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Orphan Black | Recensione 2×03 – Mingling Its Own Nature With It

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Orphan Black | Recensione 2×03 – Mingling Its Own Nature With It

Siamo solo alla terza puntata di questa seconda stagione e io già non so più come aprire una recensione di Orphan Black: dovrei dire in due parole cosa mi è parso dell’episodio, o magari sintetizzare i punti salienti che andrò poi ad analizzare più approfonditamente nel corpo dell’articolo. Dovrei ma…come si fa? Ormai in ogni episodio succede praticamente DI TUTTO! Ci sono talmente tante storyline aperte e tutte perfettamente in marcia senza dar segni di arresto, così tanti personaggi che compaiono in ogni episodio, dandoti sempre motivo per accennare anche solo brevemente alla loro situazione, che faccio seriamente fatica a concentrare nel precut un breve riassunto di cosa vorrei discutere nella recensione. E allora saltiamo direttamente al dopo precut!

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Sarah
Andiamo direttamente al cuore di questo movimentato, intrigante ed emozionante episodio e parliamo di ciò che tutti ci stiamo realmente domandando da settimane e settimane: che ci fa Daario Naharis nell’America contemporanea e soprattutto avvinghiato alla nostra Sarah? Scherzi a parte, confesso che un minimo di curiosità verso questo personaggio, che avevamo già inquadrato in alcuni promo di questa nuova stagione, ce l’avevo (e il fatto che lo stesso attore ricorra in due delle serie a mio parere migliori del momento era magari un qualcosa in più). Ma la curiosità era ovviamente legata al tipo di ruolo che Michiel Huisman avrebbe ricoperto all’interno della trama. Una cosa era certa: avrebbe avuto a che fare con Sarah, e questo poteva portare a più di una speculazione, ma di certo non mi sarei mai aspettata che la più semplice delle intuizioni (e che proprio per questo motivo avevo scartato per prima) si sarebbe rivelata quella giusta: Cal, questo il nome del personaggio, è una vecchia fiamma di Sarah…e il papà di Kira.

  

Ho un paio di riflessioni legate a questa rivelazione: la prima riguarda proprio Kira, che ho trovato carinissima nel modo in cui ha parlato di Cal praticamente “due minuti” dopo averlo conosciuto, era davvero troppo tenera e, parere mio, parte della simpatia che ha dimostrato quasi subito verso questa persona potrebbe anche derivare dal bisogno inconscio di una figura paterna che questa bambina deve nutrire da un bel po’, oltre all’innegabile aspetto rassicurante dell’uomo. Kira ha da sempre vissuto con sua madre o con Mrs. S. (con la seconda principalmente) e, in una battuta in particolare in questo episodio, lascia trasparire anche quanto la frequente lontananza di sua madre l’abbia toccata. Quando Sarah prova a spiegarle le ragioni del suo averle nascosto l’identità di suo padre, iniziando con “I guess I wanted you all for myself”, Kira le fa notare, seppure con il solito tono innocente, “but you always left”. La seconda riflessione è invece legata proprio al personaggio di Sarah come madre: Sarah ci viene mostrata fin dal pilot come una mezza sbandata, che prova a risolvere le questioni in maniera “fantasiosa” ma sempre prendendo le vie brevi e meno ragionate, piuttosto che mettersi di serio impegno come farebbe una persona matura. È senz’altro innamorata di Kira e farebbe di tutto per lei, ma non è di certo l’esempio migliore per la piccola al momento, le è stato fatto notare in maniera un po’ più brutale da S. nello scorso episodio ma la consapevolezza la colpisce ancora più duramente in questo, dopo aver dovuto coinvolgere la bambina in uno stratagemma per rubare del cibo da un negozio. Sarah subito dopo riprende il suo ruolo di madre e spiega alla piccola che quello che hanno fatto è sbagliato, ma poi si decide a portare lei e Felix in casa di Cal, per fare in modo che Kira e suo padre si incontrino e sperando così di darle un esempio di maturità e stabilità che al momento la sua vita incasinata non può rappresentare per lei.
E comunque in generale, anche nelle situazioni più dure, è adorabile il netto cambiamento in Sarah quando è in compagnia di sua figlia.

La rivelazione dell’identità di Cal, e quindi anche dell’ennesima macchinazione di Sarah per arrivare a quel punto, scatenano però anche un’altra reazione: quella di Felix, che per una volta decide che non ne può più dei casini della sorellastra, delle bugie che gli ha raccontato per anni (di non sapere chi fosse il padre di Kira) e soprattutto che non ha intenzione di rimanere in un posto in cui si sentirebbe di troppo. Ho apprezzato molto questo scambio di battute tra i due perché vediamo per la prima volta un vero rapporto tra fratelli, che è sì spalleggiarsi a vicenda nei momenti di bisogno ma è anche (e spesso, lo dico per esperienza personale!) screzi e litigi, a volte alimentati da gelosie o piccole ripicche. Così il momento in cui Felix, dopo essersi sentito escluso dalle decisioni prese in completa autonomia dalla sorella, decide che non c’è posto per lui in quel nuovo quadretto, nomina Alison: “Alison’s musical opens tomorrow. She needs me”. Quel she needs me può a mio parere essere letto sì come Fe che finalmente si ricorda di Alison, che in fondo è dispiaciuto per averla lasciata da sola nel momento del bisogno e vuole tornare indietro per darle il suo supporto, ma dal mio punto di vista è anche una piccola frecciatina a Sarah: non posso non pensare che tirare fuori Alison in quel momento fosse in parte anche un tentativo di ferire Sarah di rimando, che dopo essersi sentito messo da parte volesse far capire che da qualche altra parte c’è qualcuno che ha bisogno di lui.
E fatemi anche dire che mi rimangio senza neanche masticare tutti i dubbi sul Felix “giullare” che avevo sollevato qualche recensione fa, i miei timori che renderlo troppo stereotipato e rinchiuderlo nel ruolo del comic relief avrebbe potuto nuocere a sue eventuali prestazioni più drammatiche: nel momento in cui decide di uscire di scena in questo episodio il suo dispiacere riflesso così chiaramente sul suo volto mi ha davvero spezzato il cuore.

 

Alison
La storyline di Alison in questa puntata non evolve particolarmente, se non in peggio per lei. Lo spettacolo si avvicina, e oltre alla pressione per la performance Alison si trova ad affrontare un marito che si è da poco rivelato un gran bugiardo doppiogiochista, un Clone Club poco presente e quella che sembra una nuova minaccia: Angie, che prova a fare l’infiltrata ma con scarso successo, perché Ali ormai è in modalità sospetta-anche-del-cane-del-vicino e non ci casca. Il problema è che, al secondo approccio, entrambe scoprono le carte: Alison crede che Angie sia una seconda monitor inviata dal Dyad, che ha in qualche modo scoperto che lei ha smascherato Donnie, e la invita perciò a riferire ai suoi capi che “non ha funzionato”; al che Angie risponde rivelando la sua vera identità di “police officer, like Beth”, le dice che può aiutarla ma lei deve raccontarle tutto. Ora, Angie cara, lasciati dire che se quella era la tua versione di modi amichevoli e rassicuranti forse è il caso di rivedere un po’ l’intera faccenda: alison_musicalal posto di Alison probabilmente ti avrei mandata a quel paese anch’io dopo un tentativo di avvicinamento brusco come quello. La povera Alison infatti arriva ai fatidici minuti prima dell’inizio del musical alquanto provata, e l’abuso di alcol e pillole per cercare di riprendersi provoca l’effetto contrario: Alison comincia a sbarellare e lo spettacolo si conclude con un disastro.

Cosima
Dal fronte Dyad arriva una delle scoperte più rilevanti di questo episodio, e riguarda le task assegnate da Rachel a Cosima: perché alcune delle cloni si ammalano e perché nessuna di loro (a parte Sarah, che è stata però parte del progetto LEDA) può avere figli sono due domande che potrebbero avere un’unica risposta. Facciamo innanzitutto conoscenza con un altro clone, che avevamo intravisto anche nel trailer di questa puntata: Jennifer Fitzsimmons, anche lei malata e anche lei portata al Dyad in cerca di una cura, è stata incaricata di tenere un video-diario della sua esperienza, immagini che vengono mostrate a Cosima da Delphine, in onore della nuova politica “ti terremo al corrente di tutto, finché riesci a gestirlo”. Certo, gestirla è un parolone, soprattutto quando ti trovi davanti agli effetti devastanti di una malattia che sta lentamente assalendo anche te e sai perfettamente che chi ti sta intorno ha meno idea di te di cosa stia accadendo, eppure Cosima non se la cava male, soprattutto quando riesce molto compostamente a mettere le mani nelle viscere della clone del video, morta qualche giorno prima, per un’autopsia. Ed è proprio da questa operazione che emerge la scoperta che, qualunque cosa sia quella che ha ucciso Jennifer, sembra si sia originata in qualche modo dall’utero e quindi, ipotesi di Cosima, potrebbe anche essere la stessa causa della loro infertilità.
In questo segmento, ancora una volta, non si può sorvolare sull’incredibile prova attoriale di Tatiana Maslany, che tira fuori un altro clone magistralmente costruito, sempre diverso da tutte le altre e, cosa ancora più eccezionale, diverso anche da se stesso tra il prima e il dopo trattamenti al Dyad: la Jennifer dei primi video ha un qualcosa di spensierato nonostante la condizione di salute, ha anche un aspetto più “giovane”; nelle ultime riprese, quando scopre la testa ormai calva e guarda fissa in camera annunciando “I’m gonna die here” è totalmente un’altra persona, è disillusa e sembra avere davvero tutto il peso di mesi e mesi di sofferenza addosso. Un’altra immensa Tatiana, sta diventando quasi ripetitivo elogiarne il talento in ogni recensione ma quando ci vuole ci vuole!

Jennifer Fitzsimmons

Helena
La situazione di Helena, senza troppi giri di parole, è senz’altro la più disturbante al momento, ospite-prigioniera di quel ramo dei Proletheans guidato da Henrik che sembra avere progetti ben precisi per lei e tutt’altro che piacevoli: tra un rito di purificazione/accettazione nella comunità che ho trovato francamente molto creepy nel contesto (soprattutto con lei semi-incosciente perché sedata o drogata), e un ambiente tutt’altro che amichevole, dove continui richiami alla famiglia (a cui Helena risponde dicendo di avere già una famiglia: trovo una scelta molto bella per questo personaggio restituirle un lato più umano facendole esprimere così il suo attaccamento, sebbene nella scorsa stagione sia stato un rapporto molto travagliato e a tratti morboso, al legame di sangue che la lega a Sarah e a Kira, quest’ultima in particolare che, ricordiamo, era riuscita più di chiunque altro a far emergere quel lato) si alternano con occhiate e affermazioni di disgusto neanche troppo velate 42287280-d2fe-11e3-a54b-3b98f2b46475_UNDER-EMBARGO-until-10pm-ET-on-Saturday-May-3_HelenaJohanssenda parte soprattutto di Grace, che io già odio con tutta me stessa: sempre con quella faccia da schiaffi e gli occhi sbarrati, come se quell’ “essere” fosse qualcosa da aborrire, mentre invece io in tutto questo non facevo che pensare a quanto quelli davvero inquietanti sembrino proprio loro. Seriously, gente, non so voi ma a me queste persone fanno seriamente paura!

L’episodio si chiude in maniera rocambolesca: dopo aver assistito a qualcosa di molto simile a uno spaccato di vita familiare, con Sarah, Cal e Kira che ridono spensieratamente come ormai raramente sta capitando a tutti questi personaggi (sono davvero felice del riavvicinamento di quei due, come se avessi assistito alla loro storia fin dall’inizio: per me è già nata una nuova ship da sostenere a spada tratta), vediamo l’instancabile Daniel arrivare al termine della sua ricerca: riesce a mettere le mani su Kira ma, bloccato da Sarah, viene da questa convinto a prendere solo lei e lasciare in pace la bambina, che rimane quindi al sicuro con Cal. Finale rocambolesco, dicevo, perché l’episodio di chiude con un incidente d’auto tra un camion e la macchina a bordo di cui si trovano proprio Sarah e Daniel. Bum! Anticipazioni del prossimo episodio e titoli di coda… Congratulazioni signori, è così che si lascia una povera spettatrice sulle spine come si deve!

Anche questa settimana credo di essermi dilungata per bene parlando delle varie storyline, tutte densissime di eventi e che contribuiscono come al solito a tenere alta la tensione lungo tutto l’episodio, equilibrandola sapientemente tra una parentesi e l’altra e inserendo qua e là anche trovate più leggere. Il risultato finale sono i soliti 42 minuti di intrattenimento di qualità, una storia ben costruita che continua a evolvere di episodio in episodio senza prendere scorciatoie e lasciandoci sempre con la voglia di sapere cosa succederà dopo.

Chiudo qui invitandovi a dirmi la vostra qui sotto nei commenti riguardo le nuove scoperte e i nuovi arrivi di questo episodio, vi lascio come sempre il promo della prossima puntata e, se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di correre a mettere un bel “mi piace” alla pagina Orphan Black Italia per rimanere sintonizzati sulle frequenze del Clone Club durante tutta la settimana.

http://www.youtube.com/watch?v=-CG0nENNYcE

L’angolo della saccente:
Come accennato anche nella recensione della premiere, saranno frasi di Francis Bacon a dare il titolo a tutti gli episodi di questa seconda stagione, come Darwin ha ispirato i titoli della prima. La citazione di questa settimana viene dall’opera Novum Organum: “The human understanding is like a false mirror, which, receiving rays irregularly, distorts and discolors the nature of things by mingling its own nature with it” [L’intelletto umano è come uno specchio che riflette in modo irregolare i raggi provenienti dalle cose e che mescola la propria natura con quella delle cose, deformandole e corrompendole].

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

2 COMMENTS

  1. Dunque, già alla fine di ogni episodio non sto nella pelle per il prossimo… se poi concludono un episodio con un cliffhanger del genere, è la fine. Comunque, io che Cal fosse il padre di Kira, invece, l’ho capito subito… non so, sarà stato il riccio che accomuna i due, ma l’istinto mi ha indotto a pensarlo immediatamente. Non mi aspettavo invece la reazione di Felix, ovviamente comprensibile, ma mi ha sorpresa. Riguardo, Helena: vederla in quello stato in balia di quegli psicopatici mi ha suscitato ancor di più compassione verso di lei e anche rabbia; a maggior ragione avendo intuito cosa vorrà farle il capo (di cui ora mi sfugge il nome). I Proletheans non sono altro che una setta ancorata a una mentalità puritana piena di fanatismo, e per me questi sono già due motivi sufficienti per disprezzarli. Riguardo Cosima: devono trovare assolutamente una cura. Non aggiungo altro.

  2. U-A-O. Questo telefilm e questa Tatiana mi stanno letteralmente distruggendo! Una storyline più interessante dell’altra, anche se stavolta Alison ha avuto meno spazio rispetto alle altre. Sarah ha avuto le parti più adrenaliniche, più affascinanti dell’episodio mentre quelle di Cosima mi hanno fatta molto riflettere. Ho mille interrogativi sulla sua malattia, su Delphine, su tutto. So solo che non voglio perderla, è il mio clone preferito e spero che in qualche modo riesca a trovare una cura a quella che rischia di essere la sua futura causa di morte.
    Il finale un po’ me lo aspettavo, quando vedo gente al volante ormai non so perché ma mi aspetto sempre un mega incidente! Così è stato…non vedo l’ora di sapere come si muoverà Sarah dopo quello che è successo *—*

    Ps: penso di aver riso per mezz’ora quando Cosima ha imitato il Dr Leeke, era uguale <3

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