Mancano ancora pochi episodi alla termine di questa stagione, ma Pretty Little Liars non sembra davvero intenzionato a chiarire nessuna delle storyline affrontate finora. In fondo abbiamo da poco scoperto l’identità di A, non possiamo davvero pretendere di ottenere presto altre risposte dello stesso calibro. Ma grazie all’inserimento di importanti flashback e di piccoli momenti decisivi, ancora una volta sono i personaggi a trarre vantaggio da questi episodi, favorendo in questo modo una profondità psicologica del singolo a discapito di una storia che inevitabilmente procede con cautela, lasciandosi il meglio per ultimo.
THE ATTRACTIVE BRUNETTE
Con mia enorme soddisfazione, Aria Montgomery trova in questo episodio il suo spazio più giusto in ogni aspetto della storia, raggiungendo una completezza nella psicologia del personaggio che personalmente non riesco mai a vedere del tutto nelle altre ragazze. A livello delle indagini, Aria si ritrova infatti nuovamente nell’occhio del ciclone della polizia di Rosewood in seguito ad un’ennesima testimonianza, fornita probabilmente dalla rediviva Sara, che afferma solo ora di aver casualmente ricordato di aver visto “un’attraente brunetta con un insolito portachiavi” effettuare la misteriosa telefonata che ha attratto Charlotte DiLaurentis fuori di casa la notte del suo omicidio. Ritrovandosi dunque a poter aggiungere “riconoscimento facciale attraverso il vetro” nelle voci del suo curriculum vitae, Aria viene presto scagionata dall’ennesimo sospetto, ma questo non le impedisce di avere con la detective Tanner un confronto che profuma della stessa onestà dimostrata nella premiere di questa 6B. Come Aria appunta a giusta ragione, per qualche motivo, infatti, nonostante sia stata testimone in prima persona degli abusi che le ragazze hanno subito per mano di Charlotte, la Tanner ha ricominciato a vedere tutte loro più come portatrici di problemi e segreti che come vittime quali effettivamente sono, desiderando quasi di coglierle finalmente in flagrante per provare la veridicità dei suoi sospetti. Dal punto di vista personale però, come avevo previsto, si apre per Aria quello che forse sarà uno dei capitoli più importanti della sua vita. Innamorato di quella nuova linfa vitale che Aria sembra aver infuso in lui tramite le parole scritte per il suo libro, Ezra è oramai completamente rinato, è vivo e ha voglia di continuare ad esserlo, al fianco dell’unica persona che lo ha riportato alla luce da quell’abisso di oscurità in cui era caduto. Essendo da sempre il suo primo fan nella vita, Ezra fa in modo che Aria possa accompagnarlo in questo percorso, chiedendole di co-scrivere quel romanzo che già è frutto di entrambe le loro passioni.
Credo che vederli lavorare fianco a fianco in una sintonia creativa che ha quasi qualcosa di magico in sé sia stata una delle scene più belle mai realizzate per questa coppia, dando vita a una storyline pura, dolce, lineare, diversa da tutte le altre presenti adesso nello show perché non c’è nulla di problematico in loro, e in un modo o nell’altro, nonostante le distanze, trovano sempre un modo per tornare l’uno dall’altra, per restare insieme. Così come Aria l’aveva protetto scendendo in prima linea per il suo lavoro e credendo in lui più di quanto Ezra avesse creduto in se stesso, allo stesso modo adesso Ezra veglia su di lei come un angelo custode, disposto a tutto pur di vederla ridere, pur di non lasciarla sola perché ogni cosa sembra andare per il verso giusto quando esistono soltanto loro due, insieme.
E infine, in questo episodio, Aria ha anche il suo primo incontro ravvicinato con il nuovo stalker (che adesso comincia davvero a innervosirmi perché Aria non si tocca, né ora né MAI), testando sulla sua pelle l’ardente minaccia che perseguita tutte loro. E non sto parlando metaforicamente.
E se la scorsa settimana erano Hanna e Melissa le protagoniste dei flashback rivelatori, questa volta è Spencer la star del salto nel passato. E intendo davvero una “star” considerata la straordinaria interpretazione di Troian Bellisario, immensa come sempre.
Ancora sotto i riflettori per la fuga di notizie riguardanti Yvonne di cui Caleb si è addossato la colpa,beccando anche un pugno ben assestato di Toby, Spencer si ritrova ora nella scomoda situazione di dover guardare negli occhi Toby e leggere tutta la sua rabbia per quel segreto rivelato, un segreto che adesso però assume nuove sfumature per entrambi.
Tramite quello sguardo così ricco ancora di un dolore mai superato, Spencer ricorda quelli che probabilmente sono stati i tre minuti più lunghi della sua vita, quando al fianco di Toby nella sua scarna stanza del college, aspettava una risposta che in qualunque caso avrebbe cambiato la loro relazione per sempre.
Di fronte infatti alla possibilità di dover affrontare una gravidanza non solo inaspettata ma anche non desiderata, Spencer e Toby mostrano secondo me quella che è da sempre una loro grande debolezza, con mio enorme rammarico, essendo comunque per me una delle coppie più belle di questo show. Con il loro futuro a un bivio o forse sull’orlo di un burrone per come la giovane Hastings considerava la situazione, Spencer e Toby rivelano ancora una volta la loro mancata sincronizzazione, ritrovandosi improvvisamente su due livelli differenti, mentre guardano e sperano di raggiungere traguardi diversi, guidati entrambi da desideri e obiettivi che hanno smesso di coincidere in un momento che non hanno neanche visto arrivare.
Particolarmente sconvolta dal rapido evolversi della situazione, credo che Spencer non riuscisse a sopportare l’idea di dover ancora una volta ridefinire il suo futuro per un evento che non ha potuto controllare, ritrovandosi nuovamente al punto di partenza in cui non ha ancora ottenuto nulla di concreto da quella vita che doveva vederla assoluta protagonista, in pieno stile Hastings. Inevitabilmente più stabile invece, Toby ha fatto pace con il suo passato, con la sua città, e al sicuro tra un lavoro fisso e una relazione con la donna che ama, riesce facilmente, forse troppo, a vedere la luce in fondo a un tunnel che poi non era neanche così profondo dal suo punto di vista. Proprio per rispetto della loro storia e del loro passato, Spencer decide di rivelare a Toby tutta la verità sulla fuga di notizie, discolpando così Caleb ma soprattutto ricordandogli di essere ancora la persona di cui si era innamorato tanto tempo fa, una persona che non avrebbe mai rivelato un segreto che ha quasi vissuto sulla sua pelle. E memore proprio di uno dei momenti più intensi del suo passato, sebbene sappia di non poter cambiare ciò che è successo, Spencer offre a Yvonne una mano amica da stringere quando più ne avrà bisogno.
E come se non bastasse il ricordo doloroso della sua esperienza, Spencer si ritrova a dover affrontare nuovamente il padre dell’anno Peter Hastings, amorevole e comprensivo come un calcio sulle gengive. Peter Hastings torna sulla scena solo per dimostrare di non essere cambiato affatto e di essere ancora il solito bugiardo patologico, pronto ad attaccare Spencer in ogni sua decisione così come invece protegge Melissa ad ogni suo passo, lasciando che si allontani mille miglia da qualsiasi forma di disastro abbia causato mentre lui resta indietro a ripulire la scena del crimine. E neanche adesso parlo per forza metaforicamente. Dalle parole di Peter ad ogni modo scopriamo che anche Melissa era stata ricattata da un anonimo stalker che minacciava di rendere pubblica la sua carriera da undertaker e in qualche modo, per l’ennesima volta, Melissa sembra sfuggire nuovamente all’ombra del sospetto anche dopo le indagini di Emily che non le portano comunque risposte certe.
Per un genitore che delude, un altro si riconferma in tutta la sua grandezza. Sto parlando ovviamente di Ashley Marin. Fiera “mamma della sposa” come afferma la sua targhetta, temo che nonostante Jordan sia per lei poco più di uno sconosciuto, Ashley sia più entusiasta di Hanna del suo matrimonio e di tutti quei preparativi che in un altro mondo avrebbero reso Hanna la sposa più felice del pianeta, un mondo in cui mi sembra chiaro che lo sposo dovrebbe essere Caleb, inutile girarci intorno. Le continue bugie che Hanna racconta a se stessa giorno dopo giorno si trasformano però in ingiustificata acidità nei confronti di Ashley, rea di aver offerto a Caleb la stanza degli ospiti e forse anche colpevole di essere da sempre una madre disposta a tutto pur di aiutare sua figlia.
Per quanto il nuovo stalker abbia provato ad alzare la temperatura durante la tradizionale festa in onore della sposa, Hanna ha fatto del suo meglio ancora una volta per diffondere un po’ di sano gelo nella stanza, rendendo quello che sarebbe dovuto essere un sano momento di divertimento l’ennesimo tripudio di imbarazzo, interrotto probabilmente solo dalla preoccupazione nell’assistere all’insolita fiammata che travolge Aria proprio davanti ai suoi occhi, rimettendo tutto nella giusta prospettiva e soprattutto riportando in lei quella dolcezza che la pervadeva in passato e che adesso sembra soltanto un tenue ricordo.
E la festa di Hanna mi riporta a trattare di un personaggio che probabilmente non riuscirò mai a capire del tutto, l’indecifrabile Mona Vanderwaal. Purtroppo credo che sia inevitabile per le ragazze ritrovarsi pronte a sospettare di Mona in qualsiasi occasione, nonostante in passato abbiano affrontato al suo fianco alcuni dei momenti peggiori delle loro vite, ma in qualche modo sembra che nessuna di loro riesca a dimenticare per davvero che Mona, oltre che vittima, sia stata anche carnefice e la causa di buona parte di quei momenti difficili. Se non riescono a perdonare Mona, figuriamoci come avrebbero mai potuto perdonare Charlotte. Ad ogni modo Mona continua ad essere respinta anche quando le sue intenzioni sembrano buone, ma il problema con questo personaggio è, in fondo, sempre lo stesso e ogniqualvolta ti sembra di scorgere il suo lato più umano, puntualmente nel finale lei ritorna al centro di ogni cospirazione, diventando l’ “attractive brunette” che la Tanner insegue, ma soprattutto diventando improvvisamente la risposta che Emily cerca disperatamente e che ora non ha intenzione di lasciarsi sfuggire. GO, EM!
E, prima di congedarmi, mi soffermo brevemente su quello che è stato il momento più brutto dell’intero episodio, ossia scontrarsi senza airbag con la consapevolezza che le ragazze sono state per troppo tempo lontane l’una dalle altre, a tal punto da non riuscire a riconoscersi in ogni piccolo dettaglio delle loro vite, qualcosa in cui prima erano senza dubbio le migliori. Aspettando di rivederle per davvero insieme, io vi lascio, dandovi appuntamento alla prossima settimana, quando mancano solo due episodi per provare ad ottenere almeno un paio di risposte!
Kisses, WalkeRit-A