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Outlander – La speranza è tutto

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Outlander – La speranza è tutto

Ciao a tutti! Ancora una volta ho l’arduo compito di sostituire Sam per commentare insieme Outlander, ormai quasi alla conclusione della sua quarta stagione e che ci regala questa settimana un episodio suddiviso su più fronti.

Alla fine dello scorso episodio abbiamo visto Brianna separarsi dai suoi genitori e gli abitanti di Fraser’s Ridge partire in direzioni diverse, con Claire, Jaime e Ian diretti a nord sulle tracce di Roger. Ma ciò che ci aveva più di ogni altra cosa lasciati con il fiato sospeso era la possibilità che quest’ultimo, che durante la sua fuga aveva raggiunto una radura con una pietra apparentemente dal potere simile a quelle di Craigh Na Dun (sapevamo già dalla passata stagione che esistono diversi punti nel mondo con poteri analoghi), potesse in effetti aver deciso di attraversarla, tornando nel suo tempo e vanificando di fatto la ricerca di Claire e Jaime.

Devo dire, da questo punto di vista, di aver apprezzato sia la scelta narrativa di darci subito la risposta invece di lasciarci per più di una settimana in attesa di vedere l’esito (come successo all’inizio con il viaggio nel tempo di Bree), sia il modo in cui ci hanno mostrato la rivelazione: per un attimo crediamo che magari per qualche motivo gli autori abbiano deciso davvero di prendere un’altra strada per Roger rispetto al romanzo, riportandolo al suo presente, e la vista di lui nel comfort di una doccia moderna mi ha fatto effettivamente affondare tutto l’affondabile sotto i piedi. Ma è questione di secondi prima di realizzare che è solo un’illusione: Roger è stato catturato nuovamente dai Mohawk e, anche se i relativamente pochi minuti dedicati al suo filone narrativo in questo episodio sono per lui sorretti solo dalla speranza di riuscire a sopravvivere e magari liberarsi ancora una volta, per noi sono una più concreta speranza ancora in piedi che Claire e Jaime possano arrivare a lui.

E come sempre Outlander sceglie non a caso i suoi titoli: “If Not For Hope”, perché in tutti i diversi fronti narrativi tra cui ci spostiamo in questo episodio è la speranza a farla da padrona, a muovere le azioni e giustificare le decisioni dei protagonisti.

La speranza di rimettere a posto le cose
Jaime è ancora giustamente turbato per lo scambio di persone e soprattutto per le parole di Brianna, vuole trovare e riportare indietro Roger non solo per correggere l’errore provocato in buona fede da Lizzie (anche lì, sono grata che l’equivoco sia venuto alla luce senza girarci troppo attorno, odio quando ci si trascina dietro un detto/non detto all’infinito), ma anche perché toccato da come lei gli abbia risposto tirando in ballo Frank. Sì, le parole di Jaime non gli hanno decisamente fatto onore, ma a sua discolpa è un uomo di un’altra epoca, impossibile paragonarlo equamente a Frank… basti pensare a come ha reagito nel vedere una foto di Brianna in bikini! Il suo primo pensiero a una figlia gravida e nubile è stato “tranquilla, te lo troviamo uno per maritarti”. Certe convenzioni sono ancora radicate in quel tempo (cavolo, lo sono ancora adesso in certi posti!), come ci conferma anche l’atteggiamento di Jocasta in questo episodio. Detto questo, chiaramente la violenza con cui si è espresso nei confronti di Brianna non rende facile guardare dall’altra parte, ma in questo caso a una mentalità ottocentesca va aggiunto anche un momento di spaesamento dovuto, anche qui, a detti e non detti: Jaime che va a cercare l’uomo visto da Lizzie per massacrarlo di botte che ammonisce però lei e Ian di non riferire nulla a sua moglie e sua figlia; Claire che, dal canto suo, riesce a scoprire il nome dell’uomo che ha violentato Bree e accetta di tenerselo per sé. È ovvio che dal punto di vista di noi spettatori, trattandosi di una storia fatta per intrattenere, senza espedienti di questo tipo non ci sarebbe trama, ma viene comunque un certo nervoso nel vedere due persone da sempre così vicine tenersi all’oscuro dettagli così cruciali, soprattutto prevedendo già il casino a cui si sarebbe arrivati (e un po’ si poteva sospettare un esito simile già a Wilmington, quando Lizzie ha visto Roger per la prima volta).
Fatta questa premessa è ovvio che il mio punto preferito in tutta la narrazione dedicata a Claire e Jaime sia stato il loro parlarsi finalmente a cuore aperto, soprattutto perché ho apprezzato la giustificazione di Claire per aver mantenuto il segreto di Bree: dalla morte di Frank la vicinanza con sua figlia è sempre stata fondamentale per lei, e rivivere per un momento quella complicità le ha offuscato la capacità di giudizio (senza contare che chiaramente non poteva aspettarsi un risvolto simile: ha confessato immediatamente a Jaime della violenza subita dalla figlia, per scegliere di non parlargli di Bonnet deve aver semplicemente creduto che fosse un’omissione innocua a questo punto). Sono stata felice di questo dialogo anche perché mi è capitato spesso di sentire madri dire che “solo quando avrai un figlio tuo capirai” (frase messa in bocca anche a Claire a un certo punto) e che, per quanto si ami il proprio partner, se messe di fronte al proverbiale dilemma della torre quasi tutte sceglierebbero di gettare lui piuttosto che il proprio figlio. Questa affermazione di Claire è senz’altro importante per la sua figura come madre, visto che dal suo ritorno nel Settecento si è cercato di tanto in tanto di porre l’accento sul suo dolore per aver scelto di provare a ritrovare Jaime lasciando indietro sua figlia, ma mai prima d’ora si era messo così palesemente a paragone il suo amore per Jaime con quello per Brianna.

La speranza di essere riunita ai suoi cari per tempo
Dal canto suo Brianna sta passando giorni tediosi a River Run, e la prima parte di episodio ambientata in questo contesto riesce perfettamente a restituire la monotonia dell’attesa, fino alla cena che cambia tutte le carte in tavola. Personalmente amo molto il personaggio di Lord John, lo trovo struggente nel suo mantenere sempre una rettitudine morale impeccabile a dispetto dei numerosi dolori privati che si trova ad affrontare nella sua esistenza, quindi è sempre un piacere vederlo in scena. Ho apprezzato molto il suo rapporto con Brianna, la confidenza che lei si trova quasi per caso ad affidargli (per via di una parola di troppo di Lizzie) e come senta immediatamente di potersi fidare, tanto che nonostante la scoperta fatta durante la notte è lui il primo che si sente di chiamare quando, la mattina dopo, le viene anticipato che uno dei pretendenti radunati da sua zia ha intenzione di chiederle la mano. È stato interessante vederlo interagire con un altro membro della famiglia di Jaime, dopo averne adottato il figlio biologico e dopo i molti giorni a contatto con sua moglie durante la malattia: ora ha davanti a sé l’altra figlia dell’uomo che ama che, per giunta, gli chiede di prenderla in moglie. L’ho trovata una dinamica intrigante, anche grazie a una buona scrittura dei dialoghi: Brianna aveva già dato prova di fregarsene dei dettami dell’epoca, mostrarci i due in un momento di intimità, poi ad accattarsi, poi di nuovo complici è stato sicuramente lo sviluppo di trama che ho preferito di più in tutto l’episodio. È chiaro che, dopo tutti quei discorsi sul non perdere la speranza sul ritorno di Roger, l’offerta di Lord John è volta a far prendere tempo alla ragazza, impedendo ad altri pretendenti di farsi avanti ma dando comunque ai due la possibilità di riunirsi… e, qualora questo non accada per via della confessione sulla possibile paternità del bambino, lei avrebbe comunque una “rete di salvataggio” per il bene suo e, soprattutto, di un bambino che verrebbe altrimenti considerato un bastardo (ma salvato in corner se la madre si sposa 5 minuti prima di metterlo al mondo… scusate, non posso farci niente, lo so che è Storia ma mi fa comunque ridere).

Anche per questa settimana è tutto, vi lascio qui di seguito il promo del prossimo episodio (per cui prometto che riavrete Sam) e aspetto di leggere i vostri pareri qui sotto nei commenti.

Vi ricordo inoltre, nell’attesa, di passare in queste meravigliose pagine per news, aggiornamenti e spoiler settimanali sugli episodi, news sui nostri attori e personaggi preferiti e sul mondo british in generale!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

1 COMMENT

  1. Pur avendo letto i libri per un attimo ho creduto davvero che Roger fosse tornato nel presente ed ero incredula e spaesata… Ho tirato un sospiro di sollievo nel vedere la realtà (non perché è nelle mani degli indiani, ma perché è ancora nel passato xD).

    Comunque ho passato tutto l’episodio a tifare per Lord John che anche io, come te, amo. Lui è sempre perfetto, Bree sarebbe fortunata ad avere accanto un uomo come lui, nonostante tutto (perdonami Roger, lo sai che ti adoro xD).

    Grazie per la recensione, alla prossima!

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