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Quotes of the Week #91

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Quotes of the Week #91

You win some, you lose some. Except for me. I always win.
– Kai, The Vampire Diaries 6×12, “Prayer for the Dying”

Amici Addicted, ben ritrovati con il consueto appuntamento settimanale con Quotes of the Week. Siamo sopravvissuti ai giorni della merla ma io non sono sopravvissuta per nulla al virus influenzale che c’è in giro e che mi ha letteralmente stesa, per cui perdonatemi in anticipo se oggi il numero di citazioni sarà leggermente inferiore al solito.

Partiamo con la 4×14 di Revenge, “Kindred”, che col matrimonio fra Louise e Nolan ha formato un’insospettabile nuova amicizia a tre, includendo Emily, e sottolineato una volta di più che razza di personaggio fantastico sia Mr. Ross.

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Louise: How could Nolan have such faith in me when I had no faith in myself?
Emily: Because that’s who Nolan is.

Louise: Come può Nolan avere così fiducia in me quando io per prima non ne ho?
Emily: Perché Nolan è fatto così.

In compenso la morte di Daniel ha dato uno scossone bello grosso a Victoria, che non è più così intenzionata a portare avanti macchinazioni e vendette.

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Trust me, pain and conflict only brings more pain and conflict.

Credimi, il dolore e i conflitti portano solo ad ulteriore dolore e conflitti.

Nella 1×11 di The Flash intitolata The Sound and the Fury, abbiamo fatto la conoscenza del Pied Piper interpretato da un magnifico Andy Mientus. E Cisco ha la perfetta descrizione per lui.

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He was mostly a jerk. But, every once in a while… he was a dick.

Era per lo più un cretino. Ma ogni tanto… era proprio un coglione.

A Pied Piper di certo non manca il senso dell’umorismo.

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Being scooped up by a guy clad in head to toe leather is a long time fantasy of mine. So, thanks.

Essere ammanettato da uno vestito dalla testa ai piedi di pelle è una fantasia che ho da molto tempo. Quindi, grazie.

La scena migliore della settimana secondo me viene direttamente dall’undicesimo episodio di questa terza stagione di Arrow, ed è quella che ha visto protagoniste Laurel e Felicity.

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Laurel: I’m not strong enough to fight for Sara.
Felicity: Maybe you’re not supposed to. Maybe it’s not about Sara, or Oliver, or anyone else that we care about who we lost. Maybe what we’re doing, we’ve been doing it because there are people that we care that are still alive. Maybe we’re doing it for them.

Laurel: Non so abbastanza forte da lottare per Sara.
Felicity: Magari non è questo che devi fare. Magari non riguarda Sara, o Oliver o chiunque altro a cui tenevamo e che abbiamo perso. Magari lo facciamo, l’abbiamo fatto perché ci sono persone a cui teniamo e che sono ancora vive. Magari lo facciamo per loro.

Il premio come personaggio meglio costruito, va come al solito a Klaus Mikaelson, che nella 2×11 di The Originals – Brotherhood of the Damned –  per colpa di Finn, deve affrontare insieme ad Elijah alcuni dei demoni del fratello stesso.

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It turns out my brother is even more depraved than I am. He is the noble stag no longer, indeed an altogether different beast is creeping through the cracks. And you have also altogether failed in your representation of me because there is one thing you never thought me capable of. Forgiveness. You, Finn, have remained a boar for centuries but here is where your true fault lies. You never learned that the bonds of family far outweigh anything else. Such bonds trump petty jealousies, they overcome great feuds, and yes, they even allow one monster to pardon the great sins of another.

A quanto pare mio fratello è perfino più depravato di me. Non è più il nobile cervo, ma bensì una bestia ben più inquietante sta venendo fuori. E hai fallito anche nella mia rappresentazione, perché c’è una cosa di cui sono capace. Perdono. Tu, Finn, sei rimasto un cinghiale per secoli ed è questa la tua colpa più grande. Non hai mai imparato che i legami familiari possono superare qualunque cosa. Questi legami oltrepassano stupide gelosie, grandi faide, e sì, permettono perfino a un mostro di perdonare i grandi peccati di un altro mostro.

Citiamo poi anche Jackson, che non so se ammirare o far rientrare nella categoria dei babbaloni (poverino).

Come back with me. We’ll take it one step at a time. And if anything makes you uncomfortable, you tell me and we stop. And when it comes time to open up, I’ll go first because I don’t run. And I don’t scare easy. Your secrets are my secrets and your demons my demons. You will never have to fight them alone. I promise you that.

Torna indietro con me. Faremo un passo alla volta. E se qualcosa non ti fa sentire a tuo agio, me lo dirai e ci fermeremo. E quando arriverà il momento di aprirci, lo farò io per primo perché non scappo. E non mi spavento facilmente. I tuoi segreti sono i miei segreti e i tuoi demoni i miei demoni. Non dovrai mai affrontarli da sola. Te lo prometto.

Infine, dalla 6×05 di Glee intitolata “The Hurt Locker, Part 2”, ladies and gents… THE Rachel Berry!

Rachel: I was so intent on being a Broadway star that I never even learned her name. Any of their names. There was Puck’s brother, cross-dressing Mercedes, and the one with the fat mom, and… and Rayder.
Kurt: Ryder.
Rachel: See?

Rachel: Ero così presa dall’essere una star di Broadway che non mi sono mai nemmeno presa la briga di imparare il suo nome. Nessuno dei loro nomi. C’era il fratello di Puck, il travestito Mercedes, quella con la madre grassa, e… e Rayder.
Kurt: Ryder.
Rachel: Vedi?

E con questo io vi saluto e vi do appuntamento a domenica prossima (vi auguro anche di non venire in contatto con l’influenza che c’è in giro).
-Elsa.

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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