È questa la prima metafora che mi è balenata in mente guardando il pilot del nuovo medical drama targato NBC “New Amsterdam”: sembra quasi di assistere alla spirale discendente di un celebre attore dimenticato dal mondo dello spettacolo e dai suoi fan e lasciato solo nelle rovine dei fasti del passato. Questo è il New Amsterdam di New York, uno degli ospedali pubblici più famosi nella storia della Grande Mela, innovativo e rivoluzionario ai suoi tempi ma costretto a vivere di rendita e di pubblicità gratuita nel presente [ispirato alle vicende reali dell’ospedale newyorkese Bellevue].
Vi chiederete: avevamo davvero bisogno di un altro medical drama? La risposta per me è la stessa degli ultimi anni: assolutamente no, si parla di un genere ormai visto e rivisto su cui i grandi colossi (E.R. e Grey’s Anatomy) hanno instaurato un monopolio d’anzianità e poco o nulla ormai resta da esplorare. La seconda domanda che sorge spontanea, notando la rete di trasmissione della serie è: la NBC aveva davvero bisogno di un secondo medical drama che in un certo senso entra inevitabilmente in competizione con “Chicago Med”, ossia una serie che ha lottato per conquistare la sua indipendenza nel genere? La risposta per me era ancora una volta “No”, proprio perché il rischio di creare un ridondante conflitto interno al network era praticamente servito su un piatto d’argento. Ma immagino che sia per questo che non gestisco un network ma ci scrivo solamente a riguardo, perché guardando il pilot di “New Amsterdam” ho capito che entrambe le mie risposte erano sbagliate e che questa volta la NBC porta davvero il punto a casa (speriamo che non lo perda quando si deciderà se rinnovare o meno la serie).
Completano il quadro non del tutto lusinghiero dell’ospedale, il dott. Reynolds, unico cardiochirurgo ad essere assunto nuovamente dopo il licenziamento di massa, di cui però non abbiamo modo di osservare le capacità professionali ma solo le insolite motivazioni personali che lo spingono ad allontanare la dott.ssa Bloom [“no scusa, non possiamo stare insieme perché sei bianca e ho programmato di sposare una donna del mio stesso colore” … sono confusa], e la dott.ssa Martha Jones Helen Sharp [Freema Agyeman] che nella metafora iniziale sarebbe il manager della celebrità dimenticata che cerca in tutti modi di conquistare pubblicità gratuita per il suo cliente, con qualsiasi mezzo a sua disposizione.
L’episodio pilota della serie presenta, come ho anticipato, un ritmo sorprendentemente veloce, che rispecchia in fondo il tempo che stringe anche per la vita del protagonista, e soprattutto sa come narrare una storia che sulla carta non brilla per originalità, arricchendosi di stereotipi che funzionano sempre (“Fix you” dei Coldplay è sempre un colpo basso e ti fa piangere anche se inserita in una comedy) e di sfumature nuove che permettono alla serie di creare, almeno per il momento, un microcosmo indipendente, diverso da ciò che lo circonda.
Come ogni pilot, anche “New Amsterdam” ha una lunga strada da percorrere davanti a sé ma sapete quello che si dice del buongiorno, no? E se il mattino comincia così, la giornata potrebbe davvero volgere nel migliore dei modi.