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Pretty Little Liars | Recensione 5×22 – To plea or not to plea

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Pretty Little Liars | Recensione 5×22 – To plea or not to plea

Chiedo venia miei cari lettori per l’imperdonabile ritardo, se avessi aspettato ancora un po’ probabilmente al momento starei parlando della rivelazione di A, ma adesso sono qui e sono pronta a raccontarvi i nuovi sviluppi nella vita semplice e ordinaria delle nostre piccole graziose disperate che continuano a dare nuovi significati alla frase “Forse è meglio che ci separiamo”. Intendiamoci, io ho sempre apprezzato il loro coraggio di continuare a infilarsi in vicoli bui o in magazzini abbandonati o addirittura in boschi oscuri e inquietanti al cui confronto la Foresta Incantata di Biancaneve è un parco divertimenti, ma portare una di loro oltre oceano, un’altra alle prese con una pressione che non sa gestire quando si sente prossima a diventare la nuova modella di “Prison’s Next Top Model” e le altre due che non riescono neanche a stare al passo a pochi centimetri di distanza, ecco questo è un po’ troppo anche per me!

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A ha agganciato il suo bersaglio preferito e a quanto sembra non ha intenzione di lasciarlo andare, nutrendosi della sua paura e di tutti gli errori che inevitabilmente ne derivano. Sto parlando ovviamente di Hanna Marin, che per quanto sia cresciuta e sia diventata incredibilmente forte, non riesce a fare a meno di perdere il controllo della situazione ogniqualvolta che A la mette alle strette, perdendo lucidità e cadendo esattamente nella trappola che A aveva posizionato a pochi metri da lei. Il nome sul contratto d’affitto del magazzino, il barile, le prove, il computer hackerato contenente una confessione quasi incorniciata e con un bel fiocco sopra, la Tanner che spunta fuori all’improvviso quando meno se lo aspetta, la storia con Holbrook, tracce di dna sparse adeguatamente su prove a questo punto schiaccianti e l’incombente patteggiamento di Alison, sono tutte provocazioni e tiri mancini che A riserva da sempre ad Hanna, conoscendo bene la sua abitudine di agire d’impulso e cercare di risolvere la situazione da sola, finendo soltanto per commettere tutti quegli errori che A sperava che commettesse, autoincriminandosi e diventando agli occhi di tutti sempre più colpevole di quanto non sia. Portata al limite della sopportazione razionale, questa volta Hanna, spalleggiata anche da un fidanzato che per quanto mi riguarda in questo frangente ha davvero sbagliato tutto, sembra decisa a intraprendere un percorso per cui non solo è in netto ritardo ma che adesso sembra anche una mossa piuttosto “ingenua” (ancora una volta, sostituite il termine “ingenua” con qualche accezione più negativa): dire tutta la verità, alla polizia, ai genitori, al preside della scuola, al postino e al garzone che porta l’acqua. Peccato che la verità adesso, ad anni di distanza da quando tutto è cominciato, comprenda un omicidio, occultamento di prove, svariate attività illegali e una serie di bugie croniche a tal punto che la loro versione dei fatti, supportata da messaggini salvati sul cellulare, sarebbe una difesa talmente debole che neanche l’avvocato di Joe Miller in Broadchurch riuscirebbe a farle assolvere.

tumblr_nkpd90RXoz1qdoecso8_250 E proprio la loro unica prova a cui aggrapparsi per sostenere la tesi dell’eterno ricatto viene tranquillamente lasciata incustodita su un supporto tecnologico che A non avrebbe MAI potuto hackerare, in fondo l’unica cosa che da sempre sanno con certezza di questa persona è il suo talento informatico, quindi una mossa del genere era evidentemente impensabile e impossibile da prevedere *inserire sarcasmo qui*. Direttamente nella tana del lupo, senza uno straccio di prova a sostenere quella che doveva essere la loro verità, le ragazze non possono fare altro che restare inermi a guardare mentre Hanna viene arrestata e condotta direttamente nello stesso riformatorio di Alison per complicità nell’omicidio di Mona Vanderwaal. A – Liars : 2-0

tumblr_nkpd90RXoz1qdoecso7_250Però non abbattiamoci, non tutto è ancora perduto, lì fuori ci sono ancora Aria & Emily pronte a risolvere la situazione … no aspettate, rileggendo la frase a voce alta mi rendo conto di quanto sia assurda, sì, è proprio il momento di cominciare a preoccuparsi. Alla disperata ricerca di chiunque si nasconda dietro l’identità di Varjak, Emily e Aria decidono di chiedere aiuto a uno degli esperti di quei giochi di ruolo letterari che tanto affascinavano Ali, mr. Fitz in persona. L’idea non era affatto assurda all’inizio, considerando l’immenso dossier di ricerche che Ezra aveva condotto quando sperava di scrivere il grande romanzo americano, e i primi passi dell’indagine sembrano riuscire a condurre l’inedito trio investigativo sulle tracce del misterioso Varjak, seguendo l’ennesimo intermediario questa volta impersonato da quell’avvocato che si era occupato del testamento di Mona. La debolezza del piano si rivela però nel momento in cui Aria e Ezra si ritrovano costretti ad affrontare questioni personali irrisolte ai danni di un’Emily indubbiamente attiva e determinata (l’unica in questo episodio) ma silenziosa e delicata come un donna in procinto di partorire, tanto per intenderci.

 

 

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Ad ogni modo, mentre gli Ezria definivano il loro rapporto ormai giunto al capolinea nonostante il cuore spezzato di entrambi, Emily riusciva almeno a ricollegare a Varjak la casa tra i boschi a cui l’avvocato li aveva condotti, non che al momento questa informazione possa servire in qualche modo ad aiutare Hanna.

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La più attiva e combattiva in tutta questa storia che continua a degenerare episodio dopo episodio è senza dubbio Spencer Hastings, che per quanto io adori incondizionatamente, ha scelto il momento meno opportuno per diventare obbediente e per provare a concedersi un nuovo inizio a Londra, al fianco di sua sorella Melissa e dell’affascinate britannico Colin che forse, in un altro momento, mi sarebbe anche piaciuto ma che adesso in realtà rende tutto più assurdo di quanto già non sia. Nell’ultima recensione ho scritto che speravo in un ritorno di Torrey DeVitto nei panni di Melissa Hastings ed è dal suo video strappalacrime che aspetto di poter avere la possibilità di vedere un nuovo aspetto del rapporto tra le sorelle Hastings ma come si dice, bisogna stare attenti a ciò che si desidera perché per quanto all’inizio Melissa e Spencer sembravano sulla strada giusta per recuperare un legame che in troppi hanno contribuito a rovinare, le bugie tra di loro continuano a separarle anche quando servono ancora una volta a cercare di proteggere Spencer. Purtroppo però, per quanto mi riguarda, è proprio Spencer ad aver sbagliato in ben due occasioni, andare a Londra prima e arrabbiarsi nuovamente con Melissa dopo per aver provato a trattenerla in Inghilterra per evitare che Alison potesse coinvolgerla nel suo patteggiamento indicandola come complice.

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E infine torniamo proprio ad Alison e alla trappola in cui si ritrova a vivere ogni giorno di più che resta rinchiusa in riformatorio. Non riuscendo a vedere la luce in fondo al tunnel questa volta, anche Alison è costretta a considerare l’idea di accettare il patteggiamento proposto dal suo avvocato, non avendo nessuna prova o testimonianza certa che possa confermare la sua tesi.

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Messa alle strette da A e da qualsiasi suo complice che riesce ad arrivare tanto vicino a lei da dimostrarle di poter mettere in pericolo la sua vita, Alison si ritrova propensa ad accettare qualsiasi proposta che la porti lontana da quel riformatorio ma nel momento in cui anche Hanna arriva a farle compagnia, sceglie di restare per combattere insieme e non permettere ancora una volta ad A di separarle.

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In un episodio che sinceramente speravo potesse essere più intrigante essendo ormai a pochi passi da un traguardo importante, Pretty Little Liars non fa altro che impostare le basi per quella storyline che probabilmente ci condurrà direttamente al gran finale. Io invece vi rinnovo l’invito per la prossima settimana sperando in un episodio all’altezza di questa serie,
kisses, Walkerit-A

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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