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Pretty Little Liars | Recensione 5×25 – Welcome to the Dollhouse [SEASON FINALE]

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Pretty Little Liars | Recensione 5×25 – Welcome to the Dollhouse [SEASON FINALE]

CHARLES IS A. Tanto per non avere ulteriori dubbi. In realtà però, a parte questa dichiarazione iniziale, ero prettamente indecisa su come cominciare questa recensione perché da una parte pensavo di dover indossare la mia armatura scintillante e difendere a spada tratta ogni decisione presa, ogni parola pronunciata e ogni scena scritta in questo episodio; dall’altra parte invece volevo soltanto affrontare di petto la situazione parlandovi di quanto assurdo, geniale, inquietante e profondo sia stato questo finale. Così ho deciso di intraprendere una via di mezzo: ci avevano promesso una grande rivelazione su A? Nome, sesso e possibile storia mi sembrano abbastanza no? Avrei voluto scoprire qualcosa di più e avere altre risposte? Beh, ci speravo, come sempre! Avrebbero potuto chiudere meglio questa stagione: io non credo proprio! Le solite polemiche, le critiche gratuite e inutili, le battute scontate possono attendere oggi perché Marlene King ci ha svelato l’identità di A senza mostrarci A per davvero e tante storie sono di nuovo in gioco, tanti perché troveranno risposta, sì, nella sesta stagione! Cavolo, se non è genialità questa!

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Personalmente, non avrei potuto desiderare niente di più da questo episodio, da un finale che per quanto mi riguarda ha vinto dopo i primi minuti, mentre Spencer, Aria, Hanna e Emily venivano trasportate in un carcere lontano da Alison, una scelta curiosa all’apparenza ma tremendamente interessante e più profonda di quanto possa sembrare. A ha osservato le liars con e senza Ali, A ha riportato e tenuto insieme le liars, A ha visto in loro quello che tutti noi abbiamo visto fin dalla prima stagione: LORO sono il nemico da battere, LORO sono le sue prede preferite, forse perché loro hanno fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa che non conosciamo ma più probabilmente perché loro sono INSIEME e quello che le lega secondo me è ciò che A più odia e più invidia. E in quel furgone, Spencer, Aria, Hanna e Emily dimostrano ancora una volta di essere il cuore dello show, di essere la chiave di svolta che quasi nessuno ha mai davvero capito, di essere l’arma più pericolosa per l’attacco e la miglior protezione per la difesa perché anche di fronte alla distruzione di tutto, anche di fronte a una vita che sembra quasi finita, a una battaglia ormai persa, loro quattro non crollano, non si arrendono e l’unico motivo per cui scelgono di continuare a combattere è perché sono INSIEME e per quanto in tanti ci abbiano provato, non riusciranno mai a dividerle, non potranno mai portare via quel legame che continua a spingerle a rialzarsi ogni volta.

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Welcome to the dollhouse. Il gioco è appena cominciato, A intercetta il furgone, mette fuorigioco l’autista e rapisce le ragazze (tutto da solo? Ah io non credo proprio!). Ed ecco che i suoi sogni diventano realtà: stanco di giocare con le bambole, A sceglie di vivere per davvero il suo teatro di marionette e porta le ragazze in un magazzino anonimo, fuori dal mondo, fuori da ogni possibile via di fuga, un posto dove ha ricostruito fedelmente le loro camere e che soltanto lui può controllare, soltanto lui può essere giudice delle loro vite, per osservarle, studiarle, manovrarle, come un vero burattinaio ma forse troppo affascinato dalle sue marionette.

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Di nuovo insieme, Aria, Hanna, Spencer e Emily cercano di prendere in mano la situazione ma le possibilità sono limitate così seguono le istruzioni, arrivano in quello che sembra esattamente il salotto di casa di casa DiLaurentis e qui incontrano il quinto ospite. Maglietta gialla, jeans, capelli biondi, maschera di Alison e sotto quel travestimento MONA VANDERWAAL è di nuovo con loro, viva e vegeta certo, ma intenzionata a interpretare la sua parte, un ruolo che forse ha sempre desiderato.

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Spencer, Aria, Hanna e Emily non potrebbero essere più confuse e spaventate in una realtà che assume sempre di più le fattezze di un incubo assurdo ma nonostante tutto non sono ancora disposte ad assecondare il volere di A e probabilmente non lo saranno mai. Le ragazze si rifiutano di giocare, di accettare senza opposizioni di essere ancora le sue bambole, perché la verità è sempre stata la stessa: loro sono insieme e lui è solo, forse lo è sempre stato, forse è il suo movente più forte. Ma A non ha messo su il suo set migliore per permettere a qualcun altro di essere il vincitore della sua sfida così richiama le sue ospiti all’ordine, ricordandogli chi è in controllo.
In un breve intervallo di libertà, libero da occhi indiscreti, Mona riesce a tornare sé stessa e a mettere al corrente le ragazze di tutte le possibili vie di fuga, nessuna di queste davvero possibile in realtà, accennando anche alla presenza di una camera segreta, come un caveau, e a quelle che sono le conseguenze del disobbedire al loro padrone di casa. E nel frattempo il gioco di A si mostra a tutte loro: ricostruire un ballo studentesco, lo stesso di sette anni prima, l’ultimo per quella che era la classe di Melissa Hastings, Jason DiLaurentis, Ian, Garrett e certamente tante altre persone particolarmente interessanti.

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Quello che si crea da questo momento in poi non è altro che una partita a scacchi, dove ogni mossa è pensata esclusivamente in previsione della successiva, dove ogni parola ha un significato diverso da quello apparente ed ecco quindi che Spencer e Mona, il cui rapporto mi ha spesso inquietato e affascinato allo stesso tempo, danno il meglio di loro, elevandosi al livello di A, alla sua intelligenza, alla sua furbizia mentre Aria e Emily cercavano ancora di capire cosa stesse succedendo e Hanna mangiava, perdonatemi la digressione ironica ma quando Spencer e Mona pensano, New York va in black-out. Il piano geniale diventa quello di costruire un rustico EMP, ossia uno strumento capace di mettere fuori gioco anche solo per pochi minuti, tutti i dispositivi alimentati ad elettricità, comprese le telecamere e le porte dell’intero magazzino e per farlo Mona recupera gli oggetti necessari mentre Spencer e Emily danno vita a una meravigliosa sceneggiata che richiama quella dell’episodio 2×14, chissà perché quando c’è da fingere un litigio, loro due sono sempre le prescelte.

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 tumblr_nlr2bqZ61E1splgiko1_250 Non solo il piano funziona, ma Spencer riesce anche a decifrare un indizio che forse era indirizzato proprio a lei, un indizio che dà un nome alla loro nemesi: CHARLES. Una volta arrivate al ballo, le ragazze riescono a far uscire Charles allo scoperto (con la sua fedele maschera ancora sul volto), attivano l’EMP e provano a fuggire, tutte tranne Spencer che non aveva bisogno di andare via, aveva bisogno di risposte, com’è sempre stato. Nel caveau Spencer vede foto e effetti personali di Charles e poi in un video, la signora DiLaurentis stringe tra le braccia una piccola Alison mentre due bambini, probabilmente gemelli eterozigoti, si avvicinano a lei, il tempo di una carezza alla bambina e poi tornano a giocare mentre Spencer resta per pochi istanti di fronte a Charles, in silenzio, ferma, mentre cerca di capire per davvero la persona dietro quella maschera, dietro quelle azioni.

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E fuori dall’ultima porta, Spencer, Aria, Hanna, Emily e Mona trovano il niente, un piccolo spazio di terra recintato e immerso nel nulla più assoluto.

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A Rosewood tre persone uniscono le loro forze per un unico obiettivo, l’unica ragione per cui sono disposti a perdere tutto. Per la prima volta tutti insieme, Toby, Caleb e Ezra cercano di trovare le ragazze rintracciando il furgone scomparso e dimostrando al detective Tanner che ciò che stava già etichettando come una fuga è in realtà un rapimento.

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Alla determinazione commovente dei tre ragazzi, compreso un Toby che sembra essere tornato in pieno possesso delle sue facoltà mentali, si aggiunge una componente che non avevo visto arrivare ma che mai come questa volta, ho apprezzato davvero tanto: venuti a conoscenza di tutta la verità, Veronica e Peter Hastings smuovono mari e monti per ritrovare Spencer, non rinunciando a nessuna possibilità, che significhi minacciare Alison, aprire gli occhi alla Tanner o accettare qualsiasi conseguenza si scagli anche contro di loro, tutto pur di riavere Spencer.

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Per quanto riguarda la Tanner, io ho sempre creduto che per quanto potesse essere fortemente bitch a volte, non fosse una persona cattiva né un detective corrotto, semplicemente è una donna incredibilmente intelligente, tanto da fiutare le bugie delle ragazze forse anche prima che loro pensassero di dirle. Di fronte al potere combinato di due squali legali come gli Hastings, la Tanner comincia a dubitare delle sue certezze e questo la porta ad accettare la teoria di Caleb e Toby e a ritrovare non solo il furgone scomparso ma anche il covo di A, la base operativa dalla quale controllava le ragazze nel magazzino nonché un campo estivo in cui sia gli Hastings che i DiLaurentis erano soliti portare i loro figli da piccoli. Bellissimo per quanto mi riguarda il dettaglio in cui la Tanner vede in video a cosa erano sottoposte le ragazze e ne rimane sconvolta.

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Focus su una scena tutta da spiegare: al Brew, il sospetto Andrew intercetta con il computer la telefonata che Veronica Hastings riceve da Melissa. Perché l’abbia fatto e chi sia davvero Andrew è tutto da scoprire.
Come sapete, nelle mie recensioni non mi lancio in formulazione di teorie o predizioni del futuro perché ammettiamolo, con PLL non ci prenderò mai! Ma tranquilli, va tutto bene, ho fatto pace con questa verità! Ciò che invece vorrei fare è porre l’accento su due personaggi e sulle loro personalità:
CHARLES aka A

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Nel video abbiamo visto la signora DiLaurentis giocare con questi due bambini, presumibilmente gemelli, probabilmente entrambi figli suoi quindi la conclusione più logica sarebbe quella di vedere in Charles il fratello gemello di Jason, la cui parentela spiegherebbe molte cose ma il cui viso sarà certamente la sorpresa maggiore della prossima stagione, insieme ovviamente alla sua storia e alle motivazioni dietro le sue azioni.

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Quello che mi incuriosisce davvero però è il comportamento di A, è il suo legame con le ragazze che tante volte mi sembra più forte di quello che ha nei confronti di Alison, è il suo bisogno controllarle forse perché in questo modo si sente parte di qualcosa, si sente parte di un gruppo che secondo me ha sempre sognato. Non so perché, ma vedere A e rivedere Mona mi ha quasi convinto che il motivo per cui sono stati entrambi A è che sono persone probabilmente molto simili, persone sole che forse all’inizio invidiavano Ali e la sua aurea regale e che invece, quando hanno conosciuto le ragazze, si sono resi conto di aver sempre desiderato le cose sbagliate perché è un’amicizia come la loro che entrambi vogliono e se non possono averla allora preferiscono controllarla, studiarla, distruggerla. Ammettiamolo, A ha avuto centinaia di opportunità di uccidere le liars ma non l’ha mai fatto perché lui vuole di più da loro, lui vuole la loro vita, letteralmente.

MONA

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Quando ho visto Mona io non potevo essere più felice perché è stato un personaggio che ho capito e apprezzato davvero solo quando ho creduto di averla persa. Ma Marlene, mia bella trollona, era troppo legata a Mona e non avrebbe rinunciato a lei per nessun motivo e quindi eccola di nuovo lì, il mio gremlin cattivo (Aria sei contenta? Hai di nuovo un’amica alla TUA ALTEZZA!), più geniale e criptica di sempre. Ironica, esilarante, magnifica, la piccola Mona sembra davvero la stessa ragazza e questo non è un aspetto da sottovalutare. Quando Hanna racconta a Mona che Alison è stata arrestata per il suo omicidio, la sua espressione compiaciuta mi ha fatto accendere una tale serie di lampadine mentali che brillavo di luce mia.

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E se Mona non fosse mai davvero cambiata? E se quella messinscena le piacesse più di quanto apprezzasse la sua realtà? In quel magazzino, Mona è esattamente tutto quello che ha sempre voluto essere, lei è ALISON e soprattutto occupa il suo posto nel gruppo delle liars e permettetemi di dire, sta anche molto meglio di lei tra di loro. Mona ha tutto quello che ha sempre desiderato in quella recita e allora perché lasciarla? Come ho detto, Charles e Mona sembrano più simili di quanto si possa immaginare e forse, dico forse, lo sono tanto da diventare partner, almeno fino a quando i loro interessi continueranno a combaciare.

Che dire ragazzi, con un cliffhanger da veri esperti, Pretty Little Liars ci dà appuntamento alla prèmiere della sesta stagione in onda questa estate, con tutte quelle risposte che non ci hanno concesso appositamente perché LORO lo sanno, sanno che alla fine, dopo mille parole, noi torniamo, lo facciamo sempre.
Per quanto mi riguarda, scriverei per questa serie per ogni episodio e stagione che vogliano fare, con la stessa passione e lo stesso interesse che avevo per la prima puntata guardata. Quindi con affetto e lealtà, vi saluto e spero di ritrovarvi per le prossime DIS-Avventure delle mie (nostre) piccole graziose disperate,
kisses, Walkerit-A

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

1 COMMENT

  1. Ciao. Vi leggo sempre, anche se non ho mai postato.
    Ma puntualmente, dopo ogni episodio di PLL, leggo le vostre recensioni, che reputo piacevolissime e ben fatte.
    Ho appena concluso la quinta stagione e devo dire che questa serie diventa sempre più appassionante.

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