
Bentornati per l’ultimo appuntamento dedicato al Pride Month e il mondo delle serie tv,
dopo i primi due articoli (qui e qui) in cui vi ho parlato delle serie tv e dei personaggi, quest’ultimo lo voglio dedicare a 5 miei buoni auspici per il futuro.
Un futuro che vedo più roseo del passato (un passato in cui la non eterosessualità era negata, nascosta) ma per il quale bisogna ancora lavorare molto.
Negli ultimi anni abbiamo fatto moltissimi passi avanti: i social network, l’audience, il potere del fare sentire la propria voce con più chiarezza, hanno portato molti canali e molti showrunner a introdurre personaggi LGBTQ, ma siamo ben lontani dal ritenerci soddisfatti.
Ecco quindi le mie 5 speranze per il futuro:
1. Aboliamo la trope “bury the gays”
Cos’è? È quello strano topos che vede un personaggio LGBTQ morire subito dopo aver consumato il proprio amore (o quasi). L’esempio che ho visto più di recente è stato in “Victoria” (nel quale comunque resto convinta non sia stato fatto con l’intenzione di uccidere un personaggio gay quanto di uccidere “quel” determinato personaggio ai fini della storia), ma i più celebri sono la morte di Tara in “Buffy” e quella di Lexa in “The 100” (dove avrebbero potuto aspettare almeno un altro episodio! Anche qui si è trattato di esigenze di copione e non di odiare la comunità, ma il momento in cui la commander è stata uccisa resta sbagliato).
Auspico quindi un futuro in cui non si possa più accusare uno sceneggiatore di aver usato questa trope e viceversa uno sceneggiatore possa sentirsi libero di uccidere chi gli pare senza dover essere tacciato di averlo fatto per altri fini che non siano la storia che sta scrivendo. Ma soprattutto un futuro in cui non si suggerisca in maniera subliminale che “essere gay è sbagliato e verrai punito per questo”.
2. Personaggi gay che siano personaggi a tutto tondo e non un’accozzaglia di stereotipi
Meno stereotipi. Se è vero che gli stereotipi hanno una loro base e che se si partecipa al Gay Pride lo stereotipo è sicuramente ciò che attira l’occhio, è anche vero che lo stereotipo NON rappresenta la realtà e la totalità. Non tutti i gay amano il rosa, non tutte le lesbiche hanno i capelli corti e camminano come Calamity Jane, non tutti i trans sono anche drag queen e non tutte le drag queen sono trans. E via dicendo. Vorrei vedere in tv più personaggi come i protagonisti di “Sense8”, Max Blum di “Happy Endings”, Elena Alvarez di “One Day At A Time”, tanto per fare tre esempi.
3. Minor focus sulla comunità bianca e più spazio ad altre culture
La televisione è prevalentemente nelle mani della porzione bianca della società, il che per ora ci ha dato una serie di punti di vista decisamente unilaterali sull’argomento. Vorrei per il futuro vedere affrontato l’essere LGBTQ anche in altre culture quali ad esempio quella indiana (ci hanno provato in “Skins” e lo hanno accennato in “The Mindy Project”), afroamericana (“Dear White People” insegna), etc.
4. Personaggi che siano prima di tutto personaggi e non numeri statistici di Auditel
I casting di solito si fanno come si fa una ricetta: due caucasici, un afroamericano (di solito è divertente e deve parlare con lo slang), un latinoamericano, un orientale (che risulterà al solito il più intelligente), un gay/lesbica.
Ricordo un’intervista a Lindsey Morgan di “The 100” in cui la donna disse di aver accettato il ruolo di Raven perché cercavano “un’attrice” e non “un’attrice latinoamericana/afroamericana/etnica”.
Ecco, io auspico un futuro in cui gli elementi del cast siano scelti come “personaggi” e non come simbolo di una parte della società. In primis per la comunità LGBTQ che merita di avere “persone” e non “dati statistici” che la rappresentino in tv.
5. Sogno una comedy con protagonista un membro della comunità lgbtq.
Protagonista. Non coprotagonista, non migliore amico, non vicino di casa. Protagonista. Vogliamo storie d’amore LGBTQ come protagoniste e che lo siano in una comedy. Non in un dramma, non in una dramedy. Voglio una comedy, una sit-com, voglio poter ridere, voglio poter shippare una OTP che sia la OTP principale della serie. Ecco, anche nel cinema, quando finalmente si inizierà a scrivere film commedie in cui TUTTE le coppie saranno equamente rappresentate, allora potremo dire di aver ottenuto qualcosa.
…sempre televisivamente parlando. Per la società, quella reale, quella di chi lavora e abita ogni giorno in questo mondo, il cammino sarà ancora più arduo, ma non per questo smetteremo di lottare.
E voi?Quale speranze avete per il futuro televisivo? Vi aspetto nei commenti.