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Pride Month | 10 Personaggi LGBTQ che hanno cambiato le serie tv

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Pride Month | 10 Personaggi LGBTQ che hanno cambiato le serie tv

La scorsa settimana abbiamo inaugurato il Pride Month con un articolo dedicato alle serie tv importanti per il mondo LGBTQ, questa settimana abbiamo deciso di scrivere dei 10 personaggi che hanno cambiato in qualche modo la televisione. Ognuna delle ladies e dei gentlemen della mia lista ha il merito di aver portato qualcosa di innovativo e rivoluzionario nel mondo delle serie tv, e di non essere stato unicamente “il personaggio LGBTQ del cast”. Poiché non è mia intenzione fare una classifica, eccovi la mia semplicissima lista.

Ellen Morgan di “Ellen”

Stilare una lista e non mettere Ellen Degeneres è come fare una lasagna e non mettere formaggio e besciamella. In un’epoca in cui l’omosessualità era ancora un tabù, Ellen non ha solo fatto coming out personale, ma ha deciso di rendere omosessuale anche il personaggio da lei interpretato nella sua sitcom. Non so se fosse in assoluto il primo personaggio omosessuale della tv, di sicuro è stata la prima protagonista donna dichiaratamente gay di una serie tv trasmessa su un canale come la ABC.

Willow Rosenberg di “Buffy – L’ammazzavampiri”

Nel corso della quarta stagione, Willow conosce un’altra strega come lei: Tara. È l’inizio di un rapporto di amicizia che si trasformerà in qualcosa di ben diverso nel corso della stagione, e che porterà i fan ad affezionarsi per la prima volta a una coppia LGBTQ… e a sentire i propri cuori spezzarsi in mille pezzi quando Tara verrà uccisa nel corso della sesta stagione. Ha inizio il triste leit motiv del «bury the gays».

Raymond Holt di “Brooklyn 99”

Il personaggio del Capitano Holt è il primo uomo di colore dichiaratamente gay a essere in una posizione di comando in una serie tv. Come se Brooklyn Nine Nine non avesse contribuito abbastanza ad abbattere barriere e stereotipi, gli sceneggiatori hanno scelto di dare il ruolo di leader del distretto a un personaggio che incarna quanto di meno stereotipato si possa immaginare. Sfido chiunque di voi a prendere un solo stereotipo applicabile ad afroamericani o a omosessuali e a ritrovarlo in Holt. Impossibile, vero?

Clarke Griffin di “The 100”

Il personaggio interpretato da Eliza Taylor in “The 100” è il primo protagonista bisex della CW (seguita a ruota da quell’altra meraviglia di Sarah Lance dell’Arrowverse). Forte, resiliente, molto intelligente e astuta, è una dei due protagonisti indiscussi della serie tv, ed è stato con il bacio con la commander Lexa che è finita al centro di un triangolo amoroso che ha sfrantecato le sfere del drago per due anni (e i cui strascichi perseverano ancora ora), ma che non deve far dimenticare la bellezza di questo personaggio che va ricordato e amato a prescindere da chi ami.

Kurt Hummell di “Glee”

Un personaggio che si regge interamente sulla bravura del suo interprete, e che ha il grande merito di essere entrato nel cuore degli spettatori svelando i tormenti interiori e provenienti dall’esterno (aka una società abbietta che discrimina e bullizza) facendoli vestire da un adolescente dell’Ohio. Cosa significa capire nella fase già di suo più difficile della vita che la propria natura sta chiedendo una lotta in più? Grazie a Kurt, abbiamo una nuova sensibilità e comprensione. E dimenticarci di lui è impossibile. Oltretutto Chris Colfer vinse il Golden Globe per quel ruolo.

Nomi Marks (“Sense8) e Sophia Burset (“Orange is the New Black”)

Due attrici trans vestono i panni di due straordinari personaggi televisivi, ognuno portatore di un messaggio diverso anche se analogo: accettare se stessi e combattere per farsi accettare dagli altri (o fregarsene allegramente perché chi se ne frega di quel che pensano gli altri). Come dice Nomi nella prima stagione di “Sense 8”:

Lionel Higgins di “Dear White People”

Cosa significa scoprirsi gay nella comunità afroamericana? Lionel, campione dell’abbattimento degli stereotipi numero 2, ce lo ha mostrato in queste due bellissime stagioni di “Dear White People”. Con grazia, timidezza e un briciolo eccessivo di introversione, abbiamo visto Lionel cercare di vivere serenamente la propria omosessualità all’università combattendo le proprie paure.

Mitchell e Cameron di “Modern Family”

Protagonisti di una serie tv che ha dalla sua il grande merito di aver mostrato senza troppi mezzi termini le difficoltà quotidiane dell’essere una famiglia americana della media borghesia bianca. Come non inserire Cameron e Mitchell in questa classifica? Per 9 anni (e sicuramente un altro ancora) ci hanno deliziato con i loro battibecchi, le loro scenate, le milioni di insicurezze che ancora li attanagliano sia come uomini che come padri di una ragazzina fin troppo sveglia.

Lexa di “The 100”

Io Lexa non la amo e non ho paura a scriverlo (odiatemi pure), e resto convinta che se il suo personaggio fosse stato un uomo lo avremmo odiato tutti indistintamente. Cosa mi spinge quindi, direste voi, a inserirlo nella lista? Bhè, il fatto che non è un uomo e non è eterosessuale: è la leader lesbica di un’enorme comunità di guerrieri che, malgrado tutto, ha dimostrato di avere una visione – forse utopistica – per il suo popolo e che, se ha sbagliato nei modi (dopotutto era figlia di un certo addestramento), di sicuro non ha sbagliato nelle intenzioni. Il vero motivo per cui merita però di essere in questa lista è il fatto che sia diventata un simbolo della lotta per i diritti che ha coinvolto tutti i media del globo in una maniera che non si vedeva da un po’, e che ha portato in primo piano la questione del topos del “seppellire i gay”. La Commander è riuscita a trascendere il piccolo schermo. Per cui – anche se non mi riesce proprio di amarla – dico anche io: Lexa Lives!

Poussey Washington di “Orange is the New Black”

Poussey è il simbolo dell’oppressione, della violenza, del pregiudizio, del terrore per ciò che non conosciamo. La più dolce, la più gentile, la più sensibile delle detenute di Leitchfield è morta in una maniera orribile, vittima della cieca violenza dell’ignoranza. Simbolo insieme della violazione dei diritti nei confronti non solo del mondo afroamericano ma anche di quello LGBTQ, ed è per questo che è in questa lista: la sua morte e quel sorriso finale alla telecamera che aveva chiuso la quarta stagione di OITNB, sono anche il simbolo che la lotta continua e che un mondo migliore è possibile.

BONUS

Xena- The Warrior Princess

Il personaggio di Xena ha forgiato nel sangue di mille battaglie le attiviste di domani: coloro che chiedono giustizia e parità come donne ma anche come individui che dovrebbero essere liberi di amare chi vogliono. Nessuna delle donne della lista qui sopra sarebbe stata la stessa senza Xena.

Questa è la mia lista, e la vostra? Chi avreste inserito?

Appuntamento alla prossima settimana con il terzo articolo dedicato alla causa LGBTQ!

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