
Durante una notte insonne mi sono imbattuta in Mozart in the Jungle su Amazon Prime. Confesso che più che altro mi aveva incuriosita il poster della serie, perché mi ricordava una sorta di Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare con in primo piano quello che sembra un direttore d’orchestra sui generis.
È finita che quella notte ho divorato la prima stagione.
Probabilmente molti di voi le avranno già dato una possibilità visto che si tratta di una serie uscita ormai nel lontano 2014 (e conclusasi nel 2018). In effetti anche noi di Telefilm Addicted ve l’abbiamo consigliata diversi anni fa (leggi qua il nostro TA consiglia!), ma per chi come me arriva sempre tardi (ma alla fine arriva) ecco 5 buoni motivi per vederla o recuperarla!
- RODRIGO DESOUSA, DIRETTORE ROCK ED ESTROSO
Il primo motivo ovviamente non può che essere lui, il Maestro DeSousa, che con la sua eccentricità e il suo grande amore per l’arte in ogni sua espressione riesce a portare ovunque e nel cuore di tutti la musica. Sembra fuori di testa tanto è strano, quasi sconclusionato e incomprensibile. Eppure i dialoghi migliori, le parole che ti toccano dentro, sono praticamente sempre le sue. È stupendo.
- L’APPASSIONARSI ALLA MUSICA
Sebbene la storia segua il dietro le quinte della Filarmonica di New York (e scusate se è poco), non si può certo dire che la storia sia tutta incentrata sulla musica classica. Sicuramente la musica classica è il punto di partenza, ma questa serie ha il grande pregio di avvicinare lo spettatore alla musica intesa come forma d’arte, sia essa classica, rock o lirica… insomma, la musica tutta.
- LA COLONNA SONORA
Non che potessi aspettarmi diversamente, ma se c’è qualcosa di azzeccato, in ogni scena, è la colonna sonora. Sicuramente sono bellissime le scene in cui la Filarmonica suona, ma sono ancora più belle le scene in cui la musica accompagna lo spettatore nelle emozioni, nelle sensazioni e nella vita dei protagonisti. Sono praticamente sempre scelte musicali azzeccate e che ti coinvolgono e rapiscono. Grande pregio di Amazon Prime l’identificare sempre attori e musiche presenti nelle varie scene: mi bastava toccare lo schermo per conoscere la colonna sonora della scena. TOP proprio.
- LA VELOCITÀ DI VISIONE
Se c’è una cosa sicuramente positiva è il fatto che ogni stagione sia composta da 10 mini-episodi, ovvero della durata di 25/30 minuti. Questo senza sacrificare però la trama o senza rendere il tutto superficiale: ogni episodio ha un leitmotiv (SPOILER: che spesso si ritrova nel titolo…) che inizia e finisce nell’episodio stesso.
- TANTI PROTAGONISTI, UN SOLO MAESTRO
Un altro pregio di questa serie è la capacità di dare spazio a ogni membro dell’orchestra così che tu, come spettatore, ti affezioni di fatto a ciascuno di loro e diventi un pochino “Maestro” anche tu.
Confesso anche, però, che non mi sarebbe dispiaciuto vedere un po’ più di tecnicismi all’opera: mi rimarranno sempre in mente le parole di Rodrigo nel pilot quando, dopo aver fatto il “cazzaro” tutto il tempo, lascia tutti a bocca aperta indicando i limiti e i problemi musicali dell’orchestra. Ecco, avrei voluto vedere più tecnicismi come questo.
Ciò detto, consiglio a tutti Mozart in The Jungle, serie leggera ma godibilissima che avvicina alla musica in tutte le sue forme d’espressione, quindi correte a vederla!