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Penny Dreadful: City of Angels – Recensione 1×01

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Penny Dreadful: City of Angels – Recensione 1×01

Carissimi Addicted eccoci finalmente arrivati alla recensione del pilot di “Penny Dreadful: City of Angels”, lo spin-off della celebre serie di Showtime.

Attendevo con ansia il pilot di “Penny Dreadful: City of Angels” e mi trovo ora, a fine visione, in una sorta  di conflitto interiore.

Da un lato vorrei riuscire a focalizzarmi unicamente su ciò che questo primo episodio mi ha regalato, e che ritengo un buon punto di partenza – un pilot deve in primis catturare l’attenzione e lasciare nello spettatore la voglia di proseguire nella visione di una serie e questo senza dubbio ha fatto il suo dovere.

Dall’altro lato, invece, non riesco a cancellare il fantasma della serie madre che incombe su questo spin-off e rende quasi impossibile non fare un paragone.

PENNY DREADFUL: CITY OF ANGELS – RECENSIONE: IL FANTASMA DELLA SERIE MADRE

Partiamo allora dall’elefante nella stanza, ovvero quel “Penny Dreadful” che rischia di oscurare il “City of Angels” che segue.

Penny Dreadful” è stata una serie iconica, che personalmente ho amato molto. Il titolo stesso richiamava un determinato genere, un preciso periodo storico e un’ambientazione peculiare. I rimandi ai classici della letteratura gotica e la reinterpretazione di alcuni suoi personaggi chiave sono stati i punti forti della serie madre. Lo spettatore, in un certo senso, sapeva a cosa sarebbe andato incontro, o, per lo meno, aveva una certa familiarità con quello che veniva portato sullo schermo e poteva lasciarsi sorprendere dalle nuove chiavi di lettura e dall’intreccio della storia.

https://www.youtube.com/watch?v=_WqFMwMiF3I

Tutti  questi elementi, invece, si perdono in “City of Angels”. Ci si sposta dalla Londra vittoriana alla Los Angeles degli anni ’30, dall’ambientazione gotica ad una satura e decadente Beverly Hills, da storie e personaggi che fanno parte di un immaginario collettivo ben consolidato al folklore messicano, che risulta certo meno evocativo.

Il cambiamento non è di per sé un male, ma, di primo impatto, risulta difficile non fare un paragone con una serie tanto iconica e che ho tanto amato.

Penny Dreadful: City of Angels” si apre con una profezia che preannuncia il giorno in cui si arriverà ad un grande scontro, una carneficina in cui i fratelli si uccideranno tra loro fino ad arrivare alla distruzione. Queste parole sembrano adattarsi perfettamente al periodo storico e alle vicende che la serie si appresta a raccontare.

PENNY DREADFUL: CITY OF ANGELS – RECENSIONE: UNA NUOVA INDAGINE

Siamo a Los Angeles nel 1938. In Europa sono già pronte le basi della Seconda Guerra Mondiale e l’eco delle ideologie nazi-fasciste è giunto anche negli Stati Uniti, portato dagli immigrati in cerca del sogno americano e alimentato dal divario sociale. Nello specifico veniamo catapultati nel mezzo dello “scontro” tra l’amministrazione cittadina e la comunità ispanica, che sembra sfociare in un brutale omicidio che rievoca la tradizione messicana della Santa Muerte.

Il protagonista è il detective Santiago Vega (Daniel Zovatto), chiamato ad indagare sul suo primo caso e combattuto tra la fedeltà alle tradizioni di famiglia e la sua tanto combattuta carriera nella polizia.

Risulta subito chiaro come l’impronta storica abbia un impatto assai maggiore rispetto alla serie madre, non solo come ambientazione, ma come solida base per lo sviluppo della storia. Il ruolo che in “Penny Dreadful” era svolto dalla letteratura, in questo caso è svolto dalla Storia. Il che è senza dubbio un punto a favore, dando una chiave di svolta interessante alla serie. È anche chiaro dall’incipit e dalla professione del protagonista che l’indagine diverrà il mezzo chiave attraverso cui verranno snocciolate le varie vicende, come poteva esserlo stato la ricerca di Mina nella prima stagione della serie madre.

In questo contesto fortemente storicizzato, l’elemento sovrannaturale si manifesta nel folklore messicano. Lorenza Izzo è Santa Muerte, l’Angelo della Morte, che secondo la tradizione accompagna le anime dei defunti e a cui sono ispirate le celebri maschere. Natalie Dormer è invece Magda, un demone mutaforma che risveglia negli uomini i loro peggiori istinti, seminando morte e distruzione. Le due sorelle si apprestano quindi a schierarsi sui due fronti opposti di quella che sembra essere una rivisitazione del classico scontro tra Bene e Male.

Anche in questo caso il protagonista sembra giocare un ruolo fondamentale, essendo stato risparmiato, o meglio, prescelto dallo stesso Angelo della Morte. Rimane quindi da chiedersi in che modo questo ragazzo apparentemente normale verrà coinvolto dal mondo soprannaturale. Tiago Vega, per come lo abbiamo visto in questo pilot, non ha certo il fascino di Vanessa Ives, ma ha il suo punto di forza appunto in questa apparente “banalità”.

PENNY DREADFUL: CITY OF ANGELS – RECENSIONE: I PUNTI FORTI DEL PILOT
  • La contrapposizione tra Magda e Santa Muerte. Sebbene l’inizio e la fine del pilot vedano le due sorelle sui fronti opposti della battaglia per l’anima della città, la loro posizione non è così netta. Magda incita alla distruzione, ma sottolineando la bestialità e la violenza insita nella natura umana, a cui serve solo una scintilla per esplodere. Santa Muerte, invece, ricorda più volte di non avere pietà per i vivi e di riservare tutta la sua misericordia all’agonia di chi ormai sta morendo. Sembrano apparentemente due divinità di morte, i cui scopi potrebbero coincidere, dando a questa lotta tra Bene e Male dei toni meno netti.
  • Lo stile noir poliziesco. La fotografia dai toni caldi e la colonna sonora segnano il divario più profondo con la serie madre, e danno una connotazione peculiare a questo show che rievoca le atmosfere di un classico poliziesco anni  ’30, che personalmente apprezzo tantissimo.
  • È stato estremamente piacevole ritrovare Rory Kinnear, che aveva dato un’interpretazione memorabile del Mostro di Frankenstein in “Penny Dreadful”, anche in questo spin-off. Qui interpreta Peter Craft, un pediatra di origine tedesca, che si fa portavoce dell’ideologia nazista. Sarà decisamente interessante vederlo di nuovo all’opera.

Il mio giudizio per questa 1×01 di “Penny Dreadful: City of Angels” è senza dubbio positivo. Credo semplicemente si debba fare un passo indietro e non approcciarsi alla visione aspettandosi di vedere una copia della serie madre, perché così non è. Questo nuovo show ha un’identità ben diversa e per questo deve essere valutato.

Lascio ora la parola a voi: avete iniziato a seguire questa serie? Quali sono le vostre prime impressioni? Fatemelo sapere nei commenti.

1 COMMENT

  1. Mi è sembrato più una puntata di AHS, punto di forza il fascino di Natalie Dormer, dea/demone cangiante, il resto un po forzato.

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