Bentornati in quel di Midnight, carissimi addicted!
Lo ammetto, quando la NBC ci ha messo così tanto a rinnovare la serie, l’ho data immediatamente per spacciata. Anche ora che il suo destino è stato chiarito, non posso fare a meno di tremare per questo azzardo di programmazione invernale, soprattutto a causa dello spostamento nel temuto slot del venerdì.
Ma poco importa, godiamoci il trash finché dura e lanciamoci senza rete in questa première che ci ha già dato un mare di soddisfazioni!
Il tema caldo di questo primo episodio è stato indubbiamente la possessione di Manfred. Dal trailer sembrava che sarebbe stata una delle trame portanti della stagione, invece ce la siamo giocati subito pronti via, giusto una scusa per far salire il santone Kai nella stima e nelle grazie degli abitanti di Midnight.
All’inizio pensavo che François Arnaud sarebbe stato credibile come Pingu nei panni del cattivo, ma devo ammettere che alla fine se l’è cavata abbastanza bene. Del resto non è proprio facile vestire di un’aura minacciosa un personaggio che si chiama Manfred Bernardo… è come cercare di trasformare in un serial killer Topo Gigio.
Il vero risultato positivo di tutta questa faccenda è che forse siamo riusciti a sbarazzarci di Creek, la donna fastidio. Tengo le dita incrociate, anche se temo non ci metterà molto a fare marcia indietro e a tornare ad ammorbarci.
In questo episodio, Fiji e Bobo sono di fatto non pervenuti (mi vengono in mente almeno una dozzina di battutacce triviali che terrò rigorosamente rinchiuse nel mio cuoricino di scaricatore di porto). Se escludiamo la scena finale, i due hanno di fatto passato il tempo a darci dentro in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi, quindi da questo punto di vista non c’è niente da dichiarare.
Diverso il discorso per Lem e Olivia, alle prese con il legame psichico che si è creato fra di loro dopo che la donna ha bevuto il sangue del vampiro. Al momento si stanno godendo gli aspetti positivi di questa connessione, ma mi chiedo quanto ci vorrà prima che Olivia, così fieramente indipendente e riservata, cominci a sentirne il peso. Personalmente, le do al massimo due episodi, e sono stata generosa.
Buone notizie, invece, sul fronte Reverendo. Ero convinta di aver letto che Yul Vazquez non avrebbe fatto parte del cast di questa stagione, invece, a meno di repentini cambi di direzione, sembra che Emilio continuerà a farci compagnia. La cosa sarebbe positiva perché permetterebbe di introdurre con maggiore credibilità la storyline delle tigri mannare, ampiamente presenti nei libri.
Sulla questione del santone con aspirazioni da ristoratore invece non mi sento ancora pronta ad esprimermi. È chiaro che nasconda qualcosa di losco (parla con un quadro e tiene una testa nascosta nel muro, non è che ci voglia un genio a capirlo), ma ancora non ho capito come gli autori intendano sviluppare la cosa, visto che si discosta notevolmente dalla storyline dei libri.
Passiamo ora alla top 3 di questo episodio, che non può non includere:
- Il gadget tecnologicissimo che nessun cacciatore di demoni che si rispetti può farsi mancare.
- Le elevatissime capacità di time management di Bobo, che nonostante passi il tempo a copulare con Fiji, riesce a trovare il modo di gestire il banco dei pegni e un locale notturno (che poi, chi ci lavora al banco dei pegni mentre lui e Lem sono impegnati a vivacizzare la vita notturna degli abitanti di Midnight? Mistero!).
- Il ritorno di Xylda, che è sempre una boccata d’aria fresca.
In attesa di nuovi, sorprendenti momenti trash, vi lascio con il trailer del prossimo episodio e vi do appuntamento alla fine della stagione!