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Pilot Addicted | Westworld

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Pilot Addicted | Westworld

Parlare di una serie molto attesa non è mai facile, soprattutto quando il pilot della suddetta serie si rivela qualcosa di molto diverso da quello che ti aspettavi, al punto che dopo la visione dell’episodio ho preferito prendermi ventiquattr’ore di riflessione prima di scrivere questo articolo.

Partiamo dalle cose più semplici, ovvero dalla trama, che riprende quella dell’omonimo film del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton.
In un mondo futuristico, Westworld é un parco di divertimenti in cui tutto é concesso. Gli automi che lo popolano, intrappolati in un’eterna routine, non possono nuocere in nessun modo ai visitatori (i cosiddetti Nuovi Arrivati), che si trovano cosí liberi di seguire ogni sorta di pulsione, dai piú innocenti desideri e vanitá alle piú efferate perversioni.
Fra gli abitanti del parco spicca Dolores Abernathy, la piú antica attrazione del parco, una ragazza semplice programmata per vedere solo il lato migliore di quella che crede essere la sua realtá.
Per rendere le attrazioni ancora piú realistiche, il geniale dottor Ford (interpretato nientemeno che dal grande Anthony Hopkins) introduce con un aggiornamento, la rêverie, una serie di gesti programmati legati a ricordi specifici, che peró risulta avere lo sfortunato effetto collaterale di permettere agli automi di ricordare i loro cicli vitali precedenti e tutti gli orrori a cui i Nuovi Arrivati li hanno sottoposti fin dal momento della loro creazione.
Alcuni degli Ospiti affetti dal bug impazziscono, dando il via ad una serie di imprevedibili scoppi di violenza, altri invece sembrano essere immuni alle conseguenze della rêverie … a meno che non stiano abilmente fingendo, in attesa dell’occasione giusta per vendicarsi dei soprusi subiti.

Appena ho letto la trama, il mio primo pensiero é stato “Figo! Sembra Jurassic Park, solo con i robot!”. La visione dei primi minuti del pilot mi ha lasciato quindi un tantino perplessa, perché mi sono ritrovata davanti una situazione onirica, destabilizzante, completamente diversa dal delirio action che avevo stupidamente pronosticato.
Il ripetersi pressante dei giorni di Dolores trasporta lo spettatore in un allucinante orologio da cui é impossibile scendere, un orologio le cui lancette corrono inesorabili e sempre piú veloci.
Dopo un primo iniziale disorientamento, una volta capita la struttura dell’episodio, diventa piú facile concentrarsi sulle proprie reazioni. Per quanto mi riguarda, mi sono trovata ad empatizzare pesantemente con tutti gli automi, costretti a rivivere, giorno dopo giorno, una routine sempre uguale e in qualche modo sempre diversa a causa delle azioni imprevedibili e violente dei visitatori del parco.
Nonostante il dottor Ford e Bernard Lowe risultino comunque delle figure simpatiche, l’ossessivo richiamo alla ciclica prigionia di Dolores ci impedisce comunque di dimenticare il fatto che siano i responsabili della creazione e del mantenimento di Westworld e di parteggiare per loro, almeno per il momento.
Il colpo di scena che chiude l’episodio é tanto soddisfacente proprio perché in qualche modo scontato: lo spettatore viene fomentato a tal punto che il gesto di Dolores é quasi liberatorio. Personalmente mi ha fatto pensare: “Ora si comincia per davvero.”
Questa prima puntata ha avuto, ovviamente, uno scopo principalmente introduttivo, ma non per questo si é rivelata eccessivamente lenta, con i risvegli di Dolores che hanno scandito il tempo come pesanti rintocchi che si sono susseguiti sempre piú veloci, sempre piú incalzanti, fino all’esplosione finale racchiusa in un unico, apparentemente insignificante gesto.

Alla luce di quanto visto in questo pilot, quindi, Westworld é una serie in possesso di potenzialitá che, se adeguatamente sviluppate, potrebbero dar vita a uno dei prodotti narrativamente piú promettenti degli ultimi anni.
La qualitá é ovviamente molto alta, come era logico aspettarsi dall’HBO, e traspare da ogni dettaglio, a partire dalla sigla che é, come spesso accade per le produzioni di questa emittente, un piccolo gioiellino, costruita con attenzione per rispecchiare nella maniera piú efficace il clima della serie e calare fin da subito lo spettatore nel senso di angoscia e di straniamento che striscia sottopelle in ogni scena, anche in quella apparentemente piú serena e quotidiana.

Per quanto mi riguarda, posso solo dire che aspetteró con ansia il secondo episodio e che troveró sicuramente un posticino per questa serie nella lista degli show assolutamente da non perdere.

Alla prossima!

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