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Mr. Robot 3×07 – Capri Espiatori

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Mr. Robot 3×07 – Capri Espiatori

Carissimi addicted, bentornati all’appuntamento settimanale con Mr. Robot che, avendo raggiunto il settimo episodio, si avvicina in un crescendo di suspense e rivelazioni al gran finale di questa terza stagione.

La serie fa uno dei suoi tipici salti e sposta l’attenzione su due personaggi che personalmente, presa da tutti i colpi di scena e gli intrighi delle ultime puntate, avevo ormai dimenticato: Trenont e Mobley, al secolo Tanya e Fredrick.
Effettivamente ero rimasta molto dubbiosa sul perché l’Esercito Oscuro avesse permesso loro di farla franca, ma poi mi ero illusa dicendomi che le loro sorti erano state ignorate a favore di eventi più rilevanti dal punto di vista della trama. Ebbene, i fatti hanno dimostrato che ho peccato di ingenuità e che avrei dovuto imparare dall’episodio Tyrell-centrico di inizio stagione che nulla viene lasciato al caso o dimenticato in Mr. Robot.
Avrei dovuto capire fin da subito che il motivo per cui l’organizzazione di hacker si era “lasciata sfuggire” questi due pesci piccoli era perché avevano intenzione di farne buon uso in futuro: Trenton e Mobley, come molti altri prima di loro, non sono altro che pedine senza volto in un gioco immensamente più grande di loro, pedine che possono essere sacrificate senza un battito di ciglia o una singola goccia di sudore.
Dal momento in cui Tyrell ha fatto due nomi all’FBI avrei dovuto capire come si sarebbero svolte le cose e quale sarebbe stato il destino dei due ex-membri della fsociety ma, complice il sonno e l’ora tarda, non ho connesso e non sono riuscita a fare due più due ed è stato solo quando sono stati portati in quella stanza, di fronte a quei due terminali, con una delle ormai celeberrime maschere associate al loro movimento a fare da spettatore, che mi sono arresa al fatto che i loro destini fossero ormai segnati.
Lo ripeto, Trenton e Mobley erano pesci piccoli e come tali sono stati sacrificati come capri espiatori, sono stati usati per dare un volto fittizio ai mitologici attentatori che hanno fatto crollare gli edifici della E Corp.
L’unica nota positiva in tutto questo è che l’intera messinscena è stata forse troppo “perfetta”, inevitabilmente troppo costruita e non mancherà quindi di far drizzare le antenne a Dominique DiPierro, che, pur avendo ormai quasi perso la speranza di catturare Whiterose, rimane graniticamente convinta del suo coinvolgimento.

Lasciata da parte la misera fine di Trenton e Mobley, un altro aspetto decisamente interessante dell’episodio è stato il secondo confronto fra Mr. Robot e Krista, chiamata ancora una volta a fare da ponte fra Elliot e la sua personalità divisa.
Mr. Robot non ha ancora forse ben chiaro come procedere per vendicarsi di chi lo ha usato in maniera così vile, ma di una cosa è sicuro: non sarà lui a prendersi la colpa dell’accaduto (preoccupazione inutile, la sua, visto che c’erano altre persone molto più semplici da incastrare).
Anche il giudizio dei grandi geni, però, può essere offuscato dalla rabbia e dalla frustrazione e, dopo aver rivelato alla psicologa forse più di quanto avrebbe dovuto, si butta letteralmente fra le fauci di Irving. Quest’ultimo sembra comunque credere che per spezzarlo basti rivelargli che la sua rivoluzione è stata inutile, che è stata comprata in una sorta di tradimento supremo, ma se conosco i miei polli questo non farà che alimentare ulteriormente la furia di Mr. Robot e spingerlo a gesti ancora più estremi (speriamo solo che incanali la rabbia in elaborati progetti di vendetta volti a smantellare l’Esercito Oscuro e a far soffrire malissimo Whiterose).

Ultimo appunto riguarda Tyrell, che in questo episodio ha scoperto anche lui di non essere stato altro che una pedina/vittima dell’esercito che pensava di comandare. La scoperta della morte della moglie e della perdita sostanziale del figlio lo hanno trasformato in una bestia ferita che al momento potrà sembrare forse rassegnato e dolente, ma che finirà per trasformarsi a parer mio in un’incognita feroce che non esiterà a rientrare prepotentemente in gioco e a distruggere tutto e tutti, indipendentemente dal coinvolgimento e dal ruolo che hanno giocato nella sua rovina.

Passiamo senza esitare alla Top 3 di questo episodio:

  • il tocco di classe della sigla di Supercar sotto la scena della macchina di Leon che si allontana nel deserto;
  • Elliot che piange per le vittime della strage, dimostrando così di aver raggiunto un grado di empatia e umanità che forse non avrebbe mai pensato nemmeno di sognare;
  • Angela che cerca di spiegare la sua logica a Darlene premendo compulsivamente il tasto rewind del telecomando.

Per maggiori curiosità sull’episodio e su Rami Malek, il suo talentuosissimo protagonista, non dimenticate di visitare questa pagina:

Rami Said Malek Italia

 

Come da consuetudine, vi lascio con il trailer dell’ottava puntata e vi do appuntamento alla settimana prossima!

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