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Masters Of Sex | Recensione 3×02 – Three’s a Crowd

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Masters Of Sex | Recensione 3×02 – Three’s a Crowd

Lo ammetto: ho preso una cantonata. Una doppia cantonata.
Credevo che il bambino di Virginia fosse di Bill. Credevo che questa gravidanza avrebbe permesso a loro due di vivere la loro relazione alla luce del sole, di smettere di nascondersi dietro la scusa della ricerca sul sesso e di essere completamente sinceri con il resto del mondo sul loro rapporto. Credevo che la gravidanza di Virginia avrebbe mandato su tutte le furie Libby, costretta a vedere l’immagine della sua famiglia perfetta fatta a pezzi. Credevo che Bill avrebbe reagito male e avrebbe considerato il bambino un inconveniente.
Mi sbagliavo, anche se solo in parte. Anche se il figlio è di George, in effetti sconvolge le esistenze di tutti, Libby compresa, anche se in un modo più contorto di quello che avevo pensato. E’ l’apparenza, di nuovo, quella che va salvata; è per l’apparenza che Bill e Libby si scagliano contro Virginia per la sua decisione di tenere il bambino. Lo fanno per motivi egoistici: lui, per il libro in uscita; lei, perché non vuole rinunciare alla sua famiglia, e per questo, Virginia è costretta a difendere quella che è una sua scelta di diritto, e a stare nell’ombra. Di nuovo, si ritrova a dover decidere tra il suo lavoro e i suoi figli, ma qualcosa, negli anni, è cambiato: dopo aver rinunciato ai ragazzi anni mos2prima, adesso non riesce più a fare lo stesso. Il bambino è un riscatto, una rivincita, la possibilità di fare tutto di nuovo, meglio, di non ripetere gli stessi errori del passato, di non ritrovarsi a sentirsi dire dalla figlia le stesse cose che le dice Tessa (che vince il premio come personaggio più odioso tra i nuovi introdotti questa stagione).
A favore di Tessa va detto che il suo essere così severa con la madre non è gratuito, ma è un modo per esprimere un dolore che deve averla accompagnata per tanto tempo. E’ un’adolescente che si è sentita abbandonata e sta sfogando questa sofferenza su sua madre. Quale genitore vorrebbe sentirsi dire certe cose da una figlia? Sentirsi rinfacciare decisioni prese in passato, avere l’impressione di avere sacrificato la propria famiglia per un lavoro che lo appassiona? Perché il problema principale è questo: Virginia sa di amare il suo lavoro, sa di essere brava, ma sa anche che, per una sua passione, ha rinunciato ai suoi figli, e quello che ha ottenuto è l’odio di sua figlia e un bel po’ di disprezzo. Anche Bill corre lo stesso rischio, ma lui ha un indole più solitaria, è più disposto a sacrificare tutto per il suo lavoro; Virginia è, sul lavoro come nella vita privata, sempre stata più capace nei rapporti umani e più vicina alle persone. Una donna come lei soffre indicibilmente nel pensare di aver trascurato le persone che ama, nel pensare di essersi persa così tanto delle loro vite. Bill, in un modo contorto, ama, ma proietta le sue attenzioni soprattutto sulla sua ricerca e si sente molto più a suo agio nel suo studio che a casa propria.
La scena della nascita di Lisa è molto simbolica: Virginia ammira la sua bimba appena nata; Bill osserva il loro libro nella vetrina di un negozio. Sono entrambi frutto di un tipo di passione, del “lavoro” di due persone. Il figlio che condividono Bill e Virginia è il loro lavoro di tanti anni; ma Virginia e George hanno creato un nuovo essere umano che ha bisogno di cure, di tempo e di stabilità.
Questa bambina ha un valore enorme per Virginia, e lei vuole cercare di rendere le cose diverse da subito, dal parto.
Bellissimo anche il discorso di Soraya (non è stato fatto il suo nome, ma si capisce subito la sua identità) a Bill. Lei è MoSuna donna che è riuscita a guadagnarsi tutto il mio rispetto e la mia stima in un solo episodio. Merito dell’attrice, bravissima a interpretarla, ma anche dei dialoghi che le hanno dato. Le sue parole saranno profetiche? Riuscirà Bill a convivere con l’idea che Virginia ha un figlio da George? Gli basterà pensare che il legame tra lui e lei è il loro lavoro? E il rapporto a tre tra Libby, Virginia e Bill crollerà?
E devo fare un mea culpa anche su Bill. Per tutto lo scorso episodio e buona parte di questo, ho pensato che difficilmente sarei riuscita a scrivere qualcosa di positivo su di lui, in questa stagione. Parla al posto di Virginia con George sul matrimonio riparatore, è un misantropo terribile, è troppo ossessionata dalla ricerca, è orgoglioso e abituato a non condividere un millimetro della sua autorità medica, ma poi… Poi c’è la scena del parto. E lì Bill si riprende.
Sono convinta che parte del motivo per cui le fa quel discorso sia dovuto al fatto che non vuole rinunciare a Virginia. Non vuole che lei lasci la ricerca. Sa di aver bisogno di lei, è per quello che cambia idea sul nascondere la gravidanza e propone il matrimonio falso tra lei e George. Sa di non essere bravo con le persone e che Virginia è la sua metà (quella di cui parlava Soraya), quella che lo rende completo, che sa smussare gli angoli del suo carattere e eccellere dove lui, invece, è più in difficoltà.
Ma penso anche che creda davvero tutto quello che dice a Virginia. Penso che creda davvero che una madre possa essere più di una casalinga, che possa mostrare ai figli che possono seguire le loro passioni, che Virginia sia una pioniera di una nuova generazione di madri, in grado di farsi strada all’esterno delle loro case, negli stessi ambienti dei loro mariti. Non è forse quello che fanno le nostre, di madri, oggi? Bill più di tutti sa che una madre sempre presente non è per forza sinonimo di felicità, ma una madre indipendente, appagata, consapevole del proprio valore, mos3alla stessa altezza di suo marito, può fare tanto per i figli, anche se non spende tutto il suo tempo tra le quattro mura di casa. Bravissimo Michael Sheen e bravissima anche Lizzy Caplan.
Bella anche la scena del matrimonio (falso) tra Virginia e George. Contrapporre quello religioso, tradizionale e più solenne, con quello civile, più freddo e pratico, rende ancora più significativo il discorso di George a Virginia. Non è più la ragazzina che era un tempo, ma George non ha completamente torto.
Non sono per niente soddisfatta, invece, del ruolo avuto finora da Libby: si stava prendendo i suoi spazi, nella scorsa stagione, ma ora sembra ferma, ed è davvero un peccato. E’ inferocita con Virginia, quando Bill le dice che è incinta, per poi ridiventare la sua migliore amica quando scopre del matrimonio. E, anche in quel caso, ritorna la sua immagine di famiglia perfetta, quella a cui aspira così tanto da accettare che il marito abbia un’amante e la frequenti regolarmente anche sotto il loro tetto. Possibile che un personaggio che l’anno scorso stava scoprendo altro di se stessa, oltre al suo ruolo di moglie e madre, ora sia solo questo? Personalmente, voglio qualcosa di più da lei.
E voglio più Betty, che mi è sempre stata simpatica.
Come si comporterà Virginia con la figlia appena nata? Adesso è in una posizione diversa, rispetto ad anni prima. Può gestire le cose diversamente, può davvero fare quello che dice Bill, rendere il futuro migliore per la bambina. Ci riuscirà?

 

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2 COMMENTS

  1. bella anche la scena di Bill col giornalista, dove quest’ultimo sottintende chiaramente che il sesso sia solo il mezzo per concepire figli e nulla più (ma era il pensiero di molti all’epoca), mentre Bill vorrebbe affermare l’esatto contrario ma si trova in evidente difficoltà. e sembrava quasi che il giornalista si prendesse gioco di lui tra l’altro!

    Ottima recensione, alla prossima 🙂

    • Grazie del complimento! E’ vero, in effetti anche quella è una bella scena. Lì secondo me si vede proprio che Bill ha bisogno di Virginia in determinate cose (lei sa spiegarsi meglio, è più brava con le persone). Povero Bill, era davvero in difficoltà!

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