
Secondo episodio di questa terza stagione di “Outlander”, che ci ha mostrato come Claire e Jamie sono costretti ad affrontare la piega presa dalle loro vite.
E per questa recensione eccezionalmente cambiamo metodo. Non potendo scrivere, ho deciso da lasciarvi due audio con l’analisi dell’episodio. Buon ascolto!
Anche per questa settimana mi fermo qui e vi lascio con il promo della prossima puntata!
https://www.youtube.com/watch?v=3JDqa22KEu8&feature=share
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Ebbene sì, sono tra quelle che ha storto la bocca nel guardare la soluzione adottata dalla serie per rappresentare l’intimità tra Claire e Frank nell’era post-Jaime. Ho compreso il tuo ragionamento e sicuramente coincide con le intenzioni degli autori ma vedere Claire versione “panterona” verso Frank l’ho trovato sinceramente eccessivo anche pensando, come hai ricordato giustamente, che Frank è la copia (fisica) di BJ Randall ossia colui che ha tentato più volte di abusare di lei, che ha frustato quasi alla morte Jaime prima, arrivando poi alla vera e propria violenza fisica e psicologica nei confronti di lui. D’accordo i tentativi di riconnessione ma per arrivare ad essere (di nuovo) così disinvolta con lui, avrebbe necessitato almeno di tre metri di pelo sullo stomaco. Un po’ troppo anche per la coraggiosa Claire.
A questo aggiungo che, secondo me, la soluzione letteraria della Gabaldon sarebbe stata più funzionale al parallelismo Claire/Jaime. Senza addentrarmi troppo nel contenuto dei libri, anche nel rispetto di chi non li avesse letti e avesse intenzione di farlo, Claire non prende iniziative così clamorose con il marito del XX secolo ma è quest’ultimo che, dopo aver percepito una serie di segnali non di chiusura totale della donna,prende ad un certo punto l’iniziativa e lei semplicemente decide di lasciarsi “trasportare”, più per un bisogno di serenità che per altro.
Ed è quello che fa anche Jaime nella scena davvero poetica con Mary McNabb quando accetta di condividere l’intimità (anche qui su iniziativa di lei e non di lui) per un conforto reciproco.
Per questo ho apprezzato della puntata molto più la parte di Jaime rispetto a quella di Claire. E se la scorsa settimana avevo esaltato la prova di tutto il cast ma soprattutto la performance dell’attore che impersonava Rupert, a questo giro dico sempre bravissimi tutti ma Sam Heughan ha fatto un lavoro straordinario: ha rappresentato in modo impressionante l’annientamento psicologico di Jaime e il crollo emotivo finale sotto il peso del dolore e dei sensi di colpa nel ritenersi, da ultimo, responsabile anche del ferimento di Fergus.
Chiudo con due annotazioni sul cast: 1) la Brianna piccola è fisicamente molto più azzeccata della Brianna adulta 2) Abernathy è praticamente Sidney Poitier da giovane 🙂
Alla prossima!!
Ciao!
Scusa il ritardo della risposta, ero fuori città.
Su Claire: capisco il tuo punto di vista, ma ormai è passato un anno e mezzo circa. Inoltre, Frank ha ragione: lui è con lei, ma lei pensa a Jamie.
Quello che dici è verissimo, ma tra il fatto che lei in realtà sta solo provando ad avere una vita normale, anche per sua figlia (che poi è quello che ha promesso a Jamie), il tempo che è passato e il richiamo a ciò che lei stessa aveva detto nel pilot, per me non è un problema una tale resa della situazione.
Anche a me la parte di Jamie è piaciuta tantissimo e sì, Sam davvero bravo a rendere il dolore di Jamie.
A me Brianna piace!
Sidney Poitier da giovane! Carina!
Alla prossima e grazie!