
Lo so, avevo detto che mi sarebbe piaciuto vedere più Alt!Hook in primo piano, che la sua storyline continuava a sembrare fin troppo marginale, quindi adesso rischio pure di sembrare bipolare se scrivo che la parte di episodio ambientata ad Hyperion Heights con, again, le infinite indagini di Rogers non è stata poi così entusiasmante per me. La verità è che forse il problema sono io, non riesco a trovare credibili questi convoluti risvolti alla CSI in un prodotto come Once, non riesco ad appassionarmi alla ricerca dell’assassino delle streghe della congrega tanto quanto vorrei… e vorrei davvero, perché mi rendo conto che un mistero come questo qualche stagione fa mi avrebbe intrigata non poco, ma complice la consapevolezza che OUAT sia ormai agli sgoccioli sto perdendo involontariamente interesse per gran parte di quello che accade, specialmente nel presente visto che, come scrivevo nelle primissime recensioni di questa settima stagione, il contesto di Hyperion Heights non è riuscito ad affascinarmi pienamente fin da subito (mi manca la calda familiarità di Storybrooke, Maine, e questo quartiere cittadino della West Coast non sarà mai all’altezza per me, nonostante gli sforzi).
D’altro canto i flashback continuano invece ad avere quel tanto che basta del classico Once per tenermi incollata a scoprire, pagina dopo pagina, le parti mancanti delle backstory di ciascuno di questi personaggi, così come siamo abituati fin dalla prima stagione, e in questo contesto il focus su Alt!Hook e Alice mi è in effetti piaciuto molto; la deviazione con Rumpel, l’incontro con Achab e il duello forse un po’ meno, sempre per il discorso che faceva anche Al la settimana scorsa: mi sembra poco produttivo continuare a infittire la trama aggiungendo nuovi personaggi, specie se non avremo modo di rivederli in futuro, ora che siamo così vicini alla conclusione definitiva. In fondo il Capitano Achab nell’interpretazione di Chad Rook mi è tutto sommato piaciuto, nonostante il relativamente poco screentime, ma non sembra destinato a fare ritorno nella trama, quindi l’ho trovata un po’ una forzatura: c’erano un miliardo di modi diversi per giustificare la scelta di Gothel di avvelenare il cuore di Hook, quella di “punirlo” per aver seguito il suo orgoglio durante una missione che doveva solo essere destinata a trovare un modo per liberare la figlia è anche ben concepita, ma andare a scomodare Moby Dick per un’unica comparsata isolata semplicemente per ridare vita alla perenne ossessione di Hook per il suo coccodrillo, ora rafforzata dalla metafora della balena bianca di Achab, mi è sembrato uno spreco e un vano appesantimento della sottotrama. Bellissimo però il rapporto tra padre e figlia, che ho apprezzato anche perché questo Wish!Hook ci permette di vedere il personaggio di Colin O’Donoghue in una veste in cui non l’avevamo mai visto prima: c’era sì complicità tra l’originale Hook ed Henry a Storybrooke, ad esempio, ma non è la stessa cosa che vederlo intenerito dalla sola vista della propria figlia (anche se qualcuno sottolineerebbe ancora “figlia di uno stupro”, ma a prescindere da questo il modo in cui Hook ha scelto di abbandonare tutto per starle vicino e farla crescere, seppure nella prigione della sua torre, è stato uno dei momenti che più ho adorato nei flashback di questa stagione finora).
Parlando poi di genitori e figli, tra i miei personaggi preferiti in questa puntata devo senz’altro annoverare Tilly e Ivy, la prima chiaramente disturbata dalla vista di Eloise/Gothel in centrale e che continuo a trovare ben equilibrata nello squilibrio (scusate il gioco di parole) del suo personaggio nel mondo reale, confusa eppure più lucida di molti altri. Il risvolto all’ospedale, con l’uccisione della strega cieca (che lavorava in una pasticceria, forse la versione alternativa della strega di Hansel&Gretel?), è stata senz’altro la scossa di cui questa storyline aveva bisogno… nonostante anch’io, come Weaver e Rogers, sia certa che non ci sia davvero Tilly (perlomeno non consapevolmente) dietro questa serie di omicidi ma qualcosa di più sinistro che si sta servendo di lei, con questo twist finale la sottotrama delle indagini dei due detective, che scrivevo all’inizio mi stavano dando un vago senso di già visto, acquisisce una nuova linfa vagamente più intrigante.
Ivy invece rimane a mio parere il personaggio meglio scritto tra quelli che vediamo ad Hyperion Heights, con chiare “mommy’s issues” che l’hanno segnata a lungo ma sempre con quella coerenza nell’essere una mezza uptight bitch con la sorellastra (e d’altronde come non stringerle la mano quando afferma che Jacinda la irrita il più delle volte?) e allo stesso tempo vulnerabile e insicura in altri contesti (con Henry ad esempio), è tra i personaggi per me più realistici di questo nuovo corso e la apprezzo anche per le frecciatine onnipresenti anche a una settimana dalla tragica scomparsa di quell’ingombrante figura materna.
Menzione d’onore in questo episodio a due momenti Regina-centrici:
- la confessione a Lucy di essere “sveglia” e il loro accordo a lavorare insieme (erano settimane che speravo che si aprisse finalmente con la ragazzina, momento davvero riuscito ed emozionante per me… ma d’altronde quando c’è Lana Parrilla in scena ti piace vincere facile!);
- la walk of shame della mattina dopo: Roni ti amiamo!
Voi che ne pensate invece di questo “Knightfall”? Ad ancora 9 episodi al season (che poi sarà un series) finale, attendo come sempre di leggere i vostri pareri e le vostre ipotesi sul prosieguo qui sotto nei commenti, vi lascio il promo della 7×14 e, nell’attesa, ricordatevi di passare dai nostri amici di
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