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Pretty Little Liars | Recensione 5×13 – How the A stole Christmas

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Pretty Little Liars | Recensione 5×13 – How the A stole Christmas

PLL Army, sono tornata! Ma aspetto ancor più importante, sono tornate le mie adorate LIARS e per la prima volta le ritroviamo in un contesto del tutto originale: le festività natalizie. Per questo nuovo evento, Marlene ci ha regalato un episodio che innanzitutto ho apprezzato molto ma che ha anche cambiato registro rispetto a quelli che erano i classici speciali di Halloween, mantenendosi più tranquillo e fiducioso da una parte ma anche piuttosto inquietante e subdolo dall’altra. Non ci sono state grandi rivelazioni, sembrava evidente l’intenzione di mandare davvero A in vacanza per un po’, ma solo piccole conferme che servono per assodare vecchie teorie o che semplicemente vogliono indirizzarci verso una strada che quasi certamente si rivelerà quella sbagliata, Pretty Little Liars è un labirinto ragazzi miei, accettatelo!

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Per quanto mi riguarda, l’episodio natalizio è stato in parte un regalo per me perché da tempo ormai speravo di poter vedere la quotidianità delle ragazze in un momento di totale serenità, senza A o Alison tra i piedi, come succedeva quando la rediviva manteneva ancora la forma che di lei preferisco: quella di cara estinta. E proprio per questo motivo, l’episodio segue quasi due percorsi paralleli: la leadership solitaria, oscura e dickensiana di Alison e il Natale di quello che sembra un vero e proprio team di liars, composto dalle ragazze e dei loro rispettivi compagni, più la sorprendente guest star del momento: Lucas.

Ed è proprio da Spencer, Aria, Emily e Hanna che voglio cominciare, perché nonostante si dica che il Natale renda tutti più buoni e sereni, le ragazze vivono le festività natalizie con una gioia nel cuore da far invidia ad Emily Thorne nei suoi giorni migliori. Tutte tranne Emily ovviamente che sembra invasa dallo spirito natalizio dei personaggi della Heigl. La verità purtroppo è che la guerra contro A, contro Alison e contro chiunque sembri rientrare in questo circolo vizioso le logora ormai da troppo tempo e nonostante tutte loro cerchino di reagire, si ritrovano sempre di più spinte al limite della sopportazione, soprattutto da quando il pericolo ha smesso di giocare con i messaggini e ha cominciato a lasciare corpi senza vita lungo il percorso, facendo ricadere a turno su di loro la colpa di questi omicidi.

Se Hanna rimpiange l’amicizia con Mona e tutte quelle parole non dette che forse avrebbero potuto aiutarla a vivere una vita più semplice e ordinaria ma al sicuro, Spencer vive ogni momento di libertà come se fosse l’ultimo, sentendo incombere sul suo futuro l’ombra di un’accusa di omicidio (di Bethany Young) ma cercando anche di lasciare le sue amiche fuori dal suo incubo personale.

Ma le parole di Emily racchiudono alla fine ciò che è sempre stato il loro rapporto, simbiotico, puro, onesto, dove se una di loro ha un problema, anche tutte le altre lo affronteranno. Ed è proprio questa la luce di questo episodio così inquietante a volte, è questo il lato positivo perché nonostante tutto, nonostante il ritorno di Alison le abbia quasi allontanate, Spencer, Aria, Emily e Hanna si ritrovano adesso di nuovo insieme, così com’è sempre stato, più unite che mai in un’amicizia che ormai supera anche questa definizione, diventando una famiglia. E per la prima volta adesso, tutte le ragazze sono affiancate dalle persone che amano, senza segreti, senza maschere o timori, tutti pienamente consapevoli di quel pericolo che affrontano quotidianamente e decisi a restare al loro fianco finché questa guerra non sarà definitivamente conclusa.

 

 

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tumblr_nge0ks47is1qevvmjo5_250 Così Aria, Emily, Spencer e Hanna provano a reagire nonostante anche solo il gesto di comprare una palla di neve sembri ritorcersi contro mentre una lettera testamentaria di Mona le riporta nuovamente a cercare risposte definitive su Alison, A o chiunque si nasconda dietro quell’iniziale ormai leggendaria.

 

Mona era morta cercando di avvertire le ragazze delle prove che era certa di aver trovato e che avrebbero incastrato definitivamente Alison e adesso, ripercorrendo il suo stesso percorso, le liars cercano di risalire a quelle stesse risposte, lavorando insieme come avevano sempre fatto ma questa volta supportate nel loro piano da Ezra, Caleb, Toby (seppure con una gamba fuori uso) e Paige, mentre tutte le figure genitoriali sembrano risucchiate in un vortice interdimensionale.

Se casa Hastings diventa così la base operativa della missione, il campo di battaglia è rappresentato dal Ballo d’Inverno che assume più che altro le sembianze di una scacchiera vivente in cui due eserciti opposti si scontrano, con pedine conosciute, armi segrete e mosse strategiche mentre la solita figura misteriosa osserva metaforicamente la partita, giocando un ruolo che ancora non si riesce a decifrare.

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Di fronte all’ingresso trionfale di quella leader di cui non avevano mai avuto bisogno, Spencer, Aria, Hanna e Emily si dividono, dando il via al loro piano e se Aria & Emily devono controllarla a vista, impedendole di lasciare la sua festa, Spencer & Hanna entrano di nascosto in casa sua alla ricerca di qualsiasi tipo di prova che potesse scagionare Spencer e creare un legame tra Alison, Bethany e quella rete di segreti e bugie che intercorre tra di loro.

tumblr_nge01aUKIb1rc4y3do4_250Aria e Emily riescono ad ottenere alcune informazioni importanti ma riuscire a controllare Ali non è mai stato facile; dall’altra parte invece Spencer e Hanna si immergono nel regno d’inquietudine che è casa DiLaurentis e proprio nel momento in cui Hanna trova una lettera che sembra provare una connessione fondamentale tra Alison e Bethany, anche A fa il suo ritorno in scena, stordendo Hanna e restando poi come sempre nell’ombra a guardare l’evolversi della situazione.

 

 

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Con poco più di un sospetto e di un paio di nuove informazioni tra le mani, le ragazze si ritrovano nuovamente a casa Hastings con i loro rispettivi partner e con la consolazione di aver almeno donato a Spencer una speranza che poco prima non aveva. E seppur lontane dalle loro famiglie, Aria, Spencer, Hanna e Emily capiscono di poter vivere ugualmente un Natale sereno circondate da persone che le amano a tal punto da trovare modi originali e divertenti per farle sorridere ma soprattutto si rendono conto di essere insieme e di formare da tempo quella famiglia di cui hanno bisogno, nonostante A provi in tutti i modi a minare ogni loro singolo momento di spensieratezza.

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Alison invece vive un doppio percorso e se da una parte resta legata alla sua corona da Queen Bee e a tutte quelle pedine che sceglie di utilizzare per portare a compimento i suoi piani, dall’altra si ritrova costretta a smettere i panni di miss popolarità e ad affrontare ciò che le resta lontana da tutti quei seguaci che le regalano una parvenza di interesse o affetto.

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Immersa in quella società che considera un po’ il suo regno, Alison sembra aver deciso di ripercorrere esattamente gli stessi passi del passato, ripetendo inevitabilmente gli stessi errori. La tresca sentimentale con Holbrook, la manipolazione di nuove marionette più inquietanti ma certamente anche meno sveglie di quanto lo fossero le sue vecchie amiche (le due gemelle, tema praticamente ONNIPRESENTE in Pretty Little Liars), il legame a mio parere quasi morboso con la ritrovata CeCe Drake, sono tutte mosse strategiche che Alison ha già compiuto e che adesso si ritrova a ripetere nella speranza forse di riprendere la sua vita lì dove l’aveva lasciata l’ultima volta, creando anche intorno a sé una barriera che possa proteggerla da A, un’identità che certamente non incarna ma che le assomiglia in modo impressionante, come una sorella.

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L’unico aspetto originale e interessante nella sua storia è stato scoprire Sydney & Jenna Marshall al suo fianco, forse per paura, forse per studiarla meglio di quanto abbiano mai fatto, nella speranza che Jenna abbia un piano tutto suo di cui non siamo ancora al corrente.

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Ma una volta a casa, completamente sola, Alison comincia ad affrontare tutti quei demoni personali che inevitabilmente assalgono chi come lei non è mai cambiato, nonostante tutte le possibilità che le sono state concesse, demoni che adesso non possono non assumere le strane sembianze di Mona, come fantasma di un natale passato, presente, futuro e anche piuttosto incazzato.

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Con la figura di sua madre che la guida come un Marley ancor più inquietante di quello dickensiano, Alison affronta un viaggio onirico in cui rivede un episodio del suo passato, la prima volta in cui le bugie di Jessica DiLaurentis l’avevano segnata, e un episodio di un suo possibile futuro, in cui quelle stesse bugie dalle gambe corte (era forse metaforica la scena in cui Mona le rivela che non hanno mai trovato le sue gambe?) la conducono nuovamente in una bara, con nessuno che ne piange la scomparsa e quegli stessi demoni personali che tornano per saldare i conti in sospeso. A parte la martellante anafora della storia delle gemelle e di quel misterioso legame tra Alison & Bethany, penso che sia ancora più importante notare come il Natale Presente, anche senza la figura del fantasma, riveli ad Alison la conseguenza più lampante delle sue azioni ossia aver perso una famiglia in grado di volerle bene incondizionatamente.

Come dicevo dunque, a parte una sua breve apparizione, A sembra davvero essere andata in vacanza per questo Natale, lasciando la situazione piuttosto stabile ed equilibrata, per non dire anche vagamente serena. Le domande sono le stesse di sempre, così come il dubbio di fidarci ancora una volta del personaggio sbagliato. Fare teorie e congetture è quasi inutile al momento mentre l’unica certezza sembra quella di riuscire a riconoscere due schieramenti quasi nettamente distinti.

Un ultimo focus vorrei dedicarlo ad una scena ovviamente simbolica ma allo stesso tempo molto dolce ed emozionante almeno per chi come me ha sempre avuto un debole per il legame tra Spencer, Aria, Emily ed Hanna. Proprio quest’ultima infatti, mentre fa volontariato con alcuni bambini, riconosce una piccola Alison in erba, circondata da una schiera di seguaci, mentre si prende gioco di un’altra bambina solitaria. Dopo aver rimesso al suo posto la piccola Ali, Hanna si rivolge alle altre ragazzine ricordando loro una lezione che lei stessa e le sue amiche hanno imparato forse troppo tardi, ossia di non aver bisogno di un leader ma solo della loro amicizia.

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E quindi, con quello che considero l’unico punto fermo dell’intera serie a partire dal pilot, termino la mia recensione e vi do appuntamento, se vorrete, a Gennaio con l’inizio della seconda parte della stagione delle piccole graziose disperate.

Merry Christmas Bitches,

Walkerit-A

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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