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Pushing Daisies | Il progetto del film e del musical

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Pushing Daisies | Il progetto del film e del musical

Layout 1Il sogno di un film di Pushing Daisies è ancora vivo e forte. Dopo aver rivelato nel marzo del 2013 di voler finanziare un film con Kickstart, Bryan Fuller ha confermato a Zap2it che sta ancora lottando per far risorgere la sua dramedy cult di ABC, finita nel 2009 dopo due stagioni.

“Continuiamo ad esplorare diverse ipotesi” ha ammesso durante un’intervista telefonica. “Abbiamo parlato di Kickstarter, ma Kickstarter si porta via un sacco di soldi, prende una percentuale enorme dei guadagni, quindi per la somma che dovremmo raccogliere tramite Kickstarter, li pagheremmo 4 milioni di dollari solo perché raccolgano i fondi e sarebbero soldi che vengono sottratti al film quindi lo studio [Warner Bros.] ha bocciato l’idea”.

Con l’opzione di Kickstarter fuori dai giochi, Fuller ha trovato un altro modo che potrebbe potenzialmente portare Pushing Daisies sul grande schermo.

“Abbiamo trovato un produttore interessato a mettere insieme soldi sufficienti per fare il film, ma poi non sapevamo da dove prendere i soldi per distribuire il film” ha ammesso. “Si tratta di una sfida continua: come realisticamente girare un film con il supporto di uno studio ma al di fuori del sistema degli studio. Questa è la sfida del film di Pushing Daisies. Ma stiamo assolutamente cercando di procedere”.

Fortunatamente per il pubblico, il film di Pushing Daisies avrà il cast originale, che includeva Lee Pace, Anna Friel, Kristin Chenoweth e Chi McBride, che torneranno quando sarà il momento. “Tutti i membri del cast con cui ho parlato vorrebbero tornare. Lee in particolare è molto entusiasta di questa possibilità, nonostante sia molto impegnato in questo periodo” ha detto Fuller. “Non puoi andare al cinema senza vedere un film in cui ci sia anche lui”.

Per quanto riguarda il musical di Pushing Daisies che Fuller ha promesso a febbraio 2014, ha detto: “Stiamo procedendo con il musical e continuiamo a svilupparlo. Abbiamo anche provato a vedere se Netflix fosse interessata ad una ‘stagione perduta’”.

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Con il corpo è in Italia, con il cuore è in Giappone, con la testa è negli USA. Ritiene di avere ottime potenzialità come sceneggiatrice di “finali alternativi” e come moglie di attori talentuosi e affascinanti (magari con l’accento british e le fossette). In una serie cerca persone e non semplici personaggi, mondi più che location, non un sottofondo ma vere e proprie emozioni musicate, vita, non una storyline. Nel suo universo ideale la birra è rossa e il sushi è in quantità abbondante, le Harley Davidson sono meno costose, la frangia non è mai né troppo lunga né troppo corta e il suo favorito arriva incolume al finale di serie. Forse ha troppi smalti, mentre per i tatuaggi, i cani, i gadget di Spongebob e i libri troverà sempre il posto. Tiene pronti la balestra, i viveri e l’hard-disk zeppo di serie: l’Apocalisse Zombie non la coglierà impreparata!

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