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Pretty Little Liars | Recensione 7×10 – The Darkest Knight [Summer Finale]

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Pretty Little Liars | Recensione 7×10 – The Darkest Knight [Summer Finale]

Sarò onesta: avevo smesso di crederci. Sapete quando Marlene King prima di ogni finale, che sia di metà stagione o definitivo, dice sempre: “Sarà scioccante! Sarà folle! Sarà impossibile, non avete idea di cosa vi aspetti!”? Ecco, per quanto io veneri quella donna, ultimamente davo le sue parole un po’ per scontate, non perché non credevo che potessero realizzarsi, i finali di Pretty Little Liars sono da sempre prodotti televisivi EPICI, quegli episodi di cui parli per mesi e che non dimenticheresti neanche se subissi lo stesso trattamento di Jane Doe in Blindspot, ma perché dopo tutto quello che abbiamo visto, mi chiedevo fin dove Marlene King potesse spingersi per sconvolgerci a tal punto da portarci a darle effettivamente ragione. Bene, QUESTO finale non l’ho visto arrivare, questo finale è stato letteralmente scioccante e forse non avevo davvero idea di cosa mi aspettasse. E proprio a causa dello stato di shock in cui questo finale mi ha lasciato, nonostante paradossalmente la sua storia sia stata piuttosto lineare, voglio affrontare questa recensione procedendo per plot twist, ossia per quelle storyline sconvolgenti che hanno reso l’episodio assolutamente folle e indimenticabile. E dal punto di vista della caratterizzazione delle psicologie dei personaggi, a farmi perdere il sonno stanotte sarà una sola verità:

 

SPENCER… DRAKE

Sì, l’avevo previsto, sì, potevamo aspettarcelo ormai, NO, non sono ancora pronta ad accettare la realtà che SPENCER HASTINGS non sia effettivamente una Hastings. Come ho ampiamente già esposto nelle mie precedenti recensioni, ho sempre creduto che i cognomi Hastings e DiLaurentis fossero una sorta di etichetta imprescindibile nella società di Rosewood, e non soltanto perché sembrava che ogni singolo mistero riconducesse sempre a loro e che in qualche modo fossero perennemente intrecciati, ma perché quei nomi avevano segnato nel tempo una sorta di standard per chiunque volgesse a loro gli occhi e soprattutto c’era in loro qualcosa di profondamente oscuro e tragico quasi in maniera teatrale, come se fossero appena stati modellati dalla creatività di un celebre drammaturgo greco. Essere una DiLaurentis ed essere una Hastings aveva significati ben precisi sia per chi li guardava (e parlava) dall’esterno, sia per chi cresceva sotto l’egida di quelle famiglie e sentiva giorno dopo giorno la necessità di rispettare uno status, di essere all’altezza di chi era venuto prima o dei traguardi che i loro genitori avevano raggiunto. Ma più di ogni altra cosa, gli Hastings & DiLaurentis avevano una certezza: tra loro non sarebbe mai corso buon sangue. Ho sempre amato il momento in cui Melissa, in uno di quei duelli verbali dal livello culturale estremamente alto con sua “sorella” (e adesso è così strano dirlo) Spencer, definì gli Hastings e DiLaurentis come una contemporanea versione dei Borgia e dei Medici, riuscendo in poche parole a definire perfettamente quel continuo clima di tensione, mistero e intrigo che circonda e inevitabilmente lega le due famiglie a doppio filo per quanto loro cerchino disperatamente di mettere quanta più distanza possibile tra i rispettivi mondi. Ma dal momento in cui Alison DiLaurentis “scelse” Spencer Hastings come sua “Lady in waiting” (sì, sto guardando “Victoria”), non soltanto la vicinanza tra le due famiglie divenne inevitabile, ma giorno dopo giorno, ogni segreto seppellito da entrambe le parti veniva lentamente a galla, come se proprio quell’amicizia tra le due ragazze avesse fatto cadere la prima tessera di un domino su cui in fondo erano state costruite due dimore, due etichette, due mondi. La relazione tra Jessica e Peter, la paternità di Jason, i sotterfugi del Radley, la rivelazione di Charlotte, il ritorno di Alison, la morte di Jessica e la sua sepoltura nel cortile degli Hastings, l’omicidio di Charlotte, a partire dal pilot ogni grande evento avvenuto in questa serie non faceva altro che riportare gli Hastings sulla strada dei DiLaurentis e viceversa, alzando finalmente il velo su quel passato oscuro e condiviso di cui nessuno riusciva davvero a intravedere la profondità. Ma proprio quanto credevamo di aver ormai capito QUASI tutto di queste due famiglie e dei loro legami, ecco che un altro nome reclama prepotentemente il suo spazio tra di loro, un nome che abbiamo incontrato per la prima volta tanto tempo fa e che adesso assume tutto un altro significato: DRAKE. Drake, come “CeCe Drake”, una delle parti più importanti di questo show, colei che ha dato il via a una delle torture psicologiche più incredibili che io abbia mai visto; Drake come “Mary Drake”, la sorella gemella e nascosta di Jessica DiLaurentis, madre di due figli dal destino quasi segnato; Drake come… “Spencer Drake” se così possiamo chiamarla per il momento, una delle quattro colonne portanti di questa serie, il personaggio senza cui non esisterebbe Pretty Little Liars, la ragazza che non partecipa ad alcuna competizione se non è fortemente convinta di vincere, la giovane donna che aveva fatto del suo cognome una vocazione, che si era DEFINITA tramite l’appartenenza a una famiglia in cui il fallimento non era contemplato e per quanto abbia cercato di allontanarsene, alla fine non può negare che il suo background culturale e caratteriale l’abbia aiutata a forgiare una personalità che ancora oggi la rende la donna che è diventata. Eppure in qualche modo Spencer si era anche sempre sentita in difetto al fianco di Melissa, come se qualunque vittoria ottenesse non fosse mai davvero all’altezza degli standard di sua sorella, come se avvertisse di non essere mai tanto Hastings quanto lei. E adesso, sette anni dopo, mentre perde lentamente conoscenza dopo aver riportato una grave ferita alla spalla, Spencer resta tra le braccia di sua madre ma il volto della donna non è più quello di Veronica Hastings bensì quello di Mary Drake che ne reclama la maternità davanti alle persone più importanti nella vita di sua figlia. E secondo me proprio quelle persone saranno da oggi in poi, per lei, l’unica certezza. La crisi d’identità che inevitabilmente travolgerà Spencer adesso porterà con sé un’attenzione alla psicologia del personaggio che personalmente non vedo l’ora di indagare, ma comunque andrà a finire questa storia, credo che in fondo nulla cambierà davvero davanti agli occhi di chi l’ha amata incondizionatamente, a prescindere dal suo cognome. Aria, Emily, Hanna e forse anche Alison vedranno ancora e soltanto Spencer, la ragazza che le ha sempre protette come un riflesso incontrollato, l’amica dall’intelligenza quasi sovrumana, la spalla su cui appoggiarsi in ogni momento di sconforto, la mano che le aiuta a rialzarsi dopo ogni caduta. E personalmente invece, ai miei occhi lei resterà sempre Spencer Hastings, la miglior nemesi di sua sorella Melissa, la più grande avversaria di Mona Vanderwaal, la donna che Toby Cavanaugh amerà sempre e l’amica che vorrei avere al mio fianco ogni giorno.

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CROSSOVER INASPETTATO: PLL meets SLEEPY HOLLOW

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Poche scene in Pretty Little Liars mi hanno lasciato letteralmente a bocca aperta per una buona manciata di secondi. Questo perché per quanto mi aspettassi la dipartita di Noel Kahn… per l’amore del cielo, non credevo davvero che sarebbe avvenuta secondo la modalità “Abraham Van Brunt”! Onestamente credevo che da un momento all’altro avrei visto arrivare sulla scena Ichabod Crane e Abbie Mills in cerca anche loro di risposte. Ma bando ai cross-over, nonostante la geniale follia che si cela dietro una scelta del genere, voglio riconoscere e confermare due idee che, come nel caso sopra citato, ribadisco da tempo in questo frangente: la prima riguarda a mio parere la necessaria scomparsa di Noel Kahn, perché nonostante abbia avuto modo di inquadrare meglio, e magari anche apprezzare nel complesso il suo personaggio in questi ultimi episodi incentrati spesso sulla sua figura indefinita e inquietante, come ho già detto, Noel non ha mai avuto reali interessi in questo gioco, non è mai stato spinto da motivazioni o storie personali che potessero giustificare le sue azioni quindi, che piaccia o meno, Noel era a tutti gli effetti un mercenario, una presenza freelance se volessimo etichettarlo in maniera più elegante, che riservava la sua lealtà al miglior offerente o a colui che possedeva e custodiva il maggior numero di segreti che lo riguardassero.

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Noel Kahn era fondamentalmente un ragazzo viziato che si era ritrovato, grazie anche alla sua personalità accattivante e piena di risorse, immerso in un gioco più grande di lui in cui però, presto o tardi, avrebbe dovuto far fronte a quella casualità impossibile da superare con un sorriso smagliante o con un astuto colpo di coda, e quel momento, purtroppo per lui, è arrivato proprio quando credeva di avere il controllo della situazione e soprattutto di quelle ragazze che forse troppo spesso ha sottovalutato. Noel ha infatti sottovalutato Hanna fin dal precedente episodio quando credeva che la ragazza si sarebbe arresa dopo aver facilmente sventato la sua trappola; ha sottovalutato la determinazione e la forza di un legame che, quando le vede tutte e cinque insieme, diventa letale per chiunque provi a contrastarle, e come ultimo atto della sua esistenza ha sottovalutato il limite che Hanna & Emily erano disposte a superare pur di proteggersi l’un l’altra. La seconda idea invece riguarda proprio le modalità della sua morte perché mi rendo conto in fondo di quanto un personaggio così criptico, camaleontico e carismatico come Noel non potesse davvero lasciare il palcoscenico come se nulla fosse, è quasi paradossale come ragionamento ma credo che proprio grazie alla sua morte così assurda e fuori dal comune, Noel Kahn abbia davvero lasciato definitivamente la sua impronta nella serie. Archer Dunhill sarà pure scomparso ma almeno ci ha lasciato in eredità una perla di saggezza che anche sua moglie ci ricorda in questo episodio: Just like you, Karma can be such a bitch!

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THE JENNA THING

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Dal momento in cui l’ho vista tornare in scena con quello stile inconfondibile che la contraddistingue fin dall’inizio, sapevo senza ombra di dubbio che Jenna Marshall non mi avrebbe deluso. E non importa quanto tempo possa essere trascorso dal giorno in cui Alison DiLaurentis decise di mettere fuoco al capanno dei Cavanaugh, la “Jenna thing” rimane una delle storyline fondanti di questa serie e i suoi effetti si rivedono ancora oggi nel riflesso oscuro dei suoi occhiali da sole. Ma ciò che più ha alimentato, giorno dopo giorno, il rancore di Jenna è stata la sua consapevolezza di aver costantemente perso ogni battaglia intrapresa contro Alison DiLaurentis, contro il suo ricordo prima, contro il suo ritorno dopo e soprattutto contro quelle persone che più le erano state vicine. Jenna ha perso, “a causa” delle liars, progressivamente, tutto ciò che più amava: il controllo sulla sua vita a causa della cecità, il controllo di Toby Cavanaugh, la fedeltà e probabilmente l’amore di Shana, l’amicizia di Charlotte DiLaurentis e Archer Dunhill, in ogni fase della sua vita Jenna ha “visto” le liars portarle via qualcosa o qualcuno a cui teneva e anche se non ha indossato lei i panni (e le maschere di A.D.), è stato quasi un guilty pleasure vedere finalmente Jenna Marshall in un ruolo che le spetta da sempre, quello di vera nemica dichiarata di tutte le ragazze e di Alison DiLaurentis in primis. Per quanto infatti abbia sempre amato il modo in cui la sua sola presenza riuscisse a zittire le ragazze facendo correre a tutte loro un brivido lungo la schiena, la posizione di Jenna sulla scacchiera di Rosewood è sempre stata particolarmente confusa, restando perennemente in bilico tra probabile colpevolezza e sorprendente innocenza.

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Soltanto in questo episodio, grazie anche al supporto della sua minion separata alla nascita Sydney, Jenna gioca con le liars come mai prima d’ora, attirandole nella sua trappola e riuscendo quasi a metterle in ginocchio, prima però di essere anticipata nel premere il grilletto contro Spencer e di essere infine messa k.o. dall’arrivo provvidenziale di Mary Drake, decisa a non perdere anche la sua seconda bambina. Ma il fascino di questo personaggio resta la sua costante capacità di sopravvivere e di trovare il modo migliore per tornare in campo quando tutti gli altri meno se lo aspettano. E la prossima volta potrebbe farlo al fianco di A.D. in persona, a cui deve ora il suo sorprendente salvataggio.

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ENDGAME ?

Questo è un termine che il fandom di PLL ama da impazzire e se Marlene King non avesse dedicato una buona parte dell’episodio a questo aspetto, la testa di Noel Kahn non sarebbe stata la sola a saltare. Mi riferisco ovviamente alla condizione delle 4 ship principali di questo show e a quella continua “regata” a cui stanno partecipando nella speranza di tagliare trionfanti il traguardo ufficiale tra le lacrime di giubilo di tutti i loro sostenitori. La situazione delle quattro coppie in questo finale è particolarmente complessa, ma soprattutto credo che sia diversa l’una dalle altre e più di ogni cosa penso che abbia anche rispecchiato quello che è sempre stato lo spirito e il percorso di queste relazioni. In un primo piano ritroviamo, per la gioia del mondo intero, l’ormai tanto atteso ritorno dell’amore tra Hanna e Caleb che dopo anni di distanze e sentimenti nascosti, hanno visto e vissuto la loro recente disavventura, con la presunta scomparsa di Hanna, come l’ultima sfida che erano disposti ad accettare prima di far cadere finalmente le loro maschere e accettarsi completamente nel loro amore mai davvero sopito, recuperando così tutte quelle certezze e quelle sicurezze che da sempre li contraddistinguevano dall’instabilità delle altre relazioni.

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E proprio per confermare questa affermazione, la situazione sugli altri tre fronti si rivela certamente più complicata. In un secondo piano infatti veniamo accolti da una notizia che sconvolge Alison e forse noi più di lei a causa della possibilità concreta di avere in un prossimo futuro un piccolo DiLaurentis/Dunhill in giro per Rosewood. Sarcasmo a parte, purtroppo la scoperta di essere incinta del figlio di un uomo che si è rivelato a tutti gli effetti un mostro è inevitabilmente devastante per l’equilibrio di già precario di Alison, per cui non sembra esserci pace da troppo tempo ormai. E come colpo di grazia, Alison deve fare i conti con il ritorno di Paige sempre più vicina all’unica persona che adesso vorrebbe al suo fianco.

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Non ho mai fatto mistero della mia storica avversione per il personaggio di Alison DiLaurentis, per tutti i giochi crudeli a cui ha sottoposto le sue amiche in passato e soprattutto per le svariate volte in cui ha utilizzato i sentimenti sinceri di Emily come un’arma del suo inesauribile arsenale, ma tra alti e bassi, da tempo credo che Alison sia effettivamente cambiata e che, in maniera karmica, stia facendo adesso ammenda per tutti gli errori commessi nei suoi giorni gloriosi. Complice anche la nuova stabilità di Emily che, pur continuando ad amarla anche inconsciamente, ha smesso da anni ormai di morirle dietro, mi intenerisce sempre di più vedere quanto sia proprio Alison a lottare per lei in questo contesto, ad aver bisogno del suo affetto e del suo sostegno ma più di tutto a volere quell’amore che Emily ha sempre desiderato di poterle dimostrare.

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E d’altro canto onestamente, l’ossessione che Paige continua a mostrare nei confronti di Emily non solo mi preoccupa ma inizia anche a insospettirmi non poco. Critica è invece la situazione per i cosiddetti Ezria e Spoby, due coppie completamente diverse ma che a modo loro hanno sempre avuto un particolare fascino per me. Sul fronte Ezra la storia sembra purtroppo sul punto di ripetersi e ogni volta che Aria & Ezra credono di essere finalmente approdati nella loro isola felice, un’onda anomala si solleva dalle acque travolgendo la loro felicità, allontanandoli nuovamente e costringendoli a ricominciare tutto da capo per ritrovarsi e lottare per il loro amore. E oggi quell’onda purtroppo si chiama Nicole. Lontani dal sospiro di sollievo che Aria aveva compiuto alla fine del precedente episodio, quando tutto sembrava sul punto di ricominciare a scorrere per il verso giusto, il mondo di Aria crolla letteralmente a pezzi in diretta tv, di fronte alle scene che mostrano il miracoloso ritrovamento di Nicole e la conseguente felicità negli occhi e nel cuore di Ezra.

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Per quanto assistere esattamente al momento in cui il cuore di Aria si spezza mi abbia fatto fisicamente male, credo che sia stupido accusare Ezra di tradimento per aver baciato Nicole nonostante il suo impegno con Aria, dovendo ad ogni modo considerare la relazione importante che intercorreva tra i due ai tempi della scomparsa. Dal punto di vista narrativo inoltre, è quasi infantile credere che la storia tra Aria & Ezra non avrebbe più subito interruzioni fino al fatidico lieto fine ma penso anche che sia altrettanto inutile credere che alla fine di tutto, Ezra possa davvero non scegliere Aria come compagna di vita, lui che l’ha scelta dal primo giorno, ogni giorno. E infine, contro ogni aspettativa, anche Spencer & Toby hanno vissuto un ritorno alle origini che onestamente non immaginavo possibile ma che è momentaneamente finito così come entrambi hanno vissuto la loro relazione: in tragedia. Ho sempre considerato infatti Spencer & Toby un po’ i Romeo & Giulietta di Rosewood e questo era anche uno dei motivi per cui mi affascinavano così tanto fin dall’inizio del loro amore travagliato ma con il passare del tempo e degli anni, le distanze che si erano create tra i due sembravano ormai incolmabili e con la presenza di Yvonne e ora di Marco nelle rispettive vite, le speranze di rivederli effettivamente insieme erano ormai un miraggio lontano. Sta di fatto però che, come ho sempre pensato, quella debole scintilla che ancora sopravviveva tra loro aveva bisogno solo di un piccolo soffio per ricominciare a vivere e a illuminare i loro cuori e quel soffio è stato secondo me il loro bacio d’addio.

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Quello che infatti doveva essere il loro ultimo momento insieme mi è apparso per entrambi una piccola rivelazione, riuscendo anche a sprigionare nuovamente quella chimica straordinaria che da sempre viveva tra di loro ma purtroppo, proprio come i due amanti shakespeariani, Spencer e Toby sembrano legati non solo da un sentimento ma anche da un tragico destino che li colpisce entrambi quasi nello stesso momento.

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Sottotono purtroppo mi è apparso il ritorno di Mona, sempre geniale e un passo avanti al resto del mondo, affascinante a tal punto da dare spessore anche a quell’ormai consolidata partnership con Caleb ma ancora una volta relegata ai margini della storia. O almeno questo è quello che sembra, considerato che probabilmente non abbandonerò mai l’ipotesi che lei possa essere in qualche modo ancora coinvolta nel gioco di A.D., un personaggio con il suo potenziale non può essere ridotto a semplice gregario o riserva in una partita a cui lei ha dato inizio.

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E infine ci sono loro, infine c’è sempre quel sottile ma intenso filo conduttore che unisce tutte le trame che si intrecciano nell’episodio, che dona a quella follia che chiamano realtà ancora una parvenza di purezza, di semplicità, di costanza e questa presenza perenne non è altro che l’amicizia tra Spencer Hastings, Aria Montgomery, Hanna Marin, Emily Fields e forse non mi pesa più ammettere, Alison DiLaurentis.

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Realizzando per l’ennesima volta di poter sopravvivere soltanto insieme, le liars affrontano la trappola di Noel & Jenna guardandosi le spalle l’una con le altre, restando unite anche di fronte a quell’incubo che diventa sempre più profondo, anche e soprattutto davanti alla realizzazione della loro paura peggiore, quella di assistere inermi al crollo di una di loro, senza poter far nulla per proteggerla come lei ha sempre protetto ognuna di loro.

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Pretty Little Liars termina qui la prima metà della sua ultima stagione, con tante domande ancora irrisolte, ma con un’unica risposta certa: questa serie tv ha lasciato la sua impronta indelebile nella storia del genere e tutto ciò che verrà dopo potrà essere soltanto una banale imitazione.

Noi invece ci rivediamo ad Aprile 2017, quando sarò costretta a fare i conti con una realtà che non voglio ancora accettare: Pretty Little Liars sta effettivamente volgendo al termine.

Sempre vostra, Uber Walkerit-A

 

1 COMMENT

  1. Ciao 🙂 Finalmente ho recuperato le puntate arretrate, e non dico nemmeno lo slalom gigante fatto per evitare spoiler sul finale che la Compagnoni mi dovrebbe offrire una cena… L’unico che non sono riuscita a schivare è stata proprio un’immagine della testa mozzata di Noel, quindi parto da lì: come sai anche io non davo molto peso al suo coinvolgimento diciamo nelle alte sfere ma mi aspettavo che dietro la sua partecipazione ad una tortura psicologica che dura da anni e che lo ha portato anche ad uccidere (perchè se non mi sono persa è stato lui ad uccidere Sarah) ci fosse per lo meno una motivazione valida e invece alla fine si è rivelato molto più “monodimensionale” di quanto mi aspettassi. Jenna invece va beh, penso che con Mona sia purtroppo uno dei personaggi peggio sfruttati dello show nonostante il loro immenso potenziale! Condivido con te il pensiero su Mona: credo ci sia una parte di lei che ancora sente di non avere concluso la sua partita, di avere ancora una parte da giocare; e francamente un finale in cui Mona si rivelasse come la grande mente villain dietro a tutto il teatrino sarebbe un sogno insperato. E poi ecco, Spencer DRAKE. Non sono del tutto convinta di questa parentela, innanzitutto per il povero orgoglio di Veronica Hastings che prima scopre che suo marito ha avuto una relazione ed un figlio con Jessica e poi decide anche di adottarne la nipote, ci vedo proprio un grande masochismo; e poi se quel D di AD non sta per Drake allora i motivi dietro alla vendetta per la morte di Charlotte potrebbero essere i più disparati ed io comincio ad andare in iperventilazione perchè mi sale ansia che in soli 10 episodi arriveranno ad una conclusione affrettata e allora no, non ci sto! Ultimo io avevo una teoria su AD, talmente banale da poter essere quasi giusta, e se Spencer è una Drake non sussiste – ma qui si sta parlando di Marlene quindi non mi aspettavo di risolvere il mistero con davanti ancora metà stagione 🙂 Nel complesso comunque sono innegabili le somiglianze e tutte quelle piccole note che hai fatto notare, per cui sarei disposta ad arrendermi all’evidenza…
    Ho letto poi una cosa riguardo Alison ed Emily che mi ha lasciato agghiacciata, una teoria che dice che la gravidanza di Ali sia frutto dell’inseminazione con gli ovuli rubati di Emily e spero che sia frutto solo di una mente deviata, spero che per quanto la serie si sia addentrata in un mood più dark, Marlene non abbia spinto così tanto…
    Ad ogni modo per tutto bisognerà aspettare la 7b 🙁

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