata meglio della prima perché, fondamentalmente, avevano due puntate per concluderla e di fatto hanno scelto di farlo in una e usare la première di “Legends of Tomorrow” per farci vedere le ricadute degli eventi passati. Una scelta che ho apprezzato molto perché il vero problema di questo crossover è stata proprio la sua lunghezza. 5 puntate, per un totale di 200 minuti per raccontare vicende che tutto sommato avrebbero potuto essere raccontate in tre puntate: come il primo crossover dell’Arrowverse, il più riuscito.
Arrow aka il sacrificio di Oliver assume un significato, i Paragons non molto.
La reale conclusione della lotta contro l’Antimonitor viene impacchettata e servita nell’episodio dedicato a Oliver Queen. Come ci aveva raccontato il primo Spectre nel Purgatorio (e no, non ci è stato spoilerato dalla locandina della CW ma ci è stato detto nella prima parte del crossover!) , Oliver redivivo aveva l’incarico di sostituirlo e prepararsi per eliminare del tutto la minaccia dell’Antimonitor e, per farlo, era necessario che tutti viaggiassero indietro nel tempo fino al giorno in cui il Monitor ha innescato il processo che avrebbe condotto alla scomparsa degli Universi. La scelta di separare gli eroi in storyline parallele, usando Barry come strumento per ricongiungerli tutti, ha non solo donato vivacità alla narrazione, permettendo ai personaggi di incontrare persone e situazioni che li influenzeranno, ma ha tenuto desta l’attenzione dello spettatore e focalizzato la narrazione sui ruoli di Barry e Kara nella lotta. La rivelazione che sarebbero dovuti essere loro a morire nella battaglia contro l’Antimonitor contribuisce a solidificare la purezza dei loro personaggi, il loro essere quasi immacolati (reali paradigmi di giustizia) accanto ad un Oliver che ha lottato con le unghie e i denti per riappropriarsi della propria anima. Il sacrificio di Ollie diventa quindi l’apoteosi di un percorso di redenzione che non avrebbe potuto finire altrimenti.
La vera nota stonata della puntata e dello scontro finale è stata l’assurdità della scena della battaglia, con i Paragons al gran completo che non fanno altro che fissare Oliver che combatte con l’Antimonitor. Personalmente mi sono rotolata dalle risate. Avrebbero potuto ottenere lo stesso risultato – ovvero l’unione delle forze per dare energia e potere ad Ollie – semplicemente facendo loro alzare un braccio e convergere dei fasci di energia verso il punto della battaglia o facendoli posizionare a cerchio intorno allo scontro. Sarebbe stato meno ridicolo se non altro. Voglio dire, 3 puntate a ripetere quanto siano fondamentali i Paragons e tutto ciò che fanno è guardare un punto in lontananza? Mah.
Legends of Tomorrow aka Ma tu guarda in che mondo vivremo!
La prèmiere di LoT si è giustamente concentrata sulle conseguenze dello scontro. Era importante che ci fossero mostrate con tutti gli eroi coinvolti per poter perseverare in una narrazione corale che ci mostrasse quanto Oliver sia stato in grado di realizzare. La conclusione, con quella tavola rotonda degli eroi, serve ad annunciare un nuovo inizio in cui il crossover non è più solo un’occasione da non perdersi (adoro quando i personaggi di LoT ci scherzano su!) ma diventa una è vera propria Justice League.
MI è piaciuto molto che ora vivano tutti nello stesso universo rendendo di fatto la collaborazione più semplice e mi è piaciuto molto che ci si sia concentrati sulle ricadute che la morte di Oliver ha su chi più gli era legato.
Sarah resta uno dei migliori personaggi che l’Arrowverse abbia riportato in vita. Il dialogo con Barry su ciò che Oliver simboleggiava per lei, mi è piaciuto molto. Ollie era realmente l’ultimo legame con la Terra e la sua vita passata ed ora non le resta altro che la famiglia che ha saputo costruirsi sul Waverider.
L’episodio finale del crossover, con tutte le varie ricadute e contrattempi orsacchiottosi, è filato con velocità e un buon ritmo, senza grandi scossoni.
Prima di chiudere la mia recensione della seconda parte della “Crisi sulle Terre Infinite“, riassumiamo per punti.
⚡️ Justice League’s Ezra Miller made a cameo in Crisis on Infinite Earths https://t.co/mjBgWgzyq6 pic.twitter.com/a0tL8E6r8s
— TV Guide (@TVGuide) January 15, 2020
Tre Cose Belle
- Come ha scritto Danielle Panabaker/Caitlin Snow, è incredibile che i 30 secondi di guest di Ezra Miller nei panni del Flash della Justice League siano stati effettivamente una – gradita – sorpresa. L’intermezzo comico con i due Barry Allen è stato divertente e inaspettato. Non fosse per il fatto che il film sia stato una grossa delusione, avrei anche fangirlato.
- L’addio di Lara e Barry a Ollie. Per quanto i discorsi sul letto di morte mi ricordano sempre The Mask e Jim Carrey (chi ha visto il film sa di cosa parlo), non vi nascondo che mi si sono un po’ inumiditi gli occhi.
- Il palese stoicismo dell’equipaggio del Waverider davanti alle assurdità e le battute sull’essersi persi il crossover anche quest’anno.
Tre Cose che avrei evitato
- Batwoman è ancora agli inizi e poco carismatica. Malgrado l’ottima costruzione dell’amicizia con Kara (altra cosa bella), Kat profuma ancora di nuovo arrivo e più che uno dei Paragons, a volte, è stata più una comparsa.
- Blacklightning: a proposito di comparse. Praticamente il suo ruolo è stato l’equivalente dell’alimentatore al mercato.
- Il momento “Guardiamo tutti intensamente Oliver così gli diamo tanta forza”: comicità imprevista.
Tre Easter Egg
- L’adorabile nonnino che rivela a Barry e Kara che si trovano nello stesso universo è Marv Wolfman, autore del fumetto “Crisi sulle Terre Infinite”!
- Tra le immagini delle Terre e personaggi paralleli, non possiamo non notare Stargirl, presto in arrivo in tv.
- La gabbia -vuota- di Gleek: la scimmia dei Wonder Tweens, eroi dei fumetti e membri della Justice League.
Nel complesso il crossover è stato una grossa delusione e non solo perché i precedenti fossero stati all’altezza delle aspettative. La Crisi sulle Terre Infinite dei fumetti è un evento quasi epico e fa da turning point per tutti gli eroi coinvolti, mentre l’Arrowverse lo ha un po’ bistrattato. Peccato. Vedremo come proseguiranno le storie nel futuro, se decideranno di introdurre Gleek e i Wonder Twins oppure no, come faranno proseguire “Arrow” senza Green Arrow, come Barry affronterà il non essere morto, quali nuovi nemici aspetteranno quelli di LoT, Batwoman, Blacklightning e Supergirl.
Con questo si conclude la mia recensione della seconda parte del Crossover sulla “Crisi sulle Terre Infinite“. Cosa vi è parso di questa seconda parte? Cosa vi è piaciuto? Cosa vi ha delusi?